Una domenica dedicata all’elemento di cui l’Irpinia è più ricca, grazie al Fai. In particolare alle sorgenti della Pollentina, dove le acque che alimentano il fiume Calore sgorgano pure, trasparenti e incontaminate, raccolte dalla ricca falda del Terminio e del Tuoro. In diverse centinaia hanno affollato ieri pomeriggio gli impianti, approfittando del sole pomeridiano per visitare anche il suggestivo borgo di Cassano, mille abitanti, in una cornice paesaggistica incantevole. La Pollentina era una delle tappe che il Fai, Fondo Ambiente Italiano ha proposto nell’ambito dell’iniziativa Giornate d’Autunno sabato e domenica in provincia di Avellino, tutte dedicate ad eccellenze idriche dell’Irpinia. Le altre erano a Caposele, a Serino e a Conza della Campania. Le foto pubblicate qui si riferiscono a Cassano, dove a disposizione del pubblico c’erano due guide dipendenti dell’Acquedotto Pugliese 15 persone e i liceali di Nusco.

Partecipazione di pubblico anche alle Sorgenti Sanità di Caposele, da cui dipende gran parte del fabbisogno idrico pugliese. Ad accompagnare i visitatori gli studenti dell’Istituto Comprensivo Statale “F. De Sanctis”, oltre al personale dell’Acquedotto Pugliese. “Da qui parte la rete idrica pugliese lunga 22.500 chilometri (30 volte la lunghezza del Po) e serve più di quattro milioni di persone”, recita la scheda approntata dal Fai. Oltre alla meraviglia delle acque, spesso impetuose lungo il corridoio idrico con la portata alta, qui si trovano esempi significativi della ingegneria acquedottistica, sviluppata on quattro impianti di potabilizzazione e oltre 300 serbatoi.

Chi si è recato alle falde del Terminio ha vissuto un appuntamento con una storia idrica che supera i duemila anni. Dall’acquedotto Augusteo del Serino traevano acqua le principali città romane della Campania. Era l’antica Abellinum, la citta di Avellino allora nel territorio dell’attuale Atripalda, ad aver sviluppato l’acquedotto che oggi alimenta gran parte del fabbisogno idrico della città di Napoli. “Il Fons Augusteus, partendo dalla sorgente detta oggi Acquaro, in territorio di Serino, raggiungeva l’area vesuviana, quindi Napoli e l’area flegrea”, recita la scheda. Gli studenti del Liceo Scientifico De Caprariis di Atripalda e della scuola secondaria di I Grado di Aiello del Sabato hanno introdotto i turisti presso quello che era il più esteso e capace acquedotto dell’impero.

All’Oasi naturalistica di Conza, infine, i volontari del WWF hanno condotto i visitatori in una riserva straordinaria. “Tra le specie presenti vi sono Lontre, Rondini, Cicogne, Tartarughe, Bombi (tipo di insetto impollinatore)”, spiega la scheda. Con i suoi ottocento ettari, l’Oasi rappresenta “la zona umida più vasta della Campania nata nel 1989 dallo sbarramento del fiume Ofanto punto di transito e sosta degli uccelli migratori in rotta verso l’Adriatico. La vegetazione è ricchissima, boschi di Roverella ed il bosco igrofilo con Salici, pioppi, ontani e tamerice”.

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