Recovery Fund in Campania, Bonavitacola: sindaci e territori saranno protagonisti

Il Vicepresidente della Regione e Coordinatore per le Regioni del Mezzogiorno è intervenuto al Focus promosso dal centro Guido Dorso. Critico sulla piattaforma nazionale "pochi contenuti", ma determinato: il Mezzogiorno stavolta sarà protagonista ai tavoli nazionali

“Sindaci e territori saranno protagonisti del Recovery Fund in Campania”. Lo ha annunciato il Vicepresidente della Giunta regionale Fulvio Bonavitacola  e Coordinatore delle Regioni meridionali per il Recovery Plan presso la Conferenza dei Presidenti delle Regioni, intervenendo al Forum dedicato al Next Generation in Irpinia dal Centro Guido Dorso di Avellino.  Reduce dalle audizioni alla Camera proprio sul tema della programmazione straordinaria dei fondi europei per il rilancio economico post pandemico, Fulvio Bonavitacola è intervenuto al webinar “Next generation Irpinia. Idee e proposte per lo sviluppo” insieme al consigliere particolare del Premier Conte per il Mezzogiorno Gerardo Capozza, al presidente di Confindustria Avellino Emilio De Vizia e agli amministratori provinciali e locali.

Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della Giunta Regionale della Campania

“RECOVERY FUND IN CAMPANIA, IL 30 APRILE IL PIANO”.  Il Vicepresidente della Giunta campana ha fatto il punto sui lavori del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. “Nelle prossime settimane ci sarà un confronto con le Regioni, decise a rispettare la data del 30 aprile prevista per la presentazione ufficiale del piano” ha esordito, “Ma constatiamo che il Mezzogiorno aleggia tra tante ipocrisie e luoghi comuni: c’è poca sostanza nei documenti depositato il Parlamento”, anche se rileva miglioramenti nell’ultima versione. “Permangono grandi limiti”, a osservato con rammarico. Tuttavia, si è detto moderatamente fiducioso, data la posta storica della sfida lanciata in Italia dall’Europa. Traendo spunto da una analogia del Recovery Plan con il Piano Marshall del dopoguerra, e da un opportuno confronto storico con il pensiero meridionalista di Guido Dorso, Bonavitacola ha sottolineato il risultato ottenuto dal Governatore De Luca, che “dopo 50 anni ha unito le regioni del Mezzogiorno per una battaglia comune in Parlamento”. In questo quadro, ha spiegato, “mentre le linee guida dell’Europa sono molto chiare nel ruconoscere al Sud un ruolo determinante nella crescita del sistema Paese, l’Italia ancora stenta a colpevolmente a farlo”. Bonavitacola vede per il Mezzogiorno l’occasione storica di accorciare in Italia il divario tra regioni maggiormente sviluppate e quelle in ritardo, non colta con il Piano Marshall, equivalente al Recovery Plan in termini finanziari, supportando le valute di oggi e di allora. “L’occasione storica prospettata da Guido Dorso, il suo auspicio a realizzare la coesione territoriale non fu colta e, il tema è tuttora aperto. C’è purtroppo ancora oggi un atteggiamento di grandissima ambiguità nei confronti del Mezzogiorno”.

“IL MEZZOGIORNO PRETENDE CIÒ CHE L’EUROPA HA DATO PER IL SUD: IL 34% NON BASTA”. Fulvio Bonavitacola ha rivendicato il peso delle regioni meridionali nel riparto del Recovery Plan. Si è detto d’accordo con la Svimez e con il suo documento, in cui si evidenzia il problema in quote. “La ripartizione del 34 e del 66 per cento delle quote non sta in piedi. I 750 miliardi stanziati complessivamente all’Europa, prevedono un trasferimento a noi di 209 miliardi perchè l’Italia ha il Mezzogiorno. Una condizione che la Germania ha sanato con l’unificazione delle due aree geografiche. Oggi da noi il Mezzogiorno resta un tema dirimente: il Sud non è da assistere, ma è una occasione di sviluppo nel sistema Paese. La risposta da dare è quella di attrarre beni e sevizi qui per elevare il prodotto interno lordo per l’Italia, ma nella visione nazionale questo stenta ad affermarsi”. A questo proposito, il Vicepresidente della Campania ha anticipato che nelle prossime settimane ci sarà una nuova iniziativa del Governatore De Luca: “Ai tavoli nazionali insisteremo per avere una voce unica, al di là degli schieramenti. Si annuncia una battaglia neo sudista non in senso borbonico, ma moderno. Dai nuovi equilibri deriveranno risorse adeguate per costruire un Mezzogiorno protagonista in Europa”.

