Calitri, Vespucci: “Nel granaio del Sud non si investe nella formazione tecnica”

LA DENUNCIA DEL DIRIGENTE SCOLASTICO DELL'ISTITUTO AGRARIO MAFFUCCI DI CALITRI. Il preside Vespucci annuncia una campagna di promozione dell'indirizzo scolastico tecnico e chiede alle istituzioni e alle famiglie di farsi carico di una prospettiva di lungimiranza sul futuro professionale dei figli e sulle opportunità reali offerte dal territorio. Buona l'accoglienza dell'indirizzo a Calabritto, dove il sindaco Centanni ha presentato l'offerta formativa a dieci amministrazioni comunali

Acclarata la vocazione agricola dell’Alta Irpinia e spinti gli investimenti in agricoltura da parte dei giovani con apposite misure regionali, l’indirizzo agrario del Maffucci di Calitri stenta a decollare. Un autentico paradosso per un comprensorio che da millenni rivendica il ruolo di granaio del Mezzogiorno e d’Europa. Inaugurato da due anni, l’indirizzo vanta sei alunni iscritti al secondo anno e cinque al primo. “E’arrivato il momento di innescare quei meccanismi che producono autogestione e si alimentano da soli: l’indirizzo agrario non può sopravvivere, deve volare” ha spiegato il dirigente scolastico dell’istituto, Gerardo Vespucci.

Il dirigente scolastico Gerardo Vespucci

In vista delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico 2019/2020, la dirigenza scolastica annuncia una campagna di promozione e sensibilizzazione insieme, nei confronti delle istituzioni e delle famiglie, prima che sugli studenti. Da quest’anno infatti, l’Istituto Agrario di Calitri avrà la sua sede staccata a Calabritto, per intercettare l’utenza del salernitano e dell’intero territorio di cerniera fra le due province. La sezione ubicata nella Valle del Sele avrà il ruolo di faro per le centinaia di giovani che si riversano su Eboli o su Salerno, ma anche per gli studenti irpini che vivono le fiorenti realtà imprenditoriali di Caposele, Senerchia e Calabritto stesso. L’apertura della scuola a Calabritto fortemente voluta dall’amministrazione Centanni mira a costruire quel processo di multifunzionalità legata all’agricoltura professata nelle aule universitarie e dagli indirizzi di governo regionale, che però stenta a trovare concreta applicazione.

“Questa terra vive un paradosso enorme: è vocata all’agricoltura ma non riconosce che bisogna formare i tecnici” spiega il preside Vespucci. “Per raggiungere le famiglie è necessario costruire una visione d’insieme efficace, che consenta al territorio di assorbire la scuola come parte integrante di un progetto. I licei producono emigrazione: rendiamocene conto; e più sono alte le specializzazioni e meno si ha l’opportunità di trovare lavoro e restare. Alle famiglie bisogna dire che se vogliono trattenere i figli qui, se vogliono far crescere questo territorio, è necessario legare la scuola alla terra” sottolinea il preside senza nascondere una punta di amarezza.

Studenti durante un seminario

Gli istituti tecnici agrari devono essere il punto di partenza di una concreta politica di investimenti sul settore primario. Il paradigma citato da Vespucci è quello del titolare del più importante birrificio della Campania che ha sede a Monteverde, che figlio di contadini ha studiato all’istituto agrario di Avellino e poi si è laureato alla Facoltà di Agraria. “La lungimiranza dei genitori di Vito Pagnotta e anche la sua, gli ha consentito di realizzare in pieno il suo obiettivo; ma se avesse frequentato la ragioneria, non possiamo dire che avrebbe raggiunto questo risultato”. Comuni come Bisaccia, Lacedonia, Calitri, non esprimono una particolare “devozione” nei confronti dell’indirizzo del Maffucci, nonostante una delibera di giunta del 13 dicembre 2016 del Comune di Bisaccia in cui si sottolineava la volontà di acquisire l’indirizzo scolastico in paese. “Le scelte illuministiche ci sono, ma non coinvolgono il territorio di appartenenza. Diversa appare la situazione a Calabritto, dove il sindaco Centanni ha convocato ben 10 amministrazioni per presentare l’indirizzo scolastico. La verità è che manca la volontà di impegnarsi e di remare tutti verso la stessa direzione. Si continua a fare la diagnosi, ma nessuno che sia conseguenziale e applichi la cura” polemizza. 

Dedicarsi alla terra oggi significa esercitare una professione. Sono centinaia i professionisti e gli accademici che abbandonano le grandi città per dedicarsi alle terre che hanno ottenuto in eredità dai nonni, o che scelgono di acquistare per dedicarsi alle sperimentazioni. “Oggi la conoscenza e la tecnica scientifica in agricoltura è fondamentale: l’intelligenza artificiale è concentrata per la maggior parte sulle sperimentazioni in agricoltura e sulla trasformazione dei prodotti. Ma non ci può essere industria se non c’è prima la coltivazione della terra” bacchetta Vespucci. Eppure la vera ricchezza del territorio risiede nella capacità di trasformare le eccellenze agroalimentari e costruirne un marchio di tipicità. “Dagli insaccati prodotti in loco al passaggio delle farine alla pasta e ai dolci, la trasformazione delle castagne e la coltivazione delle nocciole: nell’areale di Caposele ad esempio, si citano esempi virtuosi di acquisiti di terreni da vocare a noccioleti. Il vino non è l’unico prodotto su cui investire. A Calitri si sta investendo sulla produzione del vino, ma anche sui pomodori e le conserve”.

Se guardiamo attentamente la nuova mappa degli investimenti in agricoltura sarà facile constatare un certo dinamismo del territorio, e si rende ancor più necessaria una spinta alla formazione in questa direzione. “La cultura scientifica è fondamentale, e l’istituto agrario può diventare nodo strategico per le università di Potenza, Portici, Foggia, Benevento e Salerno. Abbiamo un centro sperimentale a Sant’Andrea di Conza, così come possiamo affermare che esiste una cultura alimentare locale da valorizzare e incrementare. Ci siamo liberati apparentemente di una cultura assistenzialista sul posto fisso, ma non si incoraggia l’innovazione e non si chiude il cerchio. “Abbiamo preso contatti con Veronica Barbati, di Coldiretti Campania per offrire ai nostri studenti una guida alla costruzione dell’azienda agricola e della produzione. I ragazzi devono sapersi orientare al lavoro mentre studiano, devono produrre e sperimentare. Guardiamo con grande interesse alle nuove colture, all’industria farmaceutica e al mercato di Materdomini, che oggi rappresenta la più grande vetrina dei prodotti agroalimentari, per il numero di aziende che espongono e per il traffico di persone che lo frequentano, e una piazza importante di conoscenze nel settore” conclude.

Il Santuario di Materdomini dedicato a San Gerardo Majella

 

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