Alto Calore Servizi spa, la Procura di Avellino chiede il fallimento

Per gli inquirenti il dato accertato è quello di una profonda crisi aziendale in assenza di prospettive di concreto risanamento, rispetto a un indebitamento di quasi 150 milioni di euro. Le reazioni della politica e del sindacato

La Sezione contro la criminalità economica della Procura della Repubblica di Avellino chiede il fallimento per l’Alto Calore Servizi spa. La società gestisce l’infrastruttura idrica per il territorio delle province di Avellino e (parzialmente) di Benevento. Nell’ambito dei 127 Comuni serviti, garantisce al momento la gestione del servizio idrico integrato, dalla captazione all’accumulo, all’adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili e industriali, inclusi i servizi di fognatura e depurazione delle acque reflue, nonché attività connesse e collegate (compresa la manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni patrimoniali connesse allo svolgimento del servizio idrico).

Il Palazzo di Giustizia di Avellino, sede del Tribunale e della Procura di Avellino

L’istanza di fallimento dell’Alto Calore Servizi spa scaturisce al termine di mirate indagini, coordinate dalla Procura di Avellino con l’ausilio dei Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Avellino. Secondo quanto si apprende, si sono articolate nell’analisi approfondita dei dati societari contabili e fiscali, con acquisizioni documentali ed escussione dei soggetti interessati, tra i quali rappresentanti governativi nazionali e della Regione Campania, della Provincia di Avellino e dei Comuni partecipanti all’azionariato dell’Alto Calore, società in house con capitale interamente detenuto da enti pubblici. Per gli inquirenti il dato accertato è quello di una profonda crisi aziendale, con risultati annui di esercizio caratterizzati da un trend costantemente negativo da più di un decennio e un’esposizione debitoria giunta ormai, in assenza di prospettive di concreto risanamento, a quasi 150 milioni di euro.

LE REAZIONI

VINCENZO CIAMPI (M5S): GARANTIRE I POSTI DI LAVORO. «Non gioisco per questa drammatica situazione in cui si trova oggi una storica società pubblica della provincia di Avellino. Penso agli utenti e alle difficoltà che potrebbero ripercuotersi sui cittadini, penso ai lavoratori dell’azienda», ha dichiarato Vincenzo Ciampi Consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle. «Nel mio esposto che presentai alla Procura di Avellino e alla Corte dei conti in qualità di Sindaco (e nelle successive mie dichiarazioni al Sostituto procuratore) manifestavo le mie perplessità in merito al piano di risanamento con aumento di capitale; alla trasformazione del consiglio di amministrazione con tre membri ad amministratore unico; le mancate valutazioni di rischio del Controllo analogo; nonchè la questione riguardo ai canoni di depurazione e infine l’effettiva composizione dei debiti e crediti iscritti in bilancio», si legge, tra l’altro, in una nota. «Per onestà intellettuale devo riconoscere anche che l’attuale gestione si è impegnata per ridurre debiti e sprechi. Massima fiducia per la Procura per la sua operazione verità, ma la politica si adoperi per salvaguardare acqua pubblica e posti di lavoro. Mi adopererò nella mia attività di consigliere regionale perchè non si receda da questi principi fondamentali».

CGIL: PROTEGGERE L’ACQUA PUBBLICA A 10 ANNI DAL REFERENDUM. «La Cgil di Avellino, con le categorie, lotta da sempre per l”acqua come bene comune’. E così, come avevamo già detto in tempi non sospetti anche per la gestione del PNRR e delle infrastrutture – si deve adesso aprire una discussione con la Provincia e con gli enti locali soci sulla gestione del Servizio Idrico Integrato in provincia di Avellino nel Sub ambito Calore, per provare a fare una Newco», afferma Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil di Avellino. «Oggi dobbiamo rincorrere e come detto nel decennale del referendum sull’Acqua bene comune chiediamo alla provincia, socio, e a tutti gli altri enti di prevedere un’azione concertata per tutelare i lavoratori e la risorsa con una società pubblica Che lasciando da parte vecchie logiche recuperi le competenze e operi in Economia, efficienza ed Efficacia, per il bene del territorio che della risorsa acqua ha ampi giacimenti ma ha avuto una bruttissima gestione». Fiordellisi sollecita «una discussione politica ampia e sincera per riaffermare il Diritto all’Acqua pubblica ma anche alle opportunità offerte da una buona gestione del servizio idrico in termini di utilità per i cittadini, di attività in infrastrutture, tutela ambientale e lavoro dignitoso».


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