Ida Grella, esponente di Areadem, componente del Partito Democratico e referente dell'Associazione Democrazia Compiuta

«E’ tempo di dire basta ai tatticismi e agli opportunismi. Soltanto così potremo dare vita ad un partito coeso ed attento ai problemi della comunità». E’ quanto sostiene Ida Grella, dirigente dell’area franceschiniana ed ex capogruppo del Pd a Piazza del Popolo, riferendosi al percorso congressuale dei Democratici. Un’opportunità per superare divisioni e contrasti a Via Tagliamento, anche se la partita non appare di facile gestione.

Anche in provincia di Avellino è ufficialmente partita la campagna di Zingaretti per le primarie, che vede gli esponenti di Area Dem tra i sostenitori. Quali sono gli obiettivi?

«Intendiamo costruire una forza politica con un’identità forte, che abbia una visione economica che coniughi lo sviluppo con la giustizia sociale, che presti attenzione alle disuguaglianze e agli ultimi. E’ necessario, inoltre, superare la concezione leaderistica, che soprattutto negli ultimi anni ha caratterizzato il Pd, e dare vita ad un partito nel quale prevalgano la partecipazione, il confronto ed il rispetto delle regole. Insomma, siamo per una forte discontinuità con il passato. Su questo fronte anche in Irpinia abbiamo pagato un prezzo alto».

Nicola Zingaretti durante una iniziativa politica a Latina

Dica pure…

«L’autoreferenzialità ed il mancato rispetto delle regole hanno alimentato scontri e divisioni e portato il partito allo sbando. Il congresso provinciale è stato congelato per un anno e mezzo e la federazione commissariata. Siamo stati costretti ad un braccio di ferro con il cerchio magico, con la conseguenza che i rappresentanti di diverse componenti sono rimasti fuori dagli organismi dirigenti e molti iscritti si sono allontanati dal Pd».

Enzo De Luca, esponente del Pd irpino e campano in un momento del suo intervento a Cortona, durante la tregiorni promossa dall’ex Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e dalla sua componente, Areadem

Adesso però con la mozione Zingaretti si sono schierati anche alcuni vostri avversari interni, come Gianluca Festa. La convivenza non sarà facile, come pure il superamento dei problemi. Non crede?

«Area Dem la scelta l’ha compiuta nel mese di agosto, durante l’appuntamento di Cortona, quando ancora non era stato convocato il congresso. Non siamo tacciabili di opportunismo o tatticismo. Abbiamo condiviso una strategia ed una visione politica. Anche Festa sostiene Zingaretti, ma questo non vuol dire che rinunceremo a criticare determinati atteggiamenti sbagliati. Vorrei, comunque, sottolineare che la nostra è una componente nazionale del partito, cosa diversa da un gruppo locale, peraltro sempre in bilico tra dentro e fuori il Pd».

Ma ci sono le condizioni, più in generale, per aprire un confronto tra le diverse anime democratiche anche in Irpinia? Non è anche questa una delle sfide di lanciate da Zingaretti con Piazza Grande?

«Superare la logica correntizia e le conflittualità permanenti viste sinora è certamente una priorità, anche per noi. Pronti, dunque, al confronto, ma nella massima chiarezza. Bisogna partire da una lettura critica degli avvenimenti e avviare un percorso nuovo, che ponga il partito avanti alle questioni ed ambizioni personali. Ma francamente non vedo in giro grandi disponibilità in tal senso».

La sede del Coordinamento provinciale PD ad Avellino, in via Tagliamento

Anche con la segreteria provinciale non si è riuscito a creare un clima di collaborazione.

«Abbiamo lanciato segnali inequivocabili, ma da parte della segreteria provinciale c’è stato un arroccamento. Non si può andare avanti con un organismo che rappresenta soltanto una minoranza degli iscritti. Dobbiamo poi registrare anche un deficit di proposta politica. Nonostante l’avvicinarsi delle scadenze elettorali, che coinvolgeranno la città capoluogo ed altri Comuni importanti, il Pd è assente sulle principali questioni del territorio. Tranne qualche estemporaneo comunicato stampa, non vedo altro. Gli amministratori locali si sentono abbandonati».

Secondo lei, in che modo si può cambiare direzione di marcia?

«Partendo dal rispetto delle regole. Questo significa che un partito non può essere considerato come un tram, dal quale si sale e si scende, in base alle convenienze. C’è grande confusione. Della segreteria provinciale fa parte, ad esempio, il vicesegretario di Scelta civica, persona vicina a D’Agostino, cha ha preso strade differenti dal Pd. Ed ancora, non è possibile che alle elezioni, rappresentanti del Pd lavorino contro il partito e sostengano avversari politici. C’è persino chi, pur rivestendo importanti ruoli istituzionali, considera il Pd come “un brand che non tira più”. Il senso dell’appartenenza non può essere a corrente alternata».

Palazzo di Città e la Torre dell’Orologio, simbolo di Avellino

Per le elezioni amministrative di Avellino ci sono diverse ipotesi sul tavolo, a cominciare dalla soluzione di una lista o di una coalizione civica. Che ne pensa?

«Il Pd deve presentarsi con una lista ufficiale di partito, con il proprio simbolo, proponendo candidati credibili. Ipotesi civiche sarebbero soltanto un ripiego, una mistificazione che gli elettori giustamente non accetterebbero. Per evitare passi falsi e anomalie, chiederemo l’intervento del livello nazionale. Mancando un’intesa, sarà Roma a dire, in che modo scegliere il candidato sindaco. Come sempre, rispetteremo le indicazioni, qualunque esse siano: primarie o consultazione interna».


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