Il Premier Giuseppe Conte (a sinistra) con il Sottosegretario Giancarlo Giorgetti

Soltanto in giornata si conosceranno i dati reali delle elezioni regionali in Sardegna, ma gli exit poll hanno fornito già una linea di tendenza chiara: crolla il M5S, testa a testa tra centrodestra e centrosinistra, cioè tra le coalizioni tradizionali. Un ottimo viatico per la piattaforma politica di Nicola Zingaretti, in attesa delle primarie che dovrebbero condurlo alla guida del Pd il 3 marzo, ma soprattutto un campanello d’allarme non più trascurabile per il Movimento Cinque Stelle.

Il Vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio

In Sardegna partiva dal 42,5% per cento delle Politiche. Il consorzio Opinio Italia nel suo exit poll lo stima tra il 13,5 e il 17,5. Se sarà confermato, questo dato rappresenta una bocciatura delle politiche imposte dal Governo Conte, hanno osservato in tanti, a cominciare da Berlusconi e Antonio Taiani, Presidente del Parlamento Europeo. Non basta più la promessa del reddito di cittadinanza ai pentastellati, in un Paese che oggi si ritrova in recessione e con i cantieri bloccati.

Davanti è testa a testa fra Christian Solinas, candidato del centrodestra (stimato tra il 36,5 e il 40,5 per cento dei voti) e Massimo Zedda del centrosinistra (tra il 35 e il 39 per cento). Per Francesco Desogus dell’M5s nessuna chance.

Nella sfida tra le coalizioni il Centrodestra avrebbe fatto il vuoto, nonostante il risultato contenuto della Lega, che sull’isola non ha entusiasmato. Tra il 43 e il 47 lo schieramento di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, davanti ad un Centrosinistra che nel Paese non ha ancora una identità definita, in attesa che le Primarie dei Democratici sanciscano la ricostruzione del campo riformista in discontinuità con gli ultimi anni. La forbice è tra il 27 e il 31 per cento. Il M5s è accreditato di un risultato tra il 12,5 e 16,5 per cento. Tra i partiti, il Movimento è in linea con Pd e Lega, quest’ultima leggermente avanti. Ma sono solo previsioni, tra poche ore i dati reali e i giudizi di merito.

Nicola Zingaretti alla convenzione nazionale del Partito Democratico

ZINGARETTI: CON ME FINISCE LA GUERRA NEL PD. ORA L’ALTERNATIVA. In una intervista al quotidiano La Repubblica, Nicola Zingaretti ha lanciato messaggi precisi sul futuro della coalizione che intende realizzare a partire dal Pd, se sarà eletto segretario.”Uno dei messaggi più chiari della mia segreteria sarà questo: è finita la stagione delle guerre”, ha affermato, aggiungendo che “solo con me si volta davvero pagina”. Il Governatore del Lazio ha lanciato un avvertimento: “Nel mio Pd c’è spazio per tutti ma deve essere chiaro che, se ci riproponiamo come il partito borioso che pensa di non aver sbagliato nulla, chiudiamo le porte a una funzione possibile che la storia ci sta riconsegnando”. Zingaretti propone una piattaforma economica in grado di sbloccare il Paese e farlo ripartire ristabilendo la fiducia in Italia e a livello internazionale. “Dobbiamo ricostruire la credibilità del Pd imponendo un’agenda basata sulla sostenibilità ambientale, su  sviluppo e lavoro, coinvolgendo tutte le energie che arrivano dal mondo produttivo, economico, culturale, civico”.

Per il Presidente del Lazio il messaggio sta iniziando ad arrivare. “Si sono visti i primi risultati in Abruzzo e altri ne vedremo in Sardegna. Bisogna rigenerare il nostro campo e radicarlo di nuovo nella società, a cominciare da quei settori popolari nei quali siamo assenti”.

Sul piano interno, delinea lo scenario del nuovo partito. “Voglio un partito aperto, unitario che faccia contare di più le persone”. Di qui l’appello finale: “Non voglio abiure, ma faccio appello a chi vuole cambiare: succederà solo se venite a votare il 3 marzo. Non sono più le primarie del Pd. Saranno le primarie per l’Italia”.


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