Impianti rifiuti e Ato, rischio commissariamento. Anche il Ministro in pressing

"EVITARE UNA NUOVA EMERGENZA IN CAMPANIA". Le massime autorità nazionali e regionali dell'ambiente dopo i roghi negli Stir corrono ai ripari. Va attuato il Piano di Palazzo Santa Lucia. I Sindaci potrebbero vedersi sfilare i poteri ordinari, se non decideranno di utilizzarli

Realizzare gli impianti necessari a completare la filiera in Campania e attivare gli Ato per governare il ciclo integrato ambientale, dalle infrastruttura alla tariffa. Il Ministro dell’Ambiente ha fornito a Caserta le sue direttive urgenti “per evitare che gli interessi criminali facciamo ripiombare la Regione Campania nella emergenza dopo dieci anni dall’ultima”.

La serie di incendi che hanno danneggiato parte dell’impiantistica regionale allarmano il Governo della Campania, ma soprattutto il Ministro dell’Ambiente Costa. Questa settimana si attendono decisioni importanti a Roma, dopo la escalation di roghi. Nella Campania della Terra dei fuochi a bruciare non sono più i rifiuti nelle campagne, ma quelli nei siti di stoccaggio pubblici e privati.

Intervistato dagli organi di informazione dopo aver partecipato al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza, il Ministro ha chiaramente chiesto un’assunzione di responsabilità sui territori. Un ammonimento che lascia spazio all’ipotesi alternativa  di un nuovo clamoroso commissariamento che avebbe conseguenze imprevedibili nelle province campane, dove i Comuni non si occupano più di rifiuti. Se oggi al massimo si contestano gli impianti di compostaggio, nel caso in cui gli incendi proseguissero i problemi riguarderebbero lo stoccaggio di rifiuti veri. Una prospettiva che nessuno a Napoli e Roma vuole.

Il Sindaco di Montefredane Valentino Tropeano, Presidente dell’Ato rifiuti

LA SITUAZIONE AD AVELLINO E IN IRPINIA. L’Ato rifiuti ha annunciato l’avvio delle sue attività dall’inizio di novembre. Il Presidente Valentino Tropeano ha incontrato nel corso del mese di ottobre i sindaci, preparando il ritorno ai poteti ordinari. Dalle prossime ore è atteso alla prova il direttore generale Anna Rosa Barbati. Sul tappeto il timoniere dell’Ente d’Ambito ha il piano industriale da predisporre, sciogliendo i nodi della nuova gestione operativa oggi ancora affidata ad Irpiniambiente. Dai costi alla tariffa, dai servizi a partire dal modello organizzativo all’impiantistica, qui c’è un intero sistema da riprogettare. Mentre le procure di mezza Campania indagano per accertare l’eventuale matrice della criminalitá organizzata negli incendi agli Stir e alle strutture destinate allo stoccaggio (gli Stir di Casalduni nei presso di Benevento e di Battipaglia; ma anche le aziende private, da Marcianise a Pastorano, da San Vitaliano a Caivano), la parola d’ordine è completare la filiera, rendendo inutili le presunte attivitá di sabotaggio in corso.

La marcia dei trattori contro il Biodigestore

BIODIGESTORE E CICLO INTEGRATO. La questione dell’impiantistica è il vero terreno su cui la Regione Campania e le autonomie locali misureranno l’efficacia della riforma approvata dal Consiglio regionale nel 2016, con l’aggiornamento del Piano dei Rifiuti. I Comuni, quindi i cittadini, si ritrovano ad un bivio fondamentale. Da un lato realizzare la filiera del compostaggio, nell’ottica del riuso e del riciclo che punta all’economia circolare, trasformare il rifiuto in materia prima, alimentando occupazione e sviluppo sostenibile; dall’altro, tornare alla precedente impostazione, aprendo la strada alla installazione di nuovi termovalorizzatori.

Il Vicepresidente della Giunta Regionale della Campania Fulvio Bonavitacola. Tra le sue deleghe, quella all’Ambiente

LA REGIONE LASCIA AUTONOMIA SOLO ENTRO I LIMITI DEL PIANO RIFIUTI. Il Vicepresidente della Regione Fulvio Bonavitacola ha spiegato più volte che il Governo regionale può valutare altre soluzioni solo stabilendo di concerto con le comunità locali dove fare gli impianti. Ma occorre l’impegno dell’Ato dei Rifiuti, ormai costituito, ad assumere la responsabilità di decidere, confrontandosi nel merito con i sindaci. Insomma, deve iniziare ad operare, ottemperando ai doveri stabiliti dalla riforma del 2016. Questa è la stessa linea sposata dal Ministro, che dai Sindaci e dagli Ato si attende risultati immediati.


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