Caposele riprodotta a Formia: gemellaggio su storia e acqua

Dopo un primo vertice a Formia fra l'architetto Maria Rosaria Corona di Caposele e la vice sindaco Carmina Trillino, si attende un incontro in Alta Irpinia nella città delle sorgenti con il numero due dell'amministrazione Melillo e assessore alla cultura Armando Sturchio per ufficializzare il gemellaggio

Un gemellaggio fra Formia e Caposele sviluppando i tratti comuni sui temi della Storia e dei suoi protagonisti ma anche dell’acqua, per iniziare un percorso di collaborazione, scambi culturali e reciproco sostegno per la valorizzazione e la crescita delle due realtà. Su questa traiettoria ha scavato l’architetto Maria Rosaria Corona, ambasciatrice caposelese a Formia, per valorizzare il patrimonio storico di Caposele attraverso la narrazione del legame forte con la città costruito dalla famiglia De Vera d’Aragona, principi di Caposele.

L’architetto Maria Rosaria Corona e il vice sindaco di Formia Carmina Trillino a Formia

La ricostruzione dei legami e della complessa trama storica che nei secoli ha riprodotto “la Caposele dei principi” a Formia, sarà tesa ad un ampio progetto di gemellaggio e reti di gemellaggi con Paesi dell’Unione Europea, coinvolgendo gli eredi diretti di questa avvincente saga storica, Mauro e Vincenzo Gambini De Vera d’Aragona dei Principi di Caposele, affidando loro il ruolo di ambasciatori, che sono già stati ospiti dell’amministrazione comunale e hanno visitato la Villa e i luoghi più significativi. “Aver saputo della visita dei Principi di Caposele a Formia mi ha fatto capire che era maturato il tempo di riallacciare il rapporto con Formia ed i Principi stessi in un gemellaggio, con lo scopo di mettere in luce la storia di Caposele” spiega l’architetto.

Prima del ristorante “Spaghetti alla Caposele”, del Cinema “Caposele”, di “Via Gualchiera”, “Via Lavanghe” e “Caposelice”, Formia vanta un gioiello di architettura e storia senza precedenti: la Villa, di proprietà di Carlo de Ligny, Principe di Caposele, uomo di grande spessore culturale, scrittore e poeta. Le origini della struttura vengono fatte risalire presumibilmente all’edificazione sopra i resti del “Formianum” di Marco Tullio Cicerone già Formianum di Cicerone, che prese il nome di Villa Caposele, poi Real Reggia di Caposele quando passò in proprietà dei Borbone.

Carlo de Ligny, figlio di Domenico, acquisì nella seconda metà del ‘700 per successione, il titolo di principe di Caposele dalla madre Ippolita Rota, figlia di Innigo Rota al quale nel 1692 era stato per la prima volta concesso. Maria Domenica Ligny unica figlia di Carlo ne ereditò il titolo, che passò  per successione materna al figlio Giuseppe de Vera d’Aragona, da cui discendono Mauro e Vincenzo Gambini De Vera d’Aragona, che sono gli attuali Principi di Caposele. Le origini del casato vengono fatte risalire al feudo di Lignì, nel Regno di Francia. I Ligny o Lagny arrivarono in Italia e a Napoli a seguito dell’esercito Francese.

“Il legame storico fra Caposele e Formia è certo” spiega l’architetto Corona, impegnata a incasellare tutte le tessere del quadro. Oltre alla Villa e al Porticciolo Caposele, che rappresentano un’area a forte connotazione archeologica, è bene evidenziare la Cisterna, che è un’opera di ingegneria idraulica di grande rilevanza” continua. “Le similitudini rilevate dalle immagine creano un impatto di grande suggestione ed è arrivato il momento di connettere queste due realtà e costruire un ponte di dialogo e di collaborazione per il futuro”.

Formia come Caposele è una città di sorgenti, gualchiere e mulini, e grandiose opere di ingegneria idraulica. “Ad un certo punto della ricerca le coincidenze sono diventate davvero troppe, e così ho preso contatti con la vice sindaco e assessore con delega alla Cultura del Comune di Formia Carmina Trillino” annuncia Corona. “L’ho contattata dopo aver esposto al Vicesindaco di Caposele Armando Sturchio, il progetto di valorizzare il patrimonio storico di Caposele attraverso la narrazione del legame forte con la città di Formia. C’è stata da subito una grande intesa: dalla scheda descrittiva di Caposele, sulla sua storia e sulle sue peculiarità naturalistiche e culturali, la vice sindaco Trillino ha immediatamente intuito su quali basi andava costruito il gemellaggio. Di qui, le basi per lavorare sui dettagli e dare concretezza al progetto” continua.

“Un gemellaggio con Formia consentirà a Caposele di rivisitare la sua storia e di valorizzarla come merita. Le sorgenti e il Santuario di San Gerardo hanno oscurato un patrimonio storico di grande rilevanza che potrebbe invece spalancare le porte ad un nuovo segmento turistico, quello storico, differenziando le politiche di accoglienza. Penso che la storia di Caposele sia stata fino ad oggi poco e ingiustamente messa in rilievo. La sua l’importanza può essere invece una componente sostanziale insieme all’acqua e alla fede per costruire un prodotto turistico differenziato e culturale. Anche in prospettiva di un percorso congiunto con i paesi della Valle del Sele ma anche dell’Ofanto, visto che il territorio di Caposele fa quasi da cerniera” aggiunge. 

I forti legami fra Caposele e Formia, intanto, sono stati ampiamente sviscerati da Raffaele Capolino, appassionato di storia e delegato al patrimonio archeologico del comune di  Formia, che fa risalire- citando Sesto Giulio Frontino (40 dc – 103 dc – Funzionario storico e scrittore) le possibili origini del nome della città alla presenza delle numerose sorgenti e corsi d’acqua nel suo territorio, anche sotterranei e sfocianti nel mare.

Lui scrive che “il Cisternone Romano di Formia e l’Acquedotto Pugliese portano l’attenzione sulla importanza che l’acqua ha sempre avuto per le popolazioni, in merito anche suo utilizzo e alla distribuzione. Le sorgenti a monte della zona di Mola, alimentavano l’acquedotto, che  quasi con certezza serviva nei secoli scorsi alle attività collegate alla Gualchiera e forse anche ad un mulino posto nelle vicinanze sempre in Via della Conca”.

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