Borgo Ferrovia dall'alto

Contro l’ipotesi di realizzazione di un nuovo impianto per il trattamento dei rifiuti nel territorio di Pianodardine – Borgo Ferrovia, scatta la mobilitazione dei cittadini.

«Ancora una volta lo strumento individuato per contrastare questa possibilità è quello della petizione popolare con sottoscrizione indirizzata al Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Avellino, il dottor Rosario Cantelmo», scrive in una nota Alberto Bilotta, ex Consigliere Comunale di Avellino, protagonista dell’iniziativa insieme a Don Luigi Di Blasi, Parroco di Borgo Ferrovia e Pianodardine.

Al Procuratore con le firme arriverà una lettera di accompagnamento. «Noi abitanti di Pianodardine – Borgo Ferrovia», si legge nel testo della petizione, «ancora una volta, siamo costretti a rivolgerci alla Sua persona per evitare che nella nostra zona si aggiunga una nuova iniziativa imprenditoriale tesa ad aggravare il disastro ambientale già consumato con l’Isochimica e lo STIR».

Il Presidente della Commissione Finanze, Alberto Bilotta

Nella missiva si ricorda che «tempo addietro c’è stato un altro simile tentativo, quello d’installare in zona un nuovo impianto per lo stoccaggio ed il trattamento dei rifiuti e fummo costretti a rivolgerci a Lei con un’altra sottoscrizione popolare».

Ma se allora «tutto fu annullato, questa volta la questione è ancora più grave perché, da quello che si è appreso, si tratta di un ‘Impianto per riciclare pallini di piombo e per la gestione di rifiuti pericolosi’…», si legge ancora.

«Nella relazione di accompagnamento è scritto addirittura che è previsto ‘l’acquisto e l’installazione di un forno di fusione’ da installare su un’area del nucleo industriale di Pianodardine. La fusione oltre al piombo interessa anche altri metalli, quali rame, bronzo e ottone. Un impianto pericolosissimo e fortemente inquinante che prevede lo smaltimento e la gestione di circa 10 tonnellate al giorno di rifiuti, inclusi i metalli pesanti innanzi menzionati».

Bilotta fa notare che «l’istanza è datata 23 maggio 2018 e mai nessuno da nove mesi ha detto una sola parola e niente è trapelato. Tutto si è svolto sotto traccia, lontano dai riflettori, ed ora siamo quasi arrivati alla fine: il 28 febbraio prossimo è convocata la conferenza dei servizi per esprimere il parere definitivo sull’iniziativa».

Il silos (ormai demolito e smaltito) dell’ex Isochimica

Tra pochi giorni le istituzioni locali dovranno quindi esprimersi nel merito. «Il processo di risanamento avviato in questa zona non può essere rovinato perché, eventualmente, chi è preposto a decidere si addormenta o vive senza memoria. Viviamo in questi luoghi, più volte offesi nel passato, e abbiamo resistito continuando ad abitarci, sperando in un recupero delle disuguaglianze dell’ambiente, dei servizi e il conseguente riequilibrio», scrivono Bilotta e gli altri promotori della petizione, continua la nota di accompagnamento alla petizione, preoccupati per l’impatto che potrebbe avere questa iniziativa, proprio mentre faticosamente con la bonifica dell’Isochimica e la pianificazione degli interventi di recupero del quartiere si sta lavorando ad un rilancio della vivibilità dell’intera parte orientale della città.

«Il Rettore dell’Università di Salerno, il Professore Tommasetti, crede in Borgo Ferrovia come sede degli studenti fuori sede grazie al Nuovo Sistema di Trasporti, che con l’elettrificazione della rete ferroviaria, in pochi minuti coprirà la tratta Avellino – Fisciano. La Soprintendenza, inoltre, ha avviato la procedura per il vincolo storico sulla stazione ferroviaria di Avellino – Borgo Ferrovia. A fronte di queste due belle iniziative per il nostro territorio c’è chi pensa di continuare ad avvelenarci».

Per tutte queste ragioni, si conclude la nota, «ci rivolgiamo a Lei, Signor Procuratore perché, così come è stato determinante per la soluzione del problema dell’Isochimica e dello STIR, intervenga altrettanto decisamente per questa nuova bomba ecologica scongiurando così il rischio che venga installata nella zona di Pianodardine – Borgo Ferrovia».


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