Un eliporto in Valle Ufita
Garantire le emergenze

La Protezione Civile Flumerese, avvezza alle situazioni di emergenza, manifesta la necessità di un eliporto in Valle Ufita.

Un appello all’Unione dei Comuni Terre dell’Ufita da parte della Protezione Civile Flumerese. Pensare ad un eliporto per il bacino ufitano. L’occasione (purtroppo) si è presentata ieri in modo del tutto inaspettato. Il soccorso di un bambino di sei anni avvenuto in elicottero ha rappresentato una “simulazione reale” del disagio da atterraggio in una zona non attrezzata.

Nel dettaglio ieri l’elisoccorso si è poggiato nell’area PIP di San Sossio Baronia. Flumeri non dispone di una zona adeguata per garantire l’atterraggio. Nè tantomeno le aree immediatamente circostanti. La prima parte utile, individuata dalla Protezione Civile è la Valle Ufita, la zona ASI e la parte dove insiste il PIP di Frigento. Qui a dirla tutta, alcuni privati cittadini hanno già rilevato del terreno e in autonomia lo gestiscono per consentire l’aviazione su mezzi leggeri. L’iniziativa ha carattere privato. E’ però segnale di una morfologia del sito che ben si predispone all’atterraggio e al decollo.

L’Ospedale di Ariano Sant’Ottone Frangipane

“In Italia siamo abituati a fronteggiare le situazioni di emergenza dopo che si sono verificate e quando i danni sono già irreparabili”, dichiara il presidente della Protezione Civile Francesco Giacobbe. Prosegue, “purtroppo la triste situazione di ieri ci ha messo di fronte alla constatazione di una realtà. Tutta la Baronia, l’area industriale ufitana, la zona compresa tra Mirabella e Grottaminarda non dispone di un eliporto. L’emergenza sanitaria così diventa faccenda complicata. Bisogna far tesoro di quel che accade e agire d’anticipo”.

Uno sguardo per così dire “privilegiato” quello del capo della Protezione Civile che spesso ha a che fare con situazioni di emergenza. Occhio clinico. “Del resto non credo occorra molto come investimento – dichiara Giacobbe – anche Savignano Irpino in occasione della grande frana venuta giù a Montaguto con immediata prontezza ne realizzò uno per consentire il transito veloce ai soccorritori e alle autorità”. Il riferimento è all’emergenza nazionale del 2006. Al “mostro di terra” (come fu definito da alcuni) che sotterrò la viabilità pregiudicando molto del futuro del posto. Una parte dell’Irpinia che tuttora rimane difficile da raggiungere e da organizzare da un punto di vista infrastrutturale.

La proposta del corpo di volontariato che si appresta a diventare Associazione Intercomunale vuole arrivare prima che sia troppo tardi. E determinata rispetto allo scopo, cerca modi e mezzi per trovare consensi e adesioni.

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