Uno studio articolato per dimostrare il tasso di inquinamento dovuto a polveri sottili e particolato nell’area di Pianodardine e dei Comuni confinanti con l’area urbana è stato presentato ad Avellino dalla Associazione “Salviamo la Valle del Sabato”.
Intervenuto accanto al medico Franco Mazza, presidente di “Isde Medici per l’Ambiente” e referente della associazione, l’autore dello studio Vincenzo Caprioli ha illustrato la propria relazione sulla situazione del comprensorio attorno a Pianodardine e ad Avellino.
Il livello di concentrazione di Pm10 secondo lo studio è superiore ai tetti stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità con 200 sforamenti all’anno. Si è fatto notare che questo fenomeno tipico delle aree urbane non richiede un semplice monitoraggio ma provvedimenti per contrastare il fenomeno.
La zona intorno ad Avellino ha un livello di inquinamento per Pm10 e PM 2,5 cioè particolato simile a quello dei centri più inquinati, da Pomigliano d’Arco, che è in linea con Milano, a San Vitaliano, al netto della mancanza di assiduità nelle rilevazioni, hanno spiegato. Si potrebbe sforare solo 35 volte secondo la Direttiva Europea, 20 secondo l’oma, in realtà nella Valle del Sabato gli sforamenti sarebbero superiori ai cento.
Di qui, la proposta, pronunciata alla presenza del senatore pentastellato Ugo Grassi. Si chiede di seguire il modello di Terni, dove il Ministero dell’Ambiente e il Comune hanno definito una intesa in condizioni molto simili. Il riferimento è alla fonderia contestata in Umbria, del tutto simile a quella ipotizzata a Pianodardine e per la quale si attende la conferenza dei servizi.
Il dossier sarà inoltrato al Ministero dell’Ambiente e, si è detto, alla Procura della Repubblica.
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