Fca, mobilitazione per salvare Pratola Serra. Tavolo di emergenza alla Provincia

LA FIOM CHIEDE A BIANCARDI LA CONVOCAZIONE DI UN CONFRONTO ISTITUZIONALE SULLA PIATTAFORMA RIVENDICATIVA DA PRESENTARE A GOVERNO E AZIENDE. IL sindacato sollecita Fiat Chrysler Automobilities a puntare sull'ibrido anche in Irpinia, mentre rilancia un impegno pubblico sulle infrastrutture energetiche.

In provincia di Avellino il sindacato prepara la mobilitazione per salvare dalla chiusura lo stabilimento della Fca di Pratola Serra. L’iniziativa della Fiom Cgil è condivisa dalle diverse sigle. Anche se è chiaro a tutti come il problema non riguardi l’ambito locale. L’ecotassa proposta dal Governo penalizza la vendita delle auto di lusso e dei suv in una fase già complessa per il settore, a causa della caduta della domanda per i motori Diesel.

“Non vogliamo che la ex Fiat si trasformi in ex Irisbus: questo scenario lo conosciamo e impediremo che il baratro in cui è caduta la produzione di autobus in Irpinia possa replicarsi con l’automotive”. Così Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil Avellino, all’indomani dell’incontro istituzionale delle Rsa della Fiom a Palazzo Caracciolo con il presidente della Provincia Domenico Biarcardi.

Franco Fiordellisi, segretario della Cgil di Avellino

Fiordellisi rilancia la posizione assunta dalla Fiom Nazionale rappresentata da Michele De Palma, che ha fatto da prima cassa di risonanza alle affermazioni dell’amministratore delegato di Fca da Detroit sulla incertezza del piano di investimenti, industriale e occupazionale in Italia.

La mancata presentazione del piano industriale da parte dei vertici Fiat Chrysler ha sempre preoccupato il sindacato, in pressing da mesi per un pronunciamento sull’occupazione dei lavoratori negli stabilimenti italiani, da tempo in cassa integrazione a causa della mancata realizzazione dei piani industriali licenziati. “Siamo estremamente preoccupati come Fiom e Cgil: ragioniamo da tempo sulla ragionevolezza di assecondare uno sviluppo sostenibile, e i mancati investimenti non ci hanno mai convinto” spiega il segretario generale. “Come organizzazione chiediamo di sanare la lacuna del piano industriale e al Governo di farsi da intermediario e fare chiarezza sul futuro degli stabilimenti in Italia”.

In realtà, lo stesso Governo e il Ministero per lo Sviluppo Economico saranno raggiunti da una richiesta di incontro per chiarire quale tipo di transizione comporterà l’ecobonus. Mentre a Fiat sarà richiesta la disponibilità a trasferire qui i motori benzina e tecnologici, riducendo- o riqualificando- la produzione di motori diesel. Senza contare che nell’attuale piano aziendale, l’ecobonus prevede un potenziamento di Termoli mentre su Pratola Serra non c’è nulla.

La Fiom nazionale- intanto- “aveva ritenuto il piano presentato dal nuovo amministratore delegato, importante ma in ritardo nella svolta ibrida ed elettrica, e vista la mancanza di nuovi modelli Maserati e di auto di massa non avrebbe certamente risolto il problema della piena occupazione in poco tempo”.

Michele Di Palma, Segretario della Fiom Cgil

Mentre Fiordellisi sottolinea con forza il cuore della battaglia sostenuta dalla Cgil, rappresentato dal Piano Industriale, avverte anche le altre sigle sindacali sulla necessità di fare fronte comune e “non illudere i lavoratori con infusioni di fiducia per alimentare false speranze”. Le preoccupazioni esternate dalla segreteria generale di Avellino non riguardano infatti soltanto la possibilità di un dialogo con la Fiat, ma anche nei confronti del Mise: “Ci auguriamo che il Ministero non intervenga a suon di tweet. Abbiamo bisogno di azioni concrete” tuona.

La vicenda infinita di Industria Italiana Autobus e dei metodi adottati dal Governo per sciogliere i nodi e trovare una soluzione, a detta di Fiordellisi non depone bene. La Fca di Pratola Serra intanto, affianca la vertenza delle maestranze della ex Irisbus e gonfia l’esercito dei manifestanti: mille e 800 addetti sono in cassa integrazione perchè lavorano al 40 per cento del monte ore. “Si tratta di un allarme per tutta la collettività, le forze sociali, datoriali e amministratori” continua.

Il segretario generale di Avellino preannuncia un autunno caldo. “A settembre scadono altri ammortizzatori: se non ci sarà l’ammodernamento dei propulsori e il rilancio sulle produzioni e gli autoveicoli, ci ridurremo ad utilizzare soltanto gli ammortizzatori sociali, con la riduzione del reddito pro capite e un impoverimento generale del territorio”.

Il referente avellinese della Fiom Cgil, Giuseppe Morsa

Come testimoniato dalla nota diffusa dalla Fiom nazionale, le parole pronunciate a Detroit scuotono tutti gli stabilimenti italiani. De Palma infatti scrive che la Fiom, alla luce dell’andamento negativo del mercato dell’auto, della riduzione dei volumi prodotti da Fca già nel 2018 in Italia, delle normative su emissioni e incentivi alla vendita, della scadenza degli ammortizzatori sociali negli stabilimenti a partire dal polo torinese (Mirafiori e Grugliasco) e di Pomigliano d’Arco e Nola, ritiene indispensabile l’apertura di un confronto per mettere in atto tutte le azioni utili a impedire il rischio di chiusura di interi stabilimenti.

“Paghiamo i riverberi dello scandalo del diesel e della politica Trumpiana. Siamo al fianco della Fiom nazionale e delle altre confederazioni nella richiesta al Governo di un tavolo, mentre la prima sensibilizzazione deve avvenire nella nostra provincia” argomenta Fiordellisi. Proprio nella giornata di lunedì infatti, dall’incontro della Rsa della Fiom di Pratola Serra con il presidente della Provincia Biancardi, sono emersi due obiettivi di breve e medio termine: sul breve periodo l’allocazione di un nuovo motore per garantire il pieno utilizzo degli impianti così da introdurre un principio di equilibrio tra gli stabilimenti; sul medio periodo, interpretare le dinamiche tecnologiche e anticipare progetti di riconversione produttiva verso i sistemi di propulsione alternativi.

Infine è stato chiesto al Presidente Biancardi di farsi carico di promuovere tutte le iniziative istituzionali utili alla risoluzione del problema, iniziando a convocare un tavolo con tutti gli attori coinvolti nella vertenza. “E’ stato chiesto al presidente di farsi promotore con i sindaci del territorio della vertenza. La Fiom avverte un senso di grande solitudine in questo momento, e anche nella sua debolezza di ente intermedio, la Provincia può intermediare politicamente con noi. E’ caduta una cappa sulla IIA come sullo stabilimento di Pratola Serra. Non vogliamo che il settore dell’automotive Fiat faccia lo stesso percorso della ex Irisbus: chiediamo per tempo la massima attenzione” conclude.


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