Novolegno al capolinea, licenziamenti esecutivi da lunedì

I LAVORATORI IMPUGNANO I LICENZIAMENTI. Il gruppo friulano nega il nulla osta per consentire ai lavoratori l'accesso alla cassa integrazione per 18 mesi, durante i quali i sindacati avrebbero illustrato il progetto del riciclo del legno al Mise, sostenuti dalla Regione Campania. Filca Cisl sul piede di guerra

Novolegno al capolinea, licenziamenti esecutivi da lunedì. Da lunedì i lavoratori della Novolegno sono ufficialmente licenziati. E’ stato annunciato questa mattina in conferenza stampa dalle sigle sindacali di categoria, che hanno reso noto ai lavoratori e alla stampa l’esito delle comunicazioni intercorse con il Gruppo Fantoni, che ha negato la cassa integrazione per Covid-19 per 18 settimane alle maestranze dell’azienda di Pianodardine. Un esito non scontato per le sigle sindacali, che avevano strappato l’impegno della Regione Campania in merito al progetto del polo del riciclo del legno e, che a febbraio (poche settimane prima della pandemia) avevano impedito lo smantellamento del sito da parte del gruppo friulano. Con le comunicazioni delle ultime ore, si chiude definitivamente la battaglia per la riapertura dell’industria, ma anche per trattenere il Gruppo in Irpinia, che però resta proprietario dell’immobile nell’area industriale di Pianodardine.

Giovanni Lo Russo, Filca Cisl

“Noi abbiamo invitato tutti i lavoratori a venire da noi per impugnare il licenziamento” annuncia Giovanni Lo Russo, segretario della Filca Cisl e in prima linea nella stesura del progetto di riqualificazione del sito. “Il gruppo ha negato il nulla osta per accedere ai 18 mesi di cassa integrazione ed essendo la Novolegno parte di un gruppo di imprese localizzate in diversi stabilimenti, i lavoratori non hanno ricevuto alcuna offerta di trasferimento. Una condizione che ci consente di perseguire l’azienda e di chiedere il risarcimento dei danni” continua. I macchinari depositati all’interno del sito saranno ben presto smantellati e trasferiti in altre sedi del Gruppo Fantoni, mentre resta il rebus relativo al capannone, che nei prossimi mesi potrà rientrare nelle misure della Zes con particolare appetibilità per nuovi insediamenti industriali. Nel caso della Novolegno però, resta l’interrogativo sulla bonifica, così come avevano preannunciato da tempo tutte le sigle sindacali e il sindaco di Montefredane Valentino Tropeano.

Il Presidente dell’Ato Rifiuti di Avellino, Valentino Tropeano che è Sindaco di Montefredane

“La decisione di licenziare i lavoratori e chiudere il capitolo Novolegno mette in luce un ragionamento da non imprenditore: il nostro progetto sul polo del riciclo del legno e l’affiancamento di partner commerciali come Irpiniambiente avrebbe dato impulso a nuove economie, e ritengo che sarebbe stato certamente più vantaggioso reinvestire sul sito con un percorso altamente innovativo, anzichè smantellare tutto e provvedere alla bonifica prima di poter rimettere sul mercato lo stabilimento. Gli incentivi e la politica di sgravi fiscali che sta per partire sull’area avrebbe portato vantaggi per l’imprenditore, e avrebbe spalmato capacità di reddito per i lavoratori. Il nostro progetto avrebbe potuto funzionare, ma oggi alla luce della decisione perentoria annunciata da Fantoni, non sapremo mai se si tratta di una ennesima occasione sprecata, nè se il percorso che era stato immaginato si sarebbe rivelato efficace” conclude.


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