Gestione idrica pubblica in Irpinia e Sannio, Vignola: piano da 2,3 miliardi

Il presidente dell'ambito idrico Calore Irpino è intervenuto al webinar promosso dal Comitato Acqua Bene Comune di Avellino. Piano d'Ambito dell'Eic all'esame dei distretti. Il 9 febbraio tocca alle province di Avellino e Benevento

La gestione idrica pubblica in Irpinia e Sannio deve andare avanti, consolidandosi. Ciò potrà avvenire rifacendo infrastrutture e ammodernando impianti, premessa indispensabile per consentire al gestore una operatività improntata all’efficienza, all’economicità e alla sostenibilità tariffaria e ambientale. Lo ha detto intervenendo insieme all’amministratore unico di Alto Calore Servizi, Michelangelo Ciarcia, al webinar promosso dall’Associazione Acqua bene Comune – Aspettando Godot. Si tratta del secondo appuntamento proposto dal comitato per discutere delle opportunità offerte alla tutela idrica dal Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza. Vignola ha indicato che una nuova fase è ormai prossima. Ora che il piano d’ambito regionale è stato adottato dal comitato esecutivo dell’Ente Idrico Campano,  nei prossimi mesi si compirà la riforma che il Governo è il Consiglio regionale hanno elaborato nel 2016 con la Legge 15. Tutelare con l’acqua i fiumi, le sorgenti e i corpi idrici, garantendo ad ogni cittadino il diritto all’accesso al bene più prezioso per la vita, ha sottolineato.

Michele Vignola

“UN PIANO D’AMBITO DI PORTATA STORICA PER IRPINIA E SANNIO: INVESTIMENTI PER 2,3 MILIARDI DI EURO”. Il Presidente Vignola ha rimarcato quella che ha definito la portata storica del Piano d’Ambito. “Prevede per il nostro distretto un investimento da 2,3 miliardi di euro, con la ristrutturazione e potenziamento delle strutture”. Si tratta, ha osservato, “dell’investimento pro capite più alto in Campania, se confrontato con Napoli e i paesi vesuviani, il Sele e Caserta. Contrariamente al passato siamo il distretto con maggiore disponibilità perchè abbiamo maggiore risorsa idrica e per la prima volta registriamo una inversione di tendenza in cui non si considera il peso demografico”.

“RETI EFFICIENTI, RIEQUILIBRIO DEI TRASFERIMENTI IDRICI E FINE DELLA PENURIA ESTIVA: PER IRPINIA E SANNIO LA SFIDA DECISIVA”. Il presidente del Distretto idrico Calore Irpino, Michele Vignola, ha convocato il Consiglio per il prossimo 9 febbraio, con all’ordine del giorno le valutazioni sulla nuova programmazione. Ci sono 60 giorni dedicati alle osservazioni, per consentire a Comuni, associazioni e portatori di interesse di intervenire e partecipare. L’obiettivo di massima annunciato dal presidente del Distretto è riqualificare le reti per dare al prossimo gestore unico una “industria” solida e blindare la gestione pubblica. Ma anche garantire un riequilibrio dei trasferimenti idrici fra province e campane e interregionale; e attivare i servizi ecosistemici per i comuni depositari di sorgenti. Il Piano programma la spesa al di là di quegli apporti che potranno venire dal Recovery Fund. Vignola ha sottolineato che sul tappeto ora c’è la progettazione sviluppata già dall’ex Ato Calore nel decennio scorso. “Evitiamo di fare confusione: il Piano d’Ambito che ha valore trentennale ha al suo attivo un lavoro immane a livello regionale e nazionale: basti pensare che dal 2019 lavoro alla ricognizione sul nostro Distretto. Poi c’è stata la pandemia, ma siamo comunque riusciti ad approvare il preliminare e ad adottare il piano d’ambito definitivo a dicembre” ha spiegato Vignola.

“GESTIONE IDRICA PUBBLICA IN IRPINIA E SANNIO, MA NEL QUADRO COMPOSITO ATTUALE”. Ricognizione delle infrastrutture – quindi acquedotti, fognature e depurazione- programma degli interventi, modello gestionale e operativo, oltre al conto economico. Oggi il piano d’ambito distrettuale appena definito trae spunto dagli asset strategici del piano d’ambito regionale, quindi con una priorità di interventi, un piano economico e un modello gestionale operativo. “Quindi consideriamo il Recovery Fund una opportunità che si aggiunge. Gli attori al tavolo sono l’Eic che sovrintende ai gestori; Alto Calore non è l’unico gestore del nostro distretto Irpinia e Sannio, che ha anche la Gesesa che governa alcuni comuni del beneventano, l’Aqp e altri piccoli gestori. Il nostro obiettivo sarà quello di individuare un gestore nel nostro distretto e personalmente confermo l’opzione del pubblico, anche se sarà il Consiglio di distretto a doversi esprimere in tale senso. Discuteremo di una gestione pubblica e gestione di sistema” continua. “Nonostante le riserve e le problematiche riguardo alla condizione debitoria di Alto Calore ci spetta una lavoro di squadra. Bisogna dare atto all’amministratore Michelangelo Ciarcia che sta facendo un lavoro enorme da ogni punto di vista: economico, per il recupero crediti, e organizzativo, perchè fronteggia l’assenza di tecnici specializzati”.

