Le città saranno protagoniste della ripartenza in una Campania che in queste settimane e mesi sta riprogrammando sotto la spinta della Regione il suo futuro. Ne è convinto Pietro Vasaturo, Direttore amministrativo dell’Arpac e dell’Osservatorio Regionale sulla Gestione dei Rifiuti in Campania, a poco più di un anno dalla conclusione del suo lungo percorso dirigenziale, dopo 43 anni di servizio nel 2023.
Da interlocutore delle commissioni consiliari regionali della Campania per l’Ambiente e la Terra dei Fuochi, oltre che per le funzioni nell’Agenzia e nell’Osservatorio, il Direttore Vasaturo segue l’elaborazione in corso del ‘Piano Regionale di Sviluppo sostenibile’, che il Vicepresidente Fulvio Bonavitacola porta avanti in Campania e nel Mezzogiorno come Coordinatore per il Sud del Recovery Plan presso la Conferenza dei Presidenti delle Regioni. In questo quadro, considera decisivo l’appuntamento elettorale imminente nelle principali città campane, come spiega a Nuova Irpinia. «In Campania e in Italia c’è la necessità assoluta di realizzare la massima coesione tra le istituzioni per fronteggiare le devastanti conseguenze di un anno e mezzo di pandemia, per impiegare bene le importanti risorse finanziarie ottenute dall’Unione Europea. Realizzare un nuovo modello di sviluppo, condiviso, sostenibile e fortemente innovativo richiede coesione». Per questo, sottolinea, «occorre una forte assunzione di responsabilità da parte di tutti, sui territori e nelle città, nelle aree interne e costiere, dove le istituzioni locali sono chiamate a cooperare attivamente con la Regione, con il Governo nazionale, dialogando con le componenti sociali. Perciò «è evidente l’importanza di avere nei prossimi mesi alla guida delle città protagoniste della ripartenza in Campania sindaci preparati, motivati ed autorevoli con cui costruire sul dialogo e la collaborazione la prospettiva di rilancio per la Campania dei prossimi decenni». La cornice del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), aggiunge è «una straordinaria occasione per fare realmente passi in avanti sulle politiche ambientali, segnatamente sui temi chiave dell’aria, dell’acqua, dei rifiuti e dell’energia, settori che possono produrre crescita e sviluppo migliorando la qualità della vita umana e del pianeta».
Direttore Vasaturo, Lei è stato dal 2017 fino a poco tempo fa anche il Direttore provinciale dell’Arpac ad Avellino, apprezzato in Irpinia per il dialogo stabilito con le associazioni sui temi dell’inquinamento atmosferico e fluviale. Ritiene che il PNRR e il Recovery Fund possano portare alla sostenibilità ambientale?
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Recovery Fund, il Next Generation Eu sono strumenti importanti e decisivi, che richiedono collaborazione istituzionale. Il Presidente della Campania Vincenzo De Luca e il Vicepresidente Fulvio Bonavitacola si stanno impegnando in questa direzione anche nel confronto con le altre regioni meridionali. In Campania c’è una Cabina di regia, c’è il Coordinamento della Sostenibilità Ambientale presieduto dal senatore Enzo De Luca, organismi che fanno capo all’Assessorato all’Ambiente. Ma c’è anche un confronto con gli enti locali da completare. Credo serva uno scatto in avanti sui territori ora…
Ad esempio?
Superando ogni distanza e steccato, sui territori occorre concretezza: è importante l’ascolto locale da un lato, la collaborazione attiva con Regione e Governo dall’altro. Per risolvere i grandi problemi bisogna parlarsi con franchezza partendo da una stretta di mano. Ciò che conta è il bene comune.
A volte in questi tempi risulta difficile anche per chi rappresenta istituzioni importanti mettere da parte l’appartenenza. L’emergenza economica provocata dalla pandemia farà il miracolo?
