“Quando le montagne cantano” di Nguyen Phan Que Mai

Il passato rivissuto attraverso le storie che la nonna della protagonista Huong le racconta: lei ripeteva sempre che “quando i nostri antenati muoiono, non scompaiono davvero, ma continuano a vegliare su di noi”

“Quando le montagne cantano” di Nguyen Phan Que Mai. Il passato rivissuto attraverso le storie che la nonna della protagonista Huong le racconta: lei ripeteva sempre che “quando i nostri antenati muoiono, non scompaiono davvero, ma continuano a vegliare su di noi”. E’ una storia a cui fanno da sfondo le sfide affrontate dal popolo vietnamita nel corso della Storia che sono “come montagne altissime”, il rumore assordante dei bombardamenti e il terrore di venire uccisi e vedere il loro mondo distrutto. Vi è un particolare espediente letterario che alterna, nella narrazione, passato e presente.
La nonna le racconta che aiutava le persone intrappolate sotto le macerie e cantava sempre una canzone, come per esorcizzare tutto quel dolore: raccontandole la sua vita, ”le apre la porta della sua infanzia”: lei viveva in una famiglia benestante, amata dalla sua famiglia.

Un giorno incontra la veggente del villaggio che le dice che lei un giorno “perderà tutto e si troverà a mendicare in una città lontana”. E’ qualcosa al di là della sua realtà, incredibile, che stranamente si avvererà. Durante un viaggio per andare a trovare i suoi parenti, suo padre le fa guidare il carro, vengono aggrediti ed egli sarà barbaramente ucciso. E’ un dolore atroce per lei che comincia a pregare perché lo spirito del padre e del fratello, anche lui orrendamente ucciso, potesse salire in cielo. La riforma agraria crea uno stato di forte tensione e violenze da parte dei contadini: la nonna viene aggredita, le rubano tutto e catturano i suoi figli: è costretta a fuggire di notte, un viaggio irto di insidie e di pericoli, ma lei continua a camminare, perché “una madre non si arrende mai”. Il suo unico scopo era di salvare se stessa e i suoi cinque figli, cominciano a nutrirsi di erbe e di qualsiasi cosa
trovino e chiedono l’elemosina nei mercati.

Il maggiore dei suoi figli rimane a lavorare lì: è un grande dolore, che tuttavia si rinnoverà, perché sarà costretta a lasciare i suoi figli e ad affidarli a qualcuno lungo il cammino e sua figlia le dice che non la perdonerà mai per quello che sta facendo loro. Sua nonna racconta
che, per paura di non riuscire più a ritrovare i posti in cui aveva lasciato i suoi bambini, li aveva segnati su un pezzo di carta e li raccontava al suo figlio più piccolo, così li avrebbe potuti ritrovare: dopo un po’ di tempo, la nonna li va a riprendere tutti e quando ritrova uno dei suoi figli, che credeva morto, in brutte condizioni, lo curerà con amore fino alla sua morte. Huong trascorreva la maggior parte del suo tempo ascoltando le storie della nonna e leggendo libri: viveva le storie della protagonista e ciò le faceva dimenticare in parte le difficoltà della loro vita.

I suoi genitori erano lontani, suo padre era in guerra e la madre era andato a cercarlo. Huong era stata affidata alla nonna, che si era rimboccata le maniche e aveva cominciato a fare la commerciante, per vivere e mantenere la sua famiglia. Lei si sentiva molto amata da sua nonna e quando sua madre torna, disperata per non essere riuscita a trovare suo marito, è cambiata, grida nel sonno, dice di aver ucciso un bambino. L’esperienza della
guerra ha cambiato profondamente la vita di tutti: Huong avverte una profonda tristezza perché ”voleva riavere la sua famiglia”, nota il comportamento di suo zio Sang che non vuole più avere rapporti con la propria madre, perché deve obbedire alle regole del partito e lei è considerata una nemica. Huong si sente in gabbia ma tiene sempre in mente l’insegnamento di sua nonna: “rilassa la mente e costruisci la tua forza interiore, ma anche l’abilità fisica per essere in grado di difenderti dagli altri”.

Il ritorno inaspettato dello zio Dat, ferito e costretto sulla sedia a rotelle rappresenta per lei un momento importante e pieno di tenerezza, perché egli le porta un bellissimo uccellino, intagliato nel legno, dono di suo padre. Huong vedeva sua madre cambiata, si sentiva abbandonata da lei: un giorno prese il suo borsone ma non trovò niente dentro, sente che lei le sta nascondendo qualcosa e trova un quaderno, sotto una pila di carte. Comincia a leggerlo: in quelle pagine lei chiede perdono a suo figlio, il suo bambino e in altri punti invoca il perdono di suo marito. Huong rimane sconvolta, sente di doversi allontanare da lei, ma quando le parla scopre che quel bambino era frutto di una violenza terribile.

La ragazza incontra un suo compagno di scuola e nasce tra loro un rapporto di simpatia e poi di amore, ma avrà sempre nel cuore il ricordo di suo padre che vivrà sempre in lei. Quando si rende conto, per caso, che il nonno del ragazzo era il peggiore nemico di sua
nonna lo lascia, pur soffrendo molto, ma poi la nonna le fa capire che la sua famiglia era all’oscuro di tutto e che la madre del ragazzo era “un bellissimo fiore di loto cresciuto in uno stagno di fango” e dà loro la sua benedizione.

A cura di Ilde Rampino

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