Sabato 15 settembre il Coordinamento di lotta contro l’installazione del biodigestore di Chianche #NessunoTocchilIrpinia rappresentato da Ranieri Popoli, occuperà una corsia del percorso stradale che va dal casello autostradale di Avellino est fino all’area Pip di Altavilla, che replica di fatto- il percorso indicato per il trasferimento dei rifiuti degli autocompattatori al biodigestore. Il tratto che coincide con l’areale del Docg. Alla vigilia della manifestazione di protesta si annuncia la presenza di circa 100 trattori, vignaioli, cantine vitivinicole, trasformatori, sindaci, cittadini dell’area interessata e della Valle del Sabato, il Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia, Coldiretti, Cia, associazioni ambientaliste e di tutela della filiera agro-alimentare, e Pro Loco. La partenza del corteo è stata fissata alle 8.30 e si concluderà presso l’area del ponte “dei santi” di Altavilla Irpina, dove si terrà uno speech con gli imprenditori della filiera del vino. Sulla linea della difesa dell’areale Docg del Greco di Tufo, il Presidente del Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia Stefano Di Marzo, che denuncia un danno d’immagine per l’areale del Greco e per le politiche di valorizzazione delle etichette e del territorio.

Di Marzo, lei è fra i sostenitori del coordinamento di protesta, come produttore e presidente del Consorzio di Tutela dell’installazione del biodigestore a Chianche.

“Sono al fianco dei vignaioli, trasformatori e delle cantine e protestiamo contro un atto monocratico del sindaco che ha risposto al bando regionale senza tenere conto dell’areale di riferimento per ottenere l’assegnazione dell’impianto”.

Quali sono le vostre valutazioni?

“I compattatori escono ad Avellino est e percorrono 18 km di strada interna, che attraversa ben otto comuni, fra cui Pratola Serra, Prata Principato Ultra, Tufo, Petruro e Chianche: un itinerario che dalle ‘Vie del Greco’ si trasformerà nelle ‘Vie della munnezza’”.

Il biodigestore però è un ‘mezzo’ col quale si lavorano gli scarti organici derivanti dai campi e dall’agricoltura in genere e che vengono poi utilizzati come fertilizzanti.

“In Toscana, che conta 18 Docg, nessuno dei suoi 17 biodigestori è stato installato negli areali vitivinicoli. Lo stesso vale per il Piemonte. La legge nazionale e regionale prevede che i biodigestori vengano installati nelle aree industriali attrezzate e dotate di appositi servizi. In ogni caso gli impianti di smaltimento si costruiscono negli areali a bassa vocazione agricola e impatto estetico”.

Continui.

“L’impianto dovrebbe trattare almeno 30 tonnellate giornaliere di rifiuto organico, proveniente non solo dagli scarti alimentari ma anche dall’allevamento zootecnico e dagli sfalci agricoli di cui è nota la tracciabilità della loro provenienza. E in secondo luogo, non si considera la situazione di emergenza continua in cui versa questa provincia, che finora ha affidato al solo impianto di Teora il carico di smaltimento”.

L’affidamento dell’impianto intanto, è toccato a Chianche, che ha risposto come tanti altri comuni, ad una manifestazione d’interesse pubblicata dalla Regione qualche anno fa.

“L’affidamento non ha contenuti logici: si tratta di un’area ad alta vocazione vitivinicola e rappresenta un patrimonio enorme per il territorio, e che altrove sarebbe stato candidato a patrimonio dell’Unesco; qui invece si immagina un coinvolgimento nel ciclo integrato dei rifiuti”.

Stefano Di Marzo, responsabile della Azienda vinicola Torricino di Tufo e Presidente del Consorzio di Tutela dei Vini Irpini

Oltre all’areale di pregio, le cui produzioni godono del marchio Docg, quali sono le prospettive di respiro turistico e di valorizzazione del territorio che sono state espresse?

“La messa in funzione del monumentale complesso archeologico industriale delle miniere di zolfo “Di Marzo” di cui il comune di Altavilla è comproprietario; che si aggiunge ad un progetto di legge presentato alla Camera dei Deputati per la realizzazione di un Parco geo minerario di Tufo ad Altavilla. Non solo. Sull’area insiste anche la previsione di studio di fattibilità operata dal G.A.L. “Partenio” riguardante l’istituzione del ” Parco fluviale del fiume Sabato”.

Il Comune di Altavilla, con mozione comunale del febbraio 2017 aveva chiesto al Comune di Chianche di ripensare alla decisione unilaterale e monocratica e alla Regione Campania di realizzare uno studio di fattibilità di impatto ambientale rispetto alla vocazione territoriale  del territorio. C’è stata risposta?

“Il movimento di protesta è stato fondato dai sindaci dell’areale del Greco, a cui in questi mesi si sono affiancate Slow Food, le Acli e il Consorzio di Tutela. Il Presidente della Commissione Agricoltura della Regione Campania Maurizio Petracca è informato dei fatti, così come ci sono stati diversi convegni sul tema a Taurasi, Lapio e Torrioni. Abbiamo testimoniato il nostro dissenso, ma come spesso accade, i parlamentari non interpretano le istanze del territorio, e si genera l’antipolitica”.

Il movimento intanto, ha evidenziato altri ‘vizi’ dell’affidamento del biodigestore a Chianche.

“La localizzazione dell’impianto è prevista in un territorio confinante con Chianche, ovvero un’area soltanto individuata come Piano Insediamenti Produttivi ma mai entrata in funzione e di fatto antropizzata; adiacente alla linea ferroviaria Avellino-Benevento e al fiume Sabato; e a una sorgente sua affluente naturale, in pieno areale a Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Greco di Tufo”, nonché nelle vicinanze di case sparse e  di frequentate attività di servizio”.

Valentino Tropeano, si daco di Montefredane e presidente dell’ente d’ambito irpino per i rifiuti

Il Presidente dell’Ato Rifiuti Valentino Tropeano sostiene di non avere ricevuto alcuna proposta alternativa. Il coordinamento si è spinto oltre alla protesta? 

“Noi non diciamo no e basta, ma siamo disposti a valutare altre opzioni. La legge dice che i biodigestori non possono essere installati nelle aree Pip, ma non tocca a noi indicare la strada e suggerisce delle scelte. Noi siamo pronti a spiegare le ragioni del no, e una fitta schiera di imprenditori si è affiancata alla protesta, da Piero Mastroberardino a Capaldo, oltre ai vignaioli e agli ambasciatori vitivinicoli che operano nel mondo. Ci sono tante aree industriali attrezzate nel modo giusto che possono ospitare l’attività”.

Contro la decisione del sindaco di Chianche è stata interpellata anche la giustizia amministrativa.

“Il Movimento ha presentato ricorso al Tar più di un anno fa insieme a sette sindaci, così come è stato fatto ogni atto dimostrativo. Adesso spetta alla Regione fare i passi necessari per revocare la concessione e aggiornare il Piano provinciale con una nuova proposta”.


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I PRODUTTORI DI VINO SFILERANNO CONTRO IL BIODIGESTORE A CHIANCHE

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