«Irpinia è prima per Covid-19 in Campania nei casi per residenti»

LA PROVINCIA DI AVELLINO È 72ESIMA IN ITALIA, DAVANTI A NAPOLI, 83ESIMA. CASERTA È ULTIMA al 93ESIMO POSTO NAZIONALE SU 105. L'associazione ha redatto una classifica sulla penetrazione del coronavirus nelle regioni e nelle province italiane: «L'elaborazione è stata fatta su dati Istat e Protezione civile del 10 aprile 2020»

Valutando il numero di contagi in base al numero di residenti, l’Irpinia è prima per Covid-19 in Campania. Lo sostiene l’Unisic, Unione nazionale sindacale imprenditori e coltivatori, che ha redatto una classifica sulla penetrazione del coronavirus nelle regioni e nelle province italiane. «L’elaborazione è stata fatta su dati Istat e Protezione civile del 10 aprile 2020».  Si tratta di una statistica sulla circolazione del virus, non della sua incidenza e letalità. In questo senso l’Irpinia è prima per Covid-19 in Campania. Valutando i decessi molti valori cambierebbero sia tra le regioni che tra le province. In Campania, globalmente con 6 contagi ogni 100 abitanti, il dato per province mette Avellino al primo posto, con 9 contagi ogni 100 abitanti, davanti a Napoli con 6, a Salerno e Benevento con 5 e a Caserta con 4. Avellino in Italia è 72esima. Pesa naturalmente il dato di Ariano Irpino con i suoi 143 contagi (dato del 10 aprile 2020), a fronte dei 397 complessivi in Irpinia.

Test rapidi per il Covid-19 in Campania su sanitari e pazienti

IL TURISMO MONTANO E LA DIFFUSIONE DEL CONTAGIO IN VAL D’AOSTA E TRENTINO. Questa è una statistica che non rappresenta l’incidenza della malattia nel tessuto sociale e i danni provocati alla vita umana. I 10.328 morti e 56.046 casi totali della Lombardia non possono essere paragonati ai 107 morti della Val d’Aosta con 879 casi totali, anche considerando che questa regione, come altre confinanti con quelle del focolaio, ha risentito certamente degli spostamenti. L’Unisic osserva infatti che un peso sulla diffusione del virus l’ha avuto il turismo montano, specie di provenienza lombarda, nella diffusione del Covid-19 nelle località sciistiche delle due regioni a statuto autonomo. Si tratta perciò di «un lavoro che permette di far emergere alcuni elementi utili che possono contribuire alle analisi sulla diffusione del virus nel nostro Paese», anche perché evidenzia come dentro le stesse regioni ci siano differenze. «Ad esempio, da una parte ci sono regioni, soprattutto nel Centronord, che presentano marcate differenze tra province. In Lombardia si va dai 127 contagiati per 10mila residenti di Cremona rispetto ai 18 di Varese; in Emilia-Romagna dai 106 di Piacenza ai 16 di Ferrara; in Friuli-Venezia Giulia dai 36 di Trieste ai 9 di Gorizia; nella Marche dai 58 di Pesaro-Urbino agli 11 di Ascoli Piceno». In altre, invece, «i dati sono abbastanza omogenei», osserva Unisic. «Salvo qualche singolarità, in tutto il Mezzogiorno. Ma anche in Toscana, dove ad eccezione di Massa Carrara (quota 41), Arezzo, Grosseto, Pisa, Pistoia, Prato e Siena viaggiano tra quota 12 e 15, con Lucca e Firenze un po’ più in alto e Livorno più in basso. Stesso fenomeno in Umbria (Perugia e Terni entrambe intorno a quota 14) e in Calabria, la regione meno contagiata insieme alla Sicilia (con medie sotto ai cinque contagiati ogni 10mila residenti), dove solo Crotone è più avanti alle altre province».

Coronavirus, test in Campania al Cotugno. Nella foto: l’ingresso all’Ospedale Cotugno

IL MEZZOGIORNO HA UNA INCIDENZA BASSA DEI CONTAGI RISPETTO AL CENTRONORD. Un altro elemento che si conferma è la netta frattura tra Nord e Sud. Sappiamo già, analizzando i numeri dei contagiati, che la Lombardia da sola ne conta oltre un terzo del totale nazionale, seguita da Emilia-Romagna e Piemonte, che nei giorni scorsi ha oltrepassato il Veneto in questa triste classifica. Queste quattro regioni registrano oltre due terzi di tutti i contagiati a livello nazionale. La loro distanza dal Mezzogiorno si conferma anche rapportando il dato ai residenti: se la popolosa Lombardia ha 56 contagiati ogni 10mila residenti, l’Emilia-Romagna 43, il Piemonte 35 e il Veneto 27, le regioni meno contagiate presentano numero diametralmente opposti: meno di cinque per Calabria e Sicilia, la Basilicata a quota 5,5, la Campania è intorno ai sei, la Puglia a sette, il Molise a otto.

IL VIRUS NELLE PROVINCE. Indicazioni utili anche nell’analisi provinciale. Rispetto alle “simboliche” Bergamo e Brescia, rispettivamente al quarto e quinto posto di questa speciale classifica dei contagi rapportati al numero dei residenti, è Cremona la provincia dove il virus ha colpito la maggior parte degli abitanti, seguita da Piacenza e Lodi. Nelle altre tre posizioni non c’è la Lombardia, ma Aosta (sesta), Reggio Emilia (settima) e Pesaro-Urbino (ottava). Quindi Mantova e Parma. Rispetto al dato regionale, il virus sta colpendo duro anche a Imperia e Massa Carrara (diciassettesimo e diciottesimo posto), mentre a guidare il centrosud è