Guido Dorso

LE CRITICITÀ DEL PIANO NAZIONALE. Bonavitacola ha confermato un certo scetticismo nei confronti del nuovo testo elaborato dal Governo nazionale anche in merito alla sostituzione dei finanziamenti per opere già finanziate, per ora non meglio identificate. “Le Regioni non sono state considerate come devono esserlo: la Carta Costituzionale prevede che la programmazione economica per alcune materie avvenga per intesa con le Regioni. Siamo in una fase di transizione politica, ma torna l’atteggiamento neo centralistico. Non possiamo immaginare un commissario per ogni opera pubblica; ci vuole una riforma legislativa, e il decreto semplificazione è solo una aspirina rispetto alla cura necessaria. A questo bisogna aggiungere un rinnovamento delle risorse umane nella pubblica amministrazione, cultura digitale e di chi sa utilizzare nuove tecnologie”.

UNA GOVERNANCE DIFFUSA PER IL RECOVERY FUND IN CAMPANIA. Sotto il profilo strettamente operativo della gestione del Recovery Fund in Campania, Bonavitacola ha annunciato l’ipotesi di potenziare una cabina di comando con professionalità adeguate per seguire le diverse filiere del piano. “Vedo una task force più per cluster che per ambiti territoriali, ma bisogna anche trovare il modo per monitorare lo stato di attuazione degli interventi e avere una filiera istituzionale con province e comuni, con strumenti snelli che valorizzano gli strumenti che già ci sono”. D’accordo con il leader degli industriali di Avellino, Emilio De Vizia, ha sottolineato che “bisogna creare le condizioni di accoglienza per nuove economie con un ambiente attrattivo, infrastrutturazione viaria adeguata, ampliamento delle aree industriali e dei Pip”. Nel merito, “siamo impegnati in tanti interventi per la rete su ferro, per l’elettrificazione e il trasferimento di alcune opere nella gestione della rete ferroviaria; abbiamo l’occasione storica della Napoli- Bari”. Sullo sfondo c’è la grande questione dei servizi. “Dovremo riorganizzare il ciclo dei rifiuti, ma i Comuni si devono dare una mossa, alcune decisioni sono nelle loro mani. Invece sul ciclo delle acque è aperta una discussione con Puglia e Basilicata: l’Irpina deve avere la restituzione delle quote idriche. Con il potabilizzatore di Conza gli equilibri sono cambiati. e le risorse di Cassano devono tornare all’Irpinia”.

“IN CAMPANIA IL RECOVERY FUND DOVRÀ VALORIZZARE ANCHE I BORGHI”. Bonavitacola ha insistito sul tema del riequilibrio anche con riferimento ad una equa distribuzione delle risorse all’interno della Campania. Si è soffermato sui borghi, da recuperare e valorizzare, “come operazione non solo edilizia e urbanistica ma anche culturale, insieme al riutilizzo della Avellino Rocchetta in chiave turistica, alla stazione di Laceno che abbiamo finanziato per la ristrutturazione”. In agenda, ha rimarcato, “c’è anche il tema della difesa suolo e delle nostre montagne, delle sorgenti. Ma l’attività meritoria delle Comunità montane deve diventare industriale con mezzi, dotazione,  aggiornamento professionale. Il Recovery Fund in Campania coinvolge una classe dirigente, non solo il presidente della regione, un commissario o un sindaco illuminato. La classe dirigente è protagonista, in senso ampio, perchè è questo il modo per cogliere l’occasione storica che citava Guido Dorso” ha concluso.


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