Giuseppe De Mita: Ciampi vittima della sua inadeguatezza

L'ex deputato evidenzia i limiti dell'amministrazione comunale di Avellino e le interferenze dei Cinque Stelle sulle decisioni del sindaco. Pronto un nuovo percorso per le elezioni di primavera. Dura reazione del sottosegretario Sibilia e del parlamentare Gubitosa al voto dell'aula.

Giuseppe De Mita

«A dire il vero, il sindaco di Avellino si era sfiduciato da solo da un po’ di tempo, vittima com’era della sua inadeguatezza e delle pressioni interne al suo partito». Giuseppe De Mita, esponente di spicco dei Popolari ed ex deputato, commenta così la fine dell’esperienza di governo di Ciampi e dei Cinque Stelle. (Leggi l’articolo)

«L’epilogo era già scritto – prosegue – dal momento del ballottaggio: accordi posticci subito rimangiati, sulla rabbia schiumosa di un cambiamento parolaio. Del resto, Ciampi non sarebbe nemmeno arrivato al ballottaggio se non fosse stato per l’esercizio di un voto disgiunto nella nostra coalizione, che ha il sapore dell’ambizione vigliacca coltivata da improbabili personaggi».

Nelle parole di De Mita c’è, dunque, anche un messaggio ben preciso rivolto ad alcuni alleati o ex alleati, che avrebbero determinato la sconfitta di Pizza al secondo turno, indirizzando altrove i voti.

Il palazzo degli uffici in piazza del Popolo, sede della amministrazione comunale di Avellino

Ma la vittoria di Ciampi è nata zoppa, come sottolinea il dirigente politico e l’esito del mandato non poteva che essere scontato: «Il pareggio non poteva che portare alla ripetizione della partita. Che vedrà però uno schema completamente cambiato».

Si pensa, dunque, già al futuro: «La questione vera adesso non sono le ragioni della sfiducia, ma la proposta che si intenderà offrire alla città. Ora l’attenzione va posta solo su questo terreno, evitando gli errori».

I Popolari sono pronti a condurre il gioco, con un percorso ben preciso: «Siamo la forza politica che è stata all’opposizione dal 2008. Altri sono stati i protagonisti, benché cerchino di nascondersi dietro banali parole. E siamo la forza politica che, per aver affrontato da subito le questioni aperte dal voto del 4 marzo, ha iniziato a riorganizzarsi scommettendo sul rinnovamento e l’affidabilità. Faremo il nostro tentativo di dare una risposta alla città, lontani dalle polemiche ed estranei alle tattiche. Con le nostre idee e i nostri candidati».

Un messaggio chiaro, indirizzato al Pd, al quale si chiede di assumersi le proprie responsabilità politiche ed amministrative.

L’obiettivo ed il metodo vengono presto precisati: «La nostra ambizione non è il potere, ma far tornare a crescere Avellino. La credibilità della politica va ricostruita con i cittadini e tra i cittadini».

De Mita, infine, lancia la sfida, annunciando l’avvio del nuovo impegno: «Saranno i comitati promotori dei Popolari, ai quali abbiamo iniziato a dare vita, il soggetto che darà corpo nel modo più intelligente alla voglia di protagonismo di una città che giustamente rivendica una guida nuova, all’altezza della nostra tradizione. Insieme ripartiamo da qui».

Terminata la seduta consiliare, con l’approvazione della mozione di sfiducia, ieri sera, i rappresentanti dei Cinque Stelle, Michele Gubitosa e Carlo Sibilia, hanno immediatamente commentato quanto successo.

«La risposta dei consiglieri di opposizione – ha dichiarato il sottosegretario agli Interni, definito da più parti, durante l’assemblea municipale, il “manovratore” ed il “killer” del sindaco – al progetto di Ciampi di riportare l’onestà in consiglio comunale è stata: con te non vogliamo avere a che fare. Preferiamo quelli di prima che hanno portato l’ente al dissesto. Oggi hanno dato prova che non gli interessa nulla della città».

Il deputato pentastellato Michele Gubitosa accanto alla collega Maria Pallini e al sindaco Vincenzo Ciampi

Sulla stessa linea il deputato Gubitosa, che ha provato a fornire una ricostruzione diversa di queste ultime ore: «Il sindaco poteva distribuire qualche poltrona e sarebbe rimasto tranquillamente al suo posto. Se avesse azzerato la giunta sarebbe andata diversamente, ma ha preferito non compromettersi con il sistema. Sì, Ciampi ha commesso errori, ma non ha rubato».

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