«Frigento protagonista in una Valle Ufita locomotiva d’Irpinia», la sfida di Ciullo

Il Sindaco uscente candidato per il secondo mandato indica gli obiettivi per il quinquennio partendo dal lavoro fatto durante il primo mandato, sottolineando i punti chiave: giovani, lavoro, sviluppo, cultura. E avverte: il destino della comunità dipenderà da quello che riusciremo a disegnare e creare insieme

Con i cantieri aperti dell’alta velocità ferroviaria, la convergenza raggiunta nelle sedi istituzionali sulla piattaforma logistica, gli investimenti realizzati e previsti per mettere il futuro dei giovani al centro dell’azione amministrativa, Carmine Ciullo vede «Frigento protagonista in una Valle Ufita locomotiva dell’Irpinia». Per Ciullo la coesione sociale nel paese, il dialogo con i Comuni del comprensorio, la continuità alle azioni messe in campo in questi anni per riprogrammare con la modernità e l’innovazione l’assetto di questi territori, offriranno a famiglie e imprese opportunità senza precedenti. Frigento è uno dei sette comuni nei quali, durante la tornata elettorale delle amministrative dei prossimi 3 e 4 ottobre, ci sarà una sola lista candidata. Carmine Ciullo è il sindaco uscente e il candidato della compagine ‘Frigento Comune’. Punto per punto, ecco come delinea il suo programma per concretizzare una ripresa solida e duratura per Frigento protagonista in una Valle Ufita proiettata su alta velocità e logistica, ma anche su un riassetto del territorio a partire dai servizi , dopo le conseguenze devastanti provocate sul piano economico e sociale dalla pandemia.

«Frigento protagonista in una Valle Ufita locomotiva dell’Irpinia», il programma di Ciullo. La sfida del candidato sindaco Carmine Ciullo

Il suo antagonista sarà il quorum (più basso rispetto al solito a causa del Covid, ndr), ne ha paura?

Paura no. Durante gli incontri pubblici con gli elettori, però, stiamo evidenziando la necessità di non abbassare la guardia e credere di aver già vinto la nostra partita. Anche perché sui social, nell’anonimato, c’è chi si spende per invitare i cittadini a non recarsi alle urne. Ci sono stati cinque anni per organizzare un’altra lista, chi pensa che abbiamo lavorato male, poteva mettere in piedi una squadra e sfidarci. Nascondersi dietro un nome d’invenzione non è molto onesto e neanche democratico.

Dopo quarant’anni dal sisma del 1980, il municipio, ricostruito dov’era fino a quella notte di novembre, sarà a breve inaugurato. Cosa segnerà quest’evento?

Il municipio dovrà essere di nuovo la casa dei frigentini. L’immobile non dovrà essere percepito solo come sede burocratico-amministrativa, ma dovrà occupare nei cuori dei cittadini il ruolo di ambiente abitabile, posto dell’ascolto, centro per la formazione e la cura culturale. È inutile pensare alla piazza come quella ante-sisma, occorrerà progettare insieme e al meglio l’utilizzo di tutti i locali a disposizione.

Nelle sue parole ritornano spesso enti e attività sovracomunali, il futuro è aprire la porta al vicino?

È già realtà. Stiamo progettando di aumentare le funzioni dell’Unione dei Comuni “Terre dell’Ufita” per ampliare sinergie e condividere la gestione dei servizi comunali, nell’ottica di ridurne i costi e di razionalizzarli partendo dall’esperienza della Stazione Unica Appaltante e dalle Commissioni per il rilascio dei pareri sismici.

Lavorare con altri sindaci porta risultati concreti?

Tali unioni, più o meno stabili, hanno già dato in passato grandi risultati, come l’attività di supporto e sviluppo della stazione ferroviaria “Hirpinia” – il cui cantiere è ormai realtà – in piena Valle Ufita. Come sindaci abbiamo convinto il Ministro dell’epoca della bontà del progetto, e pochi mesi fa, con il protocollo d’intesa sottoscritto dai Comuni di Ariano Irpino, Grottaminarda, Frigento, Flumeri e Melito Irpino, da Confindustria Avellino, dal Consorzio ASI e da CGIL-CISL-UIL abbiamo raggiunto l’obiettivo della piattaforma logistica associata alla stazione.

Di stazione Hirpinia si è parlato molto nella tre giorni di presentazione del progetto Kinesis, che vede l’ateneo napoletano “L’Orientale” come capofila e prevede attività di scambio tra studenti di varie nazioni europee per tentare di bloccare lo spopolamento delle aree interne.

Nel progetto Kinesis riponiamo molta fiducia, sarà un modo originale di leggere il territorio, capire le sue fragilità e tentare strade alternative per invertire la rotta del continuo abbandono soprattutto da parte dei giovani. La stazione Hirpinia aprirà possibilità inimmaginabili, se solo saremo capaci di pensare in grande e non guardare solo all’oggi, puntando, almeno per una volta, alla crescita di un’industrializzazione sostenibile e uno scambio culturale aperto alle partenze, ma soprattutto ai ritorni. Siamo stati coinvolti fin dall’inizio, quindi, se tutto questo fallirà, sarà anche colpa nostra.  

Com’è stato vivere da sindaco l’avvento della Pandemia?

