Trame mediterranee, rassegna letteraria a Avellino

Si inizia il 14 febbraio al Godot Art Bistrot con il libro “Io sono una burnesha - Le vergini giurate in Albania” di Eva De Prosperis. Intervista alla promotrice di questo evento, Rosanna Sirignano

Avellino. Recensioni, letteratura e società di Ilde Rampino

Un’apertura verso il mondo, attraverso testimonianze è il tema che sarà affrontato durante un’importante ed originale rassegna che si terrà presso il “Godot Art Bistrot” di Avellino e che inizierà il 14 febbraio con il libro “Io sono una burnesha. Le vergini giurate in Albania” di Eva De Prosperis. Abbiamo incontrato la promotrice di questo evento, Rosanna Sirignano, membro della Federazione Islamica Campania, dottoranda in Studi Islamici e Studi Transculturali, che si occupa di didattica delle lingue straniere, responsabile del primo corso di arabo ad Avellino presso l’associazione Vernicefresca Teatro. Da sempre si impegna per promuovere la cultura a 360° sia in Italia che all’estero, in Germania ad esempio dove ha vissuto per quattro anni. La rassegna vede la presenza di quattro autori che ci faranno avvicinare a nuove culture. Gli incontri saranno moderati da Rosanna Sirignano, a marzo a parlare di Marocco ci sarà anche un ospite esterno, Nicola Di Mauro, dottorando in Storia dell´ Islam contemporaneo e ad aprile per la Palestina sarà ospite Maria Rosaria Greco curatrice e ideatrice di Femminile Palestinese.

Come mai ha scelto il Godot Art Bistrot come sede di questo evento?

Nutro una profonda stima nei confronti di Luca Caserta, gestore del locale che rappresenta, a mio parere, uno dei pochi spazi di resistenza culturale libero e aperto ed è il luogo che più di altri, ad Avellino, presenta un’offerta così variegata, che spazia tra concerti, presentazioni di libri, dibattiti su temi politici e mostre seguendo una linea precisa, ponendo al primo posto le idee. Sono convinta che la cultura sia fatta di qualsiasi tipo di arte e di pratiche che mirano alla costruzione della persona: con Luca Caserta condividiamo l’idea di apertura per lavorare al servizio del bene comune in città.

Rosanna Sirignano, scrittrice

Come nasce l’idea della rassegna?

Io stessa sono un’autrice e mi occupo di mondo arabo, in particolare dell’area mediorientale. Ho cominciato a studiare l’arabo, perché mi sento di “appartenere al mare” e volevo scoprire cosa ci fosse dall’altra sponda del Mediterraneo. L’idea è nata dunque dall’insieme delle mie conoscenze e dall’incontro con autori con esperienze simili alle mie. Tutti gli autori di Trame Mediterranee sono ricercatori. Sara Borrillo, lavora all’università, Eva De Prosperis e Cecilia Dalla Negra, sono giornaliste, Giammarco Pisa è un operatore di pace. Hanno in comune una notevole apertura mentale, ma soprattutto uno sguardo particolare e attento sulle cose, si sono assunti un impegno importante, imparando le lingue dei luoghi di cui hanno scritto; hanno intrapreso relazioni con le persone, per conoscere il territorio, vi hanno vissuto. Queste esperienze, unite alla loro profonda passione li ha cambiati profondamente. Inoltre, tutti loro sono legati a Napoli in qualche modo, una città al centro del Mediterraneo da cui si può guardare il mondo da una prospettiva privilegiata.

Qual è in particolare il tema della rassegna?

La rassegna, dedicata appunto ad alcuni paesi del Mediterraneo, si apre con un focus sulla costruzione dell’identità femminile e la questione di genere attraverso diversi tipi di espressioni e rivendicazioni femminili, concernenti l’autodeterminazione delle donne e il ruolo della religione. La seconda parte è incentrata sul patrimonio storico e culturale e sulla memoria come mezzo conforto, sopravvivenza e resistenza alle condizioni avverse. Sono stati scelti quattro Paesi a maggioranza musulmana: per questo abbiamo avuto la collaborazione del Centro Studi sul mondo islamico dell’Università Orientale di Napoli e della libreria Tamu che si occupa di Medio Oriente, Nord Africa e Sud del mondo. Abbiamo deciso di parlare anche di un’ Europa dimenticata, come i Balcani ad esempio l’Albania da cui proviene la seconda comunità islamica più grande d’Italia e non è così lontana da noi. Sono tutti Paesi con una ricca tradizione culturale, ma anche attraversati da una storia di incredibile sofferenza, in cui si intrecciano politiche complicate.

In che modo questa rassegna può combattere i pregiudizi?

Conoscere altri mondi e altri popoli aiuta sicuramente ad allargare i confini della mente. Spesso i confini politici diventano i confini della mente. Il mare invece può unire, è di tutti, non ha barriere. Il mondo diventa sempre più ampio, le differenze non implicano il fatto che gli altri popoli siano distanti, perché apparteniamo alla stessa umanità, che è il sostrato di tutte le culture. In un mondo come quello di oggi, è importante comprendere che le diversità non devono dividere: io sono a favore di un pensiero più dinamico, non incasellato in alcune strutture o in compartimenti stagni.

Parliamo del significato del titolo della rassegna.

“Trame mediterranee”, un concetto legato all’idea di racconto; è fondamentale il racconto diretto, il rapporto con le persone e i testimoni, i fili che si intrecciano tra loro e con la nostra identità, creando un tessuto armonioso attraverso cui comprendere le varie realtà.


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