Il Pd irpino va al congresso dopo 20 mesi di commissariamento. Il via libera definitivo è arrivato ieri sera dalla Commissione congressuale, che ha completato la discussione iniziata a dicembre. Entro fine febbraio si concluderà l’iter che porterà alla elezione del segretario provinciale e degli organismi dirigenti, in linea con la richiesta pressante rinnovata costantemente dagli iscritti, durante un 2020 funestato dalla emergenza sanitaria. Il commissario provinciale Aldo Cennamo ha rispettato pienamente il mandato confermato dal segretario Nicola Zingaretti nello scorso mese di luglio, ad un anno dalla prima nomina nell’estate del 2019, dopo lo scioglimento degli organismi deciso dal Tribunale di Avellino. Il commissario è stato confermato cinque mesi fa per concludere l’iter congressuale iniziato con il tesseramento nel dicembre 2019. Il congresso di febbraio riparte dalla platea degli iscritti sancita nel gennaio di un anno fa. Si sbloccano le procedure che il Covid-19 è il lockdown avevano bloccato forzosamente in primavera. I componenti della commissione congressuale, (l’ex segretario Giuseppe Di Guglielmo, Antonio De Feo, Marisa Di Cicilia, Lorenzo Preziosi, Adriana Guerriero, Umberto Iovino, Luigi Amodeo) hanno definito i passaggi necessari con Aldo Cennamo. I 4.200 iscritti potranno eleggere le proprie rappresentanze, ma soprattutto potranno determinare non solo sulle alleanze la linea del partito, chiamato nel 2021 a scelte cruciali per il futuro politico, istituzionale ed economico di Avellino e dell’Irpinia. Oltre alle scadenze elettorali alla Provincia e nei Comuni chiamati al voto, c’è in agenda soprattutto la sfida del rilancio economico di un territorio fortemente provato dalla crisi prodotta dall’emergenza sanitaria. In questo senso il congresso permetterà un confronto sui contenuti, che oggi è doveroso per tutta la politica, dalle istituzioni a ogni partito e movimento, chiamati al massimo sforzo di responsabilità di fronte alle conseguenze devastanti dello scenario pandemico. La pianificazione dei fondi europei nell’ambito della nuova Agenda 2021-27, il Recovery Fund, le nuove opportunità della programmazione negoziata, il Piano per il Sud, rischiano di restare titoli vuoti senza una visione strategica inclusiva. Il Pd irpino, come tutte le altre forze politiche, è atteso dai cittadini alla prova della verità su questi temi non procrastinabili.

Rosetta D’Amelio ed Enzo De Luca

IL PD CERCA L’UNITÀ DOPO TRE ANNI DI LACERAZIONI. Con questo congresso il Partito Democratico dovrà fare ammenda con i propri iscritti ed elettori. In cinque anni tre fasi commissariali hanno sanzionato la balcanizzazione di via Tagliamento. Le contrapposizioni interne e le tensioni esterne hanno impedito a questo partito di eleggere democraticamente il proprio gruppo dirigente, precipitando in una spirale che lo ha sfiorato e snaturato. I risultati disastrosi conseguiti sul piano elettorale fino al 2019 lo dimostrano. La sconfitta senza attenuanti maturata alle elezioni politiche del 2018, la doppia beffa subìta al Comune di Avellino nel ’18 e nel ’19,  le incredibili divisioni alla Provincia, non hanno precedenti nella storia del Pd irpino, fino ad allora quello percentualmente più forte a livello provinciale in Campania. Si tratta di fatti che non di rado la base ha pubblicamente ricordato, sottolineando da un lato liti e lacerazioni, dall’altro l’immobilismo, spesso determinato dalla mancata volontà di arrivare alla conta quando l’unanimità non è raggiungibile. Il congresso può segnare il compimento di una inversione di tendenza, iniziata ad agosto con la lista unitaria per le regionali. Se l’assise concretizzerà questa svolta, potrà esserne soddisfatto il Commissario provinciale, che in queste settimane ha onorato il suo incarico portando a termine il processo democratico per il quale nel luglio 2019 era stato nominato da Nicola Zingaretti.

RITROVARE L’IDENTITÀ. Attraversato da tensioni esterne, dal 2014 per una ragione o per l’altra il Pd irpino non ha mai avuto modo di confrontarsi nella sede propria del partito. Si è messa in discussione la sua tradizione e riconoscibilità. Compito degli iscritti sarà restituire una identità al Pd irpino che va al congresso misurando la capacità di leadership dei suoi dirigenti e riferimenti istituzionali tradizionali o nuovi. In questo quadro, le componenti daranno prova di sè. I numeri del tesseramento assegnano le maggiori responsabilità ad Area Dem di Enzo De Luca e alla componente di Rosa D’Amelio, aggregazioni che raccolgono la maggiore rappresentatività. Ma tutte le componenti e le figure istituzionali sono coinvolte in un confronto sulle idee, che certamente metterà al centro l’adesione al progetto democratico delle origini, a 14 anni dalla fondazione. La spinta per l’unità vedrà certamente in questo fattore il principale discrimine.


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