Il sindaco di Avellino, Vincenzo Ciampi, alla sua scrivania in piazza del Popolo

Il sindaco Ciampi cerca di eludere il voto dell’aula, temendo di essere sfiduciato sul programma. A due mesi dalla sua elezione, il primo cittadino di Avellino ha finalmente deciso di presentare in consiglio comunale le linee programmatiche dell’amministrazione di Piazza del Popolo, ma per la prima volta nella storia del capoluogo il piano di governo rischia di non essere sottoposto all’approvazione del civico consesso.

Il sindaco infatti starebbe cercando un cavillo normativo per aggirare lo statuto dell’ente ed il regolamento del consiglio che prevedono, come nel resto d’Italia, che l’atto che formalizza l’avvio del mandato riceva il via libera dell’organo di indirizzo, l’assemblea comunale.

Potrebbe, quindi, profilarsi una seduta d’aula senza un reale confronto, nella quale verrebbe unicamente presentata la strategia di governo, previa ratifica della giunta.

In tal modo, non emergerebbe, ciò che è evidente: Ciampi non ha una maggioranza. I Cinque Stelle dispongono soltanto di 5 consiglieri su 32 e sinora il sindaco non ha voluto aprire nessun confronto politico con gli altri gruppi e con le forze organizzate. Ma, soprattutto, dopo i continui scivoloni registrati dal suo insediamento (dai mancati festeggiamenti di Ferragosto alla gogna mediatica contro l’opposizione, dal caso del Ponte della Ferriera, fino al commissariamento prefettizio per l’approvazione del Consuntivo 2017), che hanno provocato non poche polemiche, sarà difficile creare il clima giusto per determinare un consenso attorno alle linee programmatiche.

Per l’inizio della prossima settimana, dovrebbe essere ufficialmente depositato il documento, mentre lunedì 3 settembre si terrà la conferenza dei capigruppo – che si preannuncia ad alta tensione -, che precederà la seduta d’aula prevista per il giorno dopo.

Se davvero Ciampi riuscirà, con un artificio tecnico e con il consenso del presidente del consiglio comunale, Ugo Maggio, ad aggirare le regole ed evitare una valutazione sul suo operato e sul suo programma, è ancora tutto da vedere. Ma in ogni caso a rimetterci saranno la trasparenza e la democrazia.

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