Antonio Cione, Medico
di Medicina Generale Asl Avellino
Responsabile nazionale Siicp e Sud Snami
di ANTONIO CIONE
Medico di Medicina Generale Asl Avellino
Responsabile nazionale Siicp e Sud Snami

Dopo tre anni di tribolazioni, mal vessazioni e preoccupazioni per cica quattrocento medici di assistenza primaria della provincia di Avellino, arriva una sentenza della Corte dei Conti di Napoli che fa giustizia di una infondata accusa di iperprescrizione di farmaci antipertensivi della categoria “sartani” da parte della Asl di Avellino, con l’ausilio della Guardia di Finanza della Tenenza di Ariano Irpino, con deferimento alla Corte dei Conti di Napoli con l’accusa di danno erariale.
Nel febbraio del 2015 l’allora Commissario Straordinario della Asl Avellino pensò bene di istituire una commissione ad hoc per spalmare su ognuno dei medici di assistenza primaria della provincia di Avellino un danno erariale a lui contestato in seguito ad azione investigativa della Guardia di Finanza di Ariano Irpino sull’ attività prescrittiva dei medici di famiglia e della guardia medica con farmaci contenenti antipertensivi della categoria “sartani” in associazione per curare l’ipertensione dei pazienti dal 2009 al 2014. Allora la delibera CS 88/2015 del Commissario Straordinario di istituzione di una commissione che doveva verificare la sopradetta prescrizione di farmaci contingentati ed attenzionati a seguito di due decreti regionali che consigliavano di utilizzare i suddetti farmaci “sartani” con alcune restrizioni suggerite a seguito di Linee guida discutibili, fece molto scalpore sia nella classe medica della provincia ma anche della regione e della intera nazione. In questa condotta i medici indagati vedevano un ingiusto accanimento giudiziario nei confronti dei medici che avevano una sola colpa: quella di aver prescritto ai propri pazienti i migliori farmaci, e forse i più costosi, per curare al meglio i propri pazienti, scongiurando complicazioni gravi che avrebbero compromesso lo stato di salute dei cittadini pazienti ed avrebbero fatto lievitare i costi della collettività per curare, per esempio, malati di scompenso cardiaco o di ictus cerebrale.
Dopo una serie estenuante di verifiche sui propri assistiti, quasi tutti i medici investiti di questo problema ed invitati a pagare in proprio un danno erariale per aver curato al meglio i propri pazienti ipertesi, si sono rivolti ai legali dei sindacati e non per produrre ricorso contro quella vertenza n.2012/2660/cpl corte dei conti- napoli. Cinque di questi medici che frattanto avevano prodotto le relative controdeduzioni sul proprio operato, come tutti gli altri, furono sentiti dal giudice della Corte dei Conti di Napoli sulla condotta terapeutica adottata di volta in volta nei confronti di ognuno dei propri pazienti ipertesi che in quel momento avevano avuto bisogno di quel farmaco particolare per poter superare al meglio le eventuali complicazioni che la pressione alta può favorire.
Quindi ognuno dei medici ha dichiarato di voler e poter contestare l’accusa di inappropriata prescrizione di farmaci per ognuno dei pazienti e prescrizione per prescrizione o meglio ricetta per ricetta, e non ha inteso accettare nessuna transazione, ma ha chiesto di essere giudicato nel merito.
La sentenza Corte dei Conti n. 860 del 2018 fa giustizia non solo per i cinque medici colleghi della Asl Avellino, ma tutti i medici indagati, evocati in giudizio dalla Procura regionale per inappropriatezza prescrittiva, dichiarando la richiesta di condanna priva di fondamento per mancanza di prova della condotta antigiuridica e del danno.
Con questa sentenza si fa chiarezza e giustizia sulla condotta dei medici di assistenza primaria della provincia di Avellino e si rivaluta e riabilita l’opera dei medici di famiglia, non solo a livello provinciale, ma anche nazionale, vista la giusta e doverosa presa di posizione del Presidente nazionale degli Ordini dei Medici, che ha stigmatizzato la nostra condotta e dato respiro nazionale a questa pagina di Sanità.

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