Salvare le case asismiche di Aquilonia, appello da Italia Nostra

Il Vice Presidente dell'Associazione Luigi De Falco ha scritto una lettera al Sindaco Giancarlo De Vito, sollecitandolo a non demolire i quartieri costruiti dopo il terremoto del Vulture nel 1930: «È una testimonianza storica del vostro paese e dell'Italia»

Casette Asismiche di Aquilonia, realizzate dopo il terremoto del Vulture nel 1930

Salvare le case asismiche di Aquilonia non è un obbligo legale, ma deve essere una scelta consapevole. Lo scrive Italia Nostra in una lettera indirizzata al Sindaco Giancarlo De Vito. «Non è il riconoscimento di un valore monumentale che muove Italia Nostra a rivolgere questo appello, ma la consapevolezza della necessità di non cancellare l’ultima testimonianza di una pagina di storia che ha caratterizzato il Vostro paese, e il nostro», si legge nella missiva inviata al Comune di Aquilonia dal Vice Presidente dell’Associazione, Luigi De Falco.


Egregio Sindaco, salvare le case asismiche di Aquilonia si deve

Lettera di Luigi De Falco | vice presidente nazionale di Italia Nostra

Casette Asismiche di Aquilonia, realizzate dopo il terremoto del Vulture nel 1930

Egregio Sindaco, la scrivente Associazione Italia Nostra, fondata nel 1955 e riconosciuta con dPR 22 agosto 1958, n. 1111, persegue le proprie finalità statutarie protese a concorrere alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione. Non è al Suo personale e comunque apprezzabile impegno che l’associazione intende oggi rivolgere critiche per la decisione, dalla scrivente Associazione non condivisa, di procedere alla demolizione delle “Casette asismiche”. E’ alla istituzione comunale da Lei oggi rappresentata, che Italia Nostra chiede di voler soprassedere a tale decisione, invitandoLa a prendere atto del mutato indirizzo culturale che caratterizza la tutela dei centri storici italiani. Non è un caso che proprio assorbendo le nuove spinte della cultura italiana, lo stesso disegno di legge n. 970 assorbito nel testo di sintesi approntato dalla 13^ Commissione del Senato in materia di “Rigenerazione urbana”, in discussione alle Camere proprio in questi giorni, offre la più coerente definizione “dei centri storici, dei nuclei e dei complessi edilizi storici” così come “identificati nell’insediamento storico quale risulta dal nuovo catasto del 1939”. Il predetto ddl n. 970 stabilisce che “la loro tutela è finalizzata a preservare la memoria della comunità nazionale nelle plurali identità di cui si compone e ad assicurarne la conservazione e la pubblica fruizione anche al fine di valorizzare e promuovere l’uso residenziale, sia pubblico che privato, per i servizi e per l’artigianato”. Non dobbiamo “attendere”, ma nemmeno “temere” che il legislatore provveda a promulgare un simile disegno normativo, ma forse è proprio una diffusissima inconsapevolezza del valore collettivo del patrimonio edilizio storico nazionale, in tante realtà locali del nostro bellissimo Paese, che spinge a dover definire “per legge” le necessarie “misure di protezione e di conservazione” delle memoria della comunità nazionale, fatte non solo di beni materiali ma pure dei segni di quella comunità. Non è il riconoscimento di un valore monumentale che muove Italia Nostra a rivolgere questo appello, ma la consapevolezza della necessità di non cancellare l’ultima testimonianza di una pagina di storia che ha caratterizzato il Vostro paese, e il nostro. Altri prima di Lei, in passato, non se ne sono curati. Oggi si presenta a Lei l’opportunità senz’altro “unica” di farlo, anche al passo con i provvedimenti di legge in discussione. Confidiamo nella Sua certa sensibilità, alla quale rivolgiamo appello, affinchè voglia farsi carico di rivedere ogni provvedimento che porti alla demolizione delle Casette ancora residuate dai precedenti scellerati abbattimenti.
Con i migliori saluti



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