Busitalia

“La IIA non ripartirà senza un polo pubblico qualificato e credibile, che abbia un socio in grado di spingerlo a rilanciare sul piano industriale la sfida italiana ai grandi costruttori di pullman. Per questo il nome giusto, l’unico in grado di salvare il marchio è Busitalia con Ferrovie dello Stato”.

Domani la Fiom Cgil parlerà da Grottaminarda al Governo Conte e al Ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio. Valle Ufita sarà il simbolo della rivendicazione che lavoratori e forze sociali italiane scelgono per lanciare un segnale forte al Paese, spiega Silvia Curcio. Per questo verrà il segretario nazionale della Fiom Cgil.

Michele Di Palma, Segretario della Fiom Cgil

Un segnale chiaro, dunque, che la Fiom rivolgerà anche alle istituzioni locali. “Se c’è qualcuno che medita di parcellizzare l’area dello stabilimento ex Iveco-Irisbus si fa illusioni e dovrà fare i conti con il sindacato e i lavoratori della IIA”, avverte la pasionaria della battaglia per la riapertura della fabbrica.

Il lungo ponte fino al prossimo 27 febbraio per l’Industria Italiana Autobus rappresenta pur sempre una strada in salita. La FIOM, nonostante tutte le rassicurazioni dal caso giunte da Azienda e Ministero, incalza. Domani visita del segretario nazionale FIOM CGIL Michele De Palma in Irpinia. In mattinata ad Avellino e il pomeriggio a Grottaminarda, alle ore 17:00. Una presenza che servirà a far pervenire in modo deciso un invito al Governo.

“Occorre insistere con Busitalia – afferma Silvia Curcio – questo il Governo lo può fare. E’ l’unica realtà che concretamente potrebbe rappresentare una soluzione vera. Perché francamente è difficile immaginare un imprenditore che venga qui a rilevare un fardello così complesso. O comunque se dovesse esserci, abbiamo buoni motivi per pensare sia solo una soluzione tampone. L’ennesima”.

L’Irpinia si fa sentire. Scongiurato il sit in nello stabilimento, i vertici societari e la classe politica sono alle strette. In Valle Ufita ci sono intenzioni serie da parte dei lavoratori. “L’anticipo di cassa, va bene e apprezziamo però i dubbi restano. Anzi aumentano”. Il 27 febbraio le organizzazioni sindacali convocate a Roma presso il Ministero porranno un po’ di quesiti. “Intanto il piano industriale. Se è una bozza per sostenere la Cigs o se ha altra natura. Poi la cassa integrazione: per questo mese c’è ma senza un decreto. E pure questo è un po’ anomalo. Poi vorremmo capire la durata, sebbene, ripeto, va bene oggi perché i dipendenti sono senza liquidità”.

Silvia Curcio al tavolo con il.Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi nel 2013

Negli obiettivi dei dipendenti c’è il Polo Pubblico così come promesso lo scorso anno dal vicepremier Luigi Di Maio. Si lotta a denti stretti e con perseveranza. “Noi vogliamo lavorare e produrre – continua Curcio – e l’unica azienda che potrebbe prendere sul serio la nostra realtà è Busitalia”.

Intanto la FIOM nel riferire un certo scetticismo rispetto alla “ricerca” del terzo socio che ad oggi non c’è, riferisce: “ci spiace anche non ci sia stato sinora un’indicazione o comunque una parola da parte di Confindustria Avellino e del Presidente Pino Bruno. Se per loro il progetto è un altro, per noi la priorità è costruire autobus in Italia, in Valle Ufita. Lo spezzatino del terreno non ci interessa. Vogliamo lavorare”.

Silvia Curcio stringe la mano alla Presidente di Confindustria Emna Marcegaglia nel 2012

Su ampia scala, lo scorso 11 febbraio il Ministero dei Trasporti ha messo l’ok sul decreto per il riparto di quasi 4miliardi alle Regioni per il trasporto pubblico. Da tabella pubblicata sul sito del dicastero, alla Campania risultano erogati 400mila euro (circa). Si tratta di un “decreto interministeriale” con il quale vengono ripartiti “fondi come anticipazione del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale, anche ferroviario”.

Ma a Flumeri sono mossi dalle intenzioni più serie. Quel che occorre è una partecipata statale.


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