“IN CAMPANIA OCCORRE EQUITÀ SULLA RIPARTIZIONE DEGLI ONERI: IRPINIA E SANNIO PENALIZZATI”.  Michele Vignola ha chiarito che l’obiettivo, al di là degli assetti, è ristabilire equilibrio ed equità nel costo economico e sociale della gestione idrica in Campania. “Regione, Eic e Comuni dovranno giocare una partita importante sul riequilibrio delle fonti idriche fra la nostra provincia e l’Acquedotto Pugliese, ma anche all’interno delle nostre province. Noi sosteniamo i costi dell’emungimento e sollevamento, del trasferimento. Altrove acquistano l’acqua senza costi e applicano la tariffa più bassa. Non c’è dubbio che le concessioni in atto siano legittime, ma sono state pensate in epoche diverse. Oggi con la quota trasferita anche da Conza ci impone di recuperare i 2.400 litri di Cassano, e Aqp deve lasciare i Comuni che gestisce in provincia di Avellino”, argomenta il Presidente del Distretto irpino sannita.

“FENESTRELLE, CASSANO IRPINO E CAMPO SAURO, INVESTIMENTI STRATEGICI DELL’EIC”.  Vignola ha evidenziato, inoltre, alcuni degli interventi strategici finanziati dall’Ente Idrico Campano. In particolare, i 2 milioni e 800 mila euro per il Fenestrelle e i 6 milioni – attraverso l’Alto Calore – per la pompa di sollevamento e raddoppio di Cassano Irpino. “Un’opera fondamentale alla luce della strategia annunciata dall’Assessore regionale Fulvio Bonavitacola sulla restituzione delle sorgenti di Cassano all’Irpinia. Senza questa opera non potremo utilizzare le sorgenti ad avvenuta restituzione”. La Regione e l’Eic lavorano alla compensazione delle risorse idriche: l’opera da 45 milioni per l’acquedotto a medio carico consentirà anche un enorme risparmio energetico. Sono stati stanziati, inoltre, anche 30 milioni di euro per il completamento dell’acquedotto di interconnessione a Campo Sauro nel beneventano, insieme a diga di Campo Lattaro, che quest’anno ha fatto passi avanti notevoli. Si tratta di una riserva di 500 litri al secondo che servirà per l’agricoltura: così non avranno più necessità di acqua che distribuisce l’Alto Calore”.

DEPURAZIONE, ACCORDO DI PROGRAMMA PER 27 PROGETTI NELLE PROVINCE DI AVELLINO E BENEVENTO.  Nel suo riepilogo degli investimenti in corso, il Presidente  Vignola ha ricordato anche la firma dell’Accordo di Programma che ha finanziato 27 progetti sulla depurazione nelle province di Avellino e Benevento. La nota dolente riguarda la penuria di tecnici, fattore ritenuto penalizzante anche nella prospettiva del Recoverý Fund.

“L’EIC SCEGLIERÀ IL NUOVO GESTORE PER IRPINIA E SANNIO, NON SARÀ TRADITO LO SPIRITO DEL REFERENDUM”. Intanto il consiglio di distretto dell’Ente d’Ambito- come gli altri campani- dovrà pronunciarsi sull’affidamento al gestore unico del servizio idrico integrato. I referenti del Comitato Acqua Bene Comune hanno ribadito il timore di una svolta a favore del privato. Ma Vignola rassicura. “Il Consiglio di Distretto affronterà questione dell’acqua pubblica. Bisogna fare in modo che l’opzione della gestione idrica pubblica in Irpinia e Sannio debba trovare concreta applicazione. L’Aqp negli accordi deve lasciare le quote in cambio del prelievo del potabilizzatore di Conza, e Caposele deve valutare se ha i requisiti per una gestione autonoma come Comune. Dobbiamo pianificare i prossimi 30 anni. Non ci preoccupa il gestore di Benevento, in cui pure c’è la parte pubblica anche se non è maggioritaria. Gesesa è in scadenza” conclude.


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