Personalmente l’ho sempre ritenuto un dovere come dirigente rispettare interlocutori e istituzioni. Sono stato alla guida dell’Arpa Campania da commissario col Governo di Centrodestra guidato da Caldoro e sono stato confermato da quello di Centrosinistra presieduto da De Luca. Nel frattempo ho collaborato con il Ministro dell’Ambiente Costa in una recente fase, operando nel solco tracciato dalla Amministrazione regionale. Ho potuto lavorare senza interferenze o ingerenze. E i risultati raccolti sono sempre stati confermati dalle autorità di controllo. Contano serietà, senso dello Stato e del dovere, non il colore politico quando si guida una istituzione.
Direttore, in questa nuova fase intende avere un ruolo?
Esaurite le mie attuali funzioni, per le quali mi spenderò fino all’ultimo minuto, il mio interlocutore sarà l’Inps. Nel 2023 andrò in pensione.
Esclude altre forme di impegno?
Se sollecitato potrò dare qualche consulenza a titolo gratuito, ma dopo 43 anni di attività professionale lascerò il servizio.
Abbiamo parlato dell’importanza che le città avranno nel prossimo futuro della Campania. Su tutte Napoli giocherà certamente un ruolo decisivo anche nel contesto nazionale. Quale candidato sceglierebbe?
I risultati conseguiti come Rettore di una grande università europea quale la Federico II, la sua dimostrata capacità di dialogo con i giovani, la competenza, lo spessore culturale e la sensibilità sociale fanno di Gaetano Manfredi la persona più adatta ad affrontare i complessi problemi di Napoli. Considero il professor Manfredi la risorsa giusta per progettare e realizzare il futuro di una città che oggi più che mai ha la responsabilità di ispirare l’intero Mezzogiorno.
Da salernitano, chi sceglie nella sua città?
Sono convinto da sempre che occorra un secondo mandato per valutare fino in fondo e con oggettività l’operato di un amministratore locale, di un sindaco. Questo vale certamente per Vincenzo Napoli, che a Salerno ha iniziato un lavoro importante. Come ho detto con alcuni amici, a proposito delle elezioni a Salerno, si potrebbe adoperare uno slogan: vedi Napoli e poi voti.
Continui.
Nel merito, Salerno è una città in forte trasformazione da alcuni decenni. È in corso una sfida per la modernità, valorizzando risorse naturali e potenzialità economiche e sociali riconosciute da tutti. Il Sindaco Napoli deve poter completare con un secondo mandato quanto messo in campo finora.
Al netto delle sue preferenze, cosa si aspetta da questo voto?
Tocca ai cittadini scegliere e l’esito andrà rispettato, qualunque sia. Mi aspetto questo. Servirà avere città protagoniste della ripartenza in Campania. Confido che prevalgano i candidati migliori e che gli sconfitti sappiano dare il proprio contributo nel rispetto dei ruoli che l’elettorato attibuirà. È fondamentale per la qualità della nostra democrazia e per l’interesse dei cittadini, che un minuto dopo la proclamazione degli eletti si riconosca ai vincitori il diritto e il dovere di rappresentare per intero le comunità di riferimento. L’autorevolezza e, se mi permette, anche quella che un tempo si definiva la ‘sacralità delle istituzioni’, costituiscono il fondamento democratico che oggi abbiamo il disperato bisogno di riscoprire.
Cosa resta alla politica?
La funzione della politica è alimentare la competizione delle idee, fornire indirizzi, avanzare proposte e preparare nuovi protagonisti, che giunti ai vertici delle istituzioni devono operare al di là delle originarie appartenenze ideologiche e politiche, nell’interesse esclusivo e complessivo di tutti. Mai più si dovrà assistere a conflitti tra rappresentanti istituzionali, men che mai veder negata la stretta di mano all’interlocutore. Lo Stato e le istituzioni si servono con dedizione, onore e lealtà. Il rispetto delle funzioni è indispensabile.
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