Mirabella Elezioni: Vincenzo Sirignano smentisce le voci: non sono in campo. I candidati

Nella città eclanese i movimenti populisti non avrebbero la forza per correre da soli con il simbolo. Certi due grossi schieramenti contrapposti. E' totonomi sui candidati alla carica di sindaco

Vincenzo Sirignano non si candiderà a Mirabella Eclano. È lo stesso Presidente dell’Asi e componente della Cabina di Regia della Zes a smentire le voci che lo davano in corsa perchè pressato dalla sua parte politica. La questione è fuori discussione, ha fatto sapere.

In fermento Mirabella Eclano, che si prepara alle prossime amministrative. La prima nuova che pare venir fuori è che le forze gialle e verdi non avrebbero la forza per presentarsi da sole. Il riferimento è al Movimento 5 Stelle che pure ha un riferimento forte in Oreste Cirillo, ma non avrebbe un numero adeguato di candidati per poter formare una lista di spessore. Stessa sorte per la Lega. Il partito di Matteo Salvini, che pure conta su simpatizzanti e nuove reclute, mancherebbe di una solida struttura. Questo almeno, quel che si dice tra i bene informati.

Comune di Mirabella Eclano

In gioco sarebbero i vecchi grandi gruppi. Il team di Francescantonio Capone, che ha lasciato lo scranno comunale ad agosto 2018 e la squadra di Antonio Sirignano. Un papabile alla carica di sindaco, quest’ultimo non pare imporre a tutti i costi la sua candidatura come primo cittadino. Prima di ogni cosa verrebbe la formazione di una coalizione solida, di spessore e al servizio del paese.

In pole per il gruppo di Capone ci sarebbe sempre Giancarlo Ruggiero, già vicesindaco, nonostante nel recente passato sia emerso il nome di una donna: Raffaella Rita D’Ambrosio. Interna alla stessa squadra.

Attualmente il Comune è commissariato. Quindi la prossima primavera rappresenta un punto zero da cui si ricomincia. Due grossi blocchi sono certi. L’uno che fa riferimento al gruppo uscente, l’altro alla lista che per poco uscì sconfitta nel 2014 e che vede in Antonio Sirignano il coordinatore. Se le forze populiste non dovessero formare una lista con simbolo, come molti sospettano, rappresenteranno di certo l’ago della bilancia.


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