Fca, assemblea davanti ai cancelli con le istituzioni locali: difendiamo la nostra fabbrica

Il futuro del marchio in Campania come nel resto del Paese è divenuto incerto dopo la morte di Sergio Marchionne. A Pratola Serra vertice istituzionale

Alla Fca di Pratola Serra stamane il confronto tra le organizzazioni sindacali e le rappresentanze istituzionali, cioè le deputazioni regionali, nazionali e gli amministratori locali per parlare delle prospettive legate alla fabbrica avellinese.

Dopo la morte di Sergio Marchionne la Fca ha rallentato drasticamente la produzione in tutti gli stabilimenti italiani, accelerando invece in America. Un segnale negativo, che potrebbe indurre a ritenere il peggio, se non fosse che John Elkann e lo stesso Manley garantiscono che i piani lasciati da Marchionne non saranno alterati. E allora il problema, se non si tocca la pianificazione di un manager che ha sempre sottolineato il valore identitario costituito dalla presenza in italia della ex Fiat, può essere solo il Diesel. Fca starebbe frenando la produzione, risparmiando risorse sul lavoro con il ricorso alla Cassaintegrazione, per dare spazio alle riconversioni. Le notizie circolanti lo confermerebbero. A Cassino le operazioni sono già iniziate, a Melfi si annuncia iun investimento di 200 milioni, mentre per ora restano all’oscuro gli stabilimenti di Pomigliano e Pratola Serra. I tentativi di superare il muro di riservatezza alzato dai manager del Gruppo automobilistico di Torino e Detroit fatti dalla politica e dal sindacato sono andati a vuoto. A Torino, dove Fca e Fiat appartengono al territorio che le ha originate, si osserva compostamente la linea professata dai vertici, oggi preoccupati evidentemente di mantenere segreti piani e obiettivi dallo sguardo e dalle orecchie indiscrete dei concorrenti tedeschi, francesi, giapponesi e coreani, più che da quelli del sindacato.

Nel capoluogo piemontese si consiglia pazienza, almeno fino alla fine dell’anno, invitando a non sottovalutare le rassicurazioni sussurrate da Manley alle rappresentanze sindacali in occasione della presentazione del nuovo piano industriale 2018-2022.

Gli spot televisivi e le inserzioni sui giornali in questi giorni insistono sui forti sconti praticati da Fca per piazzare la giacenza dei modelli motorizzati Diesel, mentre si apprende dalle cronache di modelli in uscita dalle linee di produzione e di altri prossimi ad entrare. Sta succedendo qualcosa, che solo a tempo debito sarà reso noto. Qualche osservatore malizioso ricorda dell’incontro recente del Governo con i vertici di Fca, presente il Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, originario di una delle città italiane dove Fca è presente, Pomigliano d’Arco. I doveri istituzionali impediscono a Di Maio di rivelare ciò che ha ascoltato circa i piani della Fca, naturalmente. Tuttavia, sarebbe logico ritenere che, se avesse avuto notizia o sentore di un possibile imminente smantellamento, probabilmente il suo stesso Movimento, a partire dai parlamentari campani, non testerebbero in silenzio, come invece sta accadendo per quel che riguarda il futuro della produzione automobilistica in Italia.

Nel frattempo, oggi a Pratola Serra, davanti ai cancelli dell’azienda, si annuncia un incontro tra sindacato, lavoratori e rappresentanze istituzionali, per condividere una riflessione sul futuro dell’automotive irpino, già colpito duramente dall’addio della Irisbus e della Fiat ormai dieci anni fa.

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