Rete Acqua Bene Comune: un’azienda speciale per salvare l’acqua pubblica

Il Comitato si mobilita per scongiurare il rischio di privatizzazione in vista delle imminenti decisioni sull'Alto Calore Servizi spa, destinataria di una richiesta di fallimento da parte della Procura di Avellino

La  Rete Acqua Bene Comune Avellino esprime preoccupazione per le sorti della gestione idrica pubblica, dopo la richiesta di fallimento avanzata dalla Procura di Avellino. Con una nota, non entrando nel merito della vicenda aziendale, auspica che “si vada verso la costituzione di un’azienda speciale di diritto pubblico in forma consortile”, a prescindere dal destino della Spa erede del Consorzio Interprovinciale Alto Calore, fondato nel 1938 da 31 Comuni delle province di Avellino e Benevento. Su questa piattaforma si annuncia l’iniziativa della Rete Acqua Bene Comune. Di seguito il testo.


Un’azienda speciale per salvare l’acqua pubblica

Nota del Comitato Acqua Bene Comune Aspettando Godot

Una conduttura idrica gestita dall’Alto Calore Servizi spa

Il Comitato Acqua Bene Comune Aspettando Godot ha appreso la notizia della richiesta di fallimento dell’Alto Calore Servizi avanzata dalla Procura della Repubblica di Avellino. Al di là delle eventuali responsabilità personali che non spetta a noi valutare, riteniamo che ciò riproponga  in modo drammatico il rischio della privatizzazione del servizio idrico nella nostra provincia, cancellando l’acqua come Bene Comune e la decisione di 27 milioni di cittadini italiani che nel 2011 si espressero col referendum a favore della gestione pubblica di questo bene prioritario per la vita. Ciò avviene nonostante sia in corso un piano di risanamento e investimenti pubblici per il rifacimento di alcune reti e l’ammodernamento di impianti. C’è una situazione di crisi ma non riteniamo che il fallimento sia la via migliore per tutelare la gestione pubblica della risorsa, gli utenti, i lavoratori, i creditori e le amministrazioni locali. La verità è che siamo di fronte ad una pesante sconfitta della classe politica irpina tutta che non sa difendere le risorse del territorio e rischia di lasciare spazio all’aggressione degli interessi economici di gruppi privati che vogliono mettere le mani su questa risorsa fondamentale per ricavarne profitti oggi e nei prossimi decenni, quando l’acqua diventerà ancora più preziosa e la gestiranno a discapito delle generazioni future. Il nostro Comitato si ribella di fronte all’incapacità della politica che non sa e non vuole rappresentare gli interessi reali della cittadinanza. Per questo faremo sentire la nostra voce insieme ai cittadini e a tutti coloro che si mobiliteranno per impedire che il principale bene irpino venga svenduto. Auspichiamo, anzi, che si vada verso la costituzione di un’azienda speciale di diritto pubblico in forma consortile.


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