Montoro: Bianchino verso la ricandidatura. «La sfida è sull’industria a Solofra»

Il primo cittadino si prepara per l'appuntamento elettorale di primavera. Un bilancio delle attività amministrative messe in cantiere e le priorità per i prossimi anni.

Mario Bianchino

Tra i Comuni irpini che in primavera andranno al voto per il rinnovo dell’amministrazione locale c’è anche Montoro. Per il primo cittadino uscente, Mario Bianchino, è un momento di riflessione sul da farsi.

Sindaco, ha deciso di ricandidarsi alle prossime amministrative?

«Vedremo. E’ mio costume in politica ed in generale negli impegni pubblici sottoporre a verifica il lavoro svolto ed assumere la decisione, confrontandomi con la rete sociale con la quale mi rapporto, soprattutto adesso che i riferimenti politici sono diventati sempre più labili. Ritengo, però, che i risultati di questo mandato, che volge al termine, siano soddisfacenti e, quindi, vi siano buone ragioni per ripresentarsi».

Tra i temi da affrontare c’è sicuramente quello dello sviluppo. Che ruolo pensa possa svolgere Montoro rispetto all’area industriale e all’eventuale Zes di Solofra?

«Su questo versante ci siamo impegnati moltissimo e Montoro ha fatto notevoli passi avanti sia in termini di crescita delle realtà aziendali, che occupazionale. L’idea da portare avanti è quella dell’economia integrata: coniugare la media industria, con un’agricoltura moderna. Lasciare da parte un pezzo del sistema economico sarebbe un errore. La sfida del futuro sarà l’elaborazione di una strategia di rilancio dell’apparato industriale di Solofra. Dismetterlo, in una fase di crisi, sarebbe un passo falso. Ovviamente bisogna fare i conti con gli equilibri del territorio».

Il municipio di Montoro

In che modo?

«E’ tempo di imprimere una svolta, disegnando uno sviluppo sostenibile per l’ambiente e per la salute dei lavoratori e dei cittadini. Le risorse e gli strumenti produttivi, inoltre, vanno messi a sistema. Non possiamo più limitarci ad un’economia di sussistenza. In gioco è il futuro».

Tra le priorità, dunque, ci sono le politiche ambientali. Quali sono gli interventi da adottare?

«Non c’è dubbio. Passi avanti sono già stati compiuti in questi anni, ma ci sono diverse questioni aperte. Innanzitutto l’adeguamento tecnologico degli impianti di depurazione, la bonifica della Solofrana e degli interramenti di rifiuti. Problemi che vanno affrontati in un’ottica comprensoriale. Vanno eliminate le lavorazioni con sversamenti di sostanze reflue lungo l’Alto Irno e l’Alto Sarno. L’obiettivo è la creazione di un corridoio ecologico. Serve, quindi, un’azione complessiva, della quale si sta già facendo carico il Ministero dell’Ambiente e ne è informata la Regione. Il punto di partenza sono i controlli sul territorio».

Veniamo al congresso del Pd. Cosa si aspetta da questo appuntamento?

«La fase politica che stiamo attraversando è molto delicata ed auspico che possano riaccendersi le speranze del Paese. Non basta, però, un’astratta enunciazione del cambiamento. Servono proposte ed azioni concrete. Finora è prevalsa in politica e nella società una visione troppo individualistica. La distanza tra istituzioni e cittadini va ridotta».

Quali iniziative dovrebbero essere intraprese?   

«Il Pd ha bisogno di un’organizzazione vera. E’ il momento di dire basta alle correnti e mettere al centro le risposte ai problemi. Dobbiamo aprirci alla società e saper coglierne e valorizzarne i fermenti».

Secondo lei, tra i candidati alla guida del partito, chi incarna maggiormente questa linea? Ha deciso chi sostenere?

«Per raggiungere questi obiettivi servono contemporaneamente una leadership autorevole ed un partito forte ed attento ai bisogni sociali. Ascolterò tutti e poi sceglierò chi mi avrà convinto».

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