Capisco chi ha pensato di non candidarsi per timore del prolungarsi della situazione sanitaria attuale. I primi mesi sono stati drammatici, un’esperienza che non auguro a nessuno. Con la collaborazione dei volontari delle associazioni locali, abbiamo organizzato una rete di sostegno agli anziani non autosufficienti o senza familiari e a quanti vivevano in necessità, per fornire loro servizi, beni alimentari e sanitari.

Lei è un insegnante, cosa pensa di realizzare per la scuola?

Prima di tutto, penso agli ambienti scolastici. Dopo aver provveduto alla ricostruzione in base alle nuove norme antisismiche dell’edificio scolastico di Pila ai Piani, stiamo per effettuare lo stesso intervento sull’edificio del plesso del Capoluogo. Nel giro di qualche anno potremo dire, senza poter essere smentiti, che le nostre scuole sono le più sicure e funzionali almeno di questa parte dell’Irpinia.

E poi?

Credo molto nella formazione dei giovani, non potrebbe essere altrimenti a causa del mio lavoro. Spero si possa orientare sempre meglio i giovani alla scelta del proprio futuro in base alle caratteristiche peculiari di ciascuno e le necessità reali del territorio. È un compito enorme e richiede un dialogo costante con gli istituti scolastici nonché con le famiglie. Abbiamo capito che la tendenza degli ultimi trent’anni non va più bene. Non basta più raggiungere un diploma o una laurea. Bisogna creare l’humus per realizzare i propri sogni.

Nella vostra attività amministrativa avete già integrato lavoro giovanile e calo demografico. Con quale proposta?

Già dal bilancio 2017 abbiamo inserito interventi sulla fiscalità locale per promuovere le attività imprenditoriali e il rilancio demografico dei cittadini residenti. Saranno protratti e ripubblicizzati. Incentiviamo la creazione di attività commerciali, artigianali o di piccole imprese familiari da parte di giovani (età 18-40 anni) residenti nel territorio comunale; incentiviamo il trasferimento di residenza nel territorio comunale da parte di nuclei familiari aventi almeno un componente di età non superiore a 30 anni, oppure un componente in età scolare (scuola dell’obbligo). Per entrambe le categorie sono previsti degli sgravi fiscali modulati su scaglioni.  

Giovani e lavoro sono due ambiti dove si sommano più fallimenti che vittorie. Cosa ne pensa?

Per ripartire fin da ora, in seguito agli sconvolgimenti creati dal Covid-19, l’Europa ha puntato nettamente sulla prossima generazione. Siamo pienamente d’accordo. In più sono certo che non ci sarà rilancio economico e sociale, se non sarà collegato al settore agricolo. Penso a uno sviluppo serio e moderno di un compartimento ricco di prospettive se affrontato con competenze, uso di mezzi tecnici all’avanguardia e la tecnologia per la comunicazione e la penetrazione nel mercato. Ritengo sia giunto il momento di sostenere la nascita di consorzi di piccoli produttori (es. formaggio, olio, foraggio…) per migliorare la qualità della produzione, per standardizzare la trasformazione e per unificare la commercializzazione secondo le regole di un moderno marketing. In questo modo si creerebbe la possibilità di valorizzare figure lavorative di alta specializzazione che oggi sono costrette a trasferirsi altrove per mettere a frutto i loro studi.

I lavori pubblici sono sempre la parte dei comizi più attesa. Una vecchia tentazione?

Le opere realizzate entrano nella vita quotidiana dei cittadini da quando escono di casa fino a che non vi fanno ritorno. L’elenco dei lavori pubblici previsto nel nostro programma elettorale è molto esteso, buona parte di esso è già in buono stato di avanzamento, numerose sono le progettazioni esecutive realizzate che ci consentiranno il reperimento di fondi e la cantierizzazione di ulteriori lavori.

Quando si avvicinano le elezioni, nei nostri comuni cresce la febbre da turismo. Ne soffre pure Frigento?

La Fondazione Sistema Irpinia ha riconosciuto a Frigento uno degli HUB disseminati nel territorio provinciale. Sarà operativo nei prossimi mesi. Frigento è una perla dell’Irpinia, ma deve continuare a generare cultura e bellezza, non solo puntare stancamente su quanto ereditato dal passato. Non si può sviluppare un’attrattiva turistica di alta fascia con numeri adeguati e sostenibili senza un prodotto valido: in questo caso il prodotto dev’essere un’intera realtà che si racconta attraverso mostre, eventi, laboriosità, prodotti enogastronomici di qualità, angoli affascinanti e distensivi, esperienze originali nel mondo agricolo. Tutto questo va condiviso e potenziato con l’offerta della porzione d’Irpinia dove ci troviamo.

Come vede il futuro?

Sono ottimista. Vedo molte prospettive di crescita su vari fronti e ho annotato riflessioni di esperti, nelle quali si punta sul far conoscere gli esempi postivi presenti, sviluppati con grossa difficoltà da giovani, con nuove esperienze, nuove competenze e nuove capacità. Insomma, ci sono le condizioni per far bene, lavorando sodo, senza poltrire o sognare l’aiuto dall’alto. Senza sacrificio e da soli non si realizza nulla. È l’insegnamento della nostra cultura contadina ed è il resoconto della mia esperienza di vita. Frigento sarà quello che riusciremo a disegnare e creare insieme. Solo uniti Frigento sarà protagonista in una Valle Ufita locomotiva dell’Irpinia.


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