‘La mia Siria’, di Rosanna Sirignano

Questo libro, scritto con passione ed estrema sensibilità può considerarsi una sorta di riflessione sull'umanità. L'autrice si sente parte di una terra, la “mia Siria” e il”mio Islam” , la religione a cui ha scelto di convertirsi e affronta i vari argomenti attraverso le parole dei testimoni

Oggi in libreria, recensioni di Ilde Rampino

Uno squarcio di luce che illumina una terra, la Siria, con cui l’autrice ha un legame profondo, che ha voluto trasmetterci attraverso le parole e le testimonianze di chi è vissuto in quella terra, è dovuto fuggire e serba ancora nell’anima, incancellabili, i silenzi e le “ lacrime pietrificate”, legati ai ricordi, ai luoghi e alle immagini.

E’ un viaggio nel dolore e nelle speranze di persone, in un mondo nuovo in cui ella, nonostante le sue origini italiane, si sente se stessa, in cui ritrova i ricordi familiari, come voci già conosciute dentro di sé, anche se in una lingua straniera, come il cibo offerto dalle famiglie che diventa una sorta di passaporto per la comprensione di un popolo.

Le difficoltà oggettive, come quella di ottenere visti per i siriani, la presenza di volontari che prendono a cuore la sorte dei rifugiati, pur tra mille difficoltà e pericoli,
il senso di colpa per chi è rimasto lì, come un cuore diviso in due, perchè non si può fare a meno di ricercare un legame col Paese da cui si è stati costretti a fuggire, perchè si ha “paura di dimenticare quella che sono”diventano un percorso interiore importantissimo.

Il grido di dolore del popolo siriano si concretizza attraverso queste pagine, dense di umanità, diventa il simbolo di tutti i popoli afflitti dalla violenza. “La Siria è di tutti i siriani” rappresenta una verità fondamentale, per cui lottare e attraverso cui si impara a dare importanza alla banalità dei piccoli gesti, agli incontri con gli altri per percepire qualcosa di magico, in cui la generosità diventa accoglienza, in una cultura di aiuto reciproco.

Il movimento pacifico portato avanti da Rima, contro la violenza, si scontra con una realtà forte, con la distruzione, con le città, come Aleppo o Damasco invase dai militari. Il 2011 costituisce una data fondamentale, in cui migliaia di manifestanti scesero nelle strade di Aleppo e Damasco contro il Presidente Assad. Damasco, tuttavia, nei ricordi delle persone, intervistate dall’autrice rappresentava un crocevia di incontri, di storie e sensazioni che da personali diventavano globali e influenzavano la vita degli abitanti, mentre si diffondeva il profumo di gelsomino o di cardamomo per le strade della città. La Siria purtroppo è divenuto campo di battaglia per le potenze straniere, con il coinvolgimento di nazioni come Israele e Stati Uniti. La guerra trasforma tutto in negativo e la violenza ha distrutto le persone nel profondo, ma non ha cancellato nei siriani, lontani dal loro Paese, l’attaccamento viscerale alla propria terra e il senso di responsabilità per il proprio popolo e l’importanza di prendere posizione. La rivoluzione siriana esprime un profondo sussulto di dignità umana e volontà di riscatto, attuato anche attraverso il desiderio di far conoscere la realtà della propria terra, i problemi e le difficoltà che spesso vengono travisate o utilizzate in modo sbagliato.

Questo libro, scritto con passione ed estrema sensibilità può considerarsi una sorta di riflessione sull’umanità, nel senso che l’autrice si sente parte di questa terra, infatti parla della “mia Siria” e del”mio Islam” , la religione a cui ha scelto di convertirsi e affronta i vari argomenti attraverso le parole dei testimoni, ma li fa anche suoi: molto suggestiva è la descrizione che fa delle donne siriane, avvolte nel velo bianco, come principesse in attesa di liberarsi da sole attraverso la loro femminilità.

Importante è il concetto che la storia della Siria si intreccia con quella della Palestina, due terre martoriate, con lo stesso destino, ma il cui dramma purtroppo è poco conosciuto. Le distruzioni, l’elevato numero dei morti e dei feriti, spesso rimane nel silenzio e il bombardamento di Palmira nel maggio 2015, a opera dell’ISIS, è stato la punta di un iceberg di violenza. Scorrendo le pagine di questo intenso libro, scaturisce un grande dolore, che si legge negli occhi dei bambini e la forza delle donne, che nelle condizioni più disperate, continuano a lottare per il futuro dei loro figli, senza arrendersi, perchè essi sono il futuro di questo Paese martoriato.
Huda, Nura, Yumis, Rania, Halima e tante altre sono le protagoniste di questo racconto, che è l’immagine della vita e del credere ancora nel cambiamento e nella possibilità offerta al popolo siriano di poter vivere in pace, finalmente, perchè “nonostante tutto l’umanità esiste e resiste”.

 

 

ARTICOLI CORRELATI