“Progetto da 90 milioni per restituire Cassano all’Irpinia”, Ciarcia: priorità la ‘Dorsale’ idrica

L'amministratore unico dell'Alto Calore annuncia l'obiettivo strategico per superare definitivamente la crisi idrica sul territorio della provincia di Avellino

“Progetto da 90 milioni per restituire Cassano all’Irpinia”. L’amministratore unico dell’Alto Calore Michelangelo Ciarcia annuncia l’obiettivo strategico per superare definitivamente la crisi idrica sul territorio della provincia di Avellino.

Michelangelo Ciarcia, amministratore unico dell’Alto Calore Servizi spa, in audizione parlamentare sulla gestione idrica

Investire sul rifacimento di tutta la “dorsale” che parte da Cassano e trasferisce acqua ad una buona parte dei comuni della provincia di Avellino e alcuni di Benevento è la sfida lanciata in occasione del webinar promosso dall’Associazione Acqua Bene Comune di Avellino. “La attuale dorsale è particolarmente vecchia e va sostituita integralmente, con un investimento da 90 milioni di euro. Il progetto preliminare è stato redatto, e ad oggi va collegato anche ad un altro aspetto: recuperando tutti 2.400 litri prodotti da Cassano, la rete non sarebbe sufficiente. Noi sosteniamo l’Assessore Fulvio Bonavitacola, e condividiamo la scelta di riequilibrare i prelievi” ha spiegato Ciarcia, che ritiene prioritario il progetto da 90 milioni per restituire Cassano ell’Irpinia con la nuova Dorsale.

IL PROGETTO. “Il progetto si innesta in una serie di altre iniziative che stanno trovando la quadra.: la dorsale va rifatta con tubazioni di diametro che possano contenere la portata. Non è un caso che la attuale rete da tempo sia oggetto di riparazioni continue, e che le spese di energia elettrica sostenute da Alto Calore fino a 17milioni di euro si concentrino prevalentemente per la gestione dell’impianto di Cassano e per il sollevamento della pompa” ha argomentato. “Sul Recovery Fund non posso prendere impegni ad horas, ma so che acquisire il finanziamento è necessario. Il supporto della Regione Campania ci sarà, ma i progetti di ammodernamento delle reti vanno adeguati; gli studi e progettazione e di massima sono stati seguiti. In Alto Calore ci sono competenze e persone di valore con grandi conoscenze che possono sviluppare in poco tempo il progetto. Vogliamo lanciarci nella sfida, altrimenti avremmo portato le carte in tribunale 2 anni e mezzo fa, e avremmo rinunciato alla gestione pubblica dell’acqua. Noi vogliamo dare credibilità all’Alto Calore che è gestita al 100% dai Comuni, e l’Eic deve indicare la gestione pubblica”.

La sede dell’Alto Calore Servizi in corso Europa ad Avellino. Il particolare degli uffici di presidenza

IL RIASSETTO ORGANIZZATIVO DELL’ALTO CALORE. Altro tema sollevato dai referenti del Comitato è l’assunzione dei tirocinanti nella società, che ad oggi rappresentano il ricambio generazionale e anche la linfa vitale che potrebbe determinare la ripartenza. “Chi pensava che la mia candidatura alla regione fosse in funzione dell’incarico svolto è stato smentito. Ci sono tanti funzionari di Alto Calore hanno sostenuto altri candidati. Con grande senso di responsabilità ho saputo tenere separate le due cose. In Acs stiamo sfoltendo con prepensionamenti: nell’ultimo triennio ci sono stati 70 pensionamenti, e devono essere sostituiti, perchè Alto Calore non è un carrozzone. Abbiamo rinunciato ad altre forme di aiuti sulla formazione ed è stato aperto il tirocinio formativo, finanziato da Alto Calore, di 1 anno di lavoro a 500 euro al mese. Non ci sono limiti d’età, anche per chi è stato licenziato e deve ricollocarsi al lavoro. Questa non è stata una promessa di assunzione perchè si accede solo per concorso. La selezione però consente un titolo di merito per il concorso stesso. Abbiamo bisogno di personale nuovo, giovane e motivato, per un rilancio complessivo dell’azienda” conclude l’amministratore unico, determinato a difendere la gestione idrica pubblica nell’ambito irpino e sannita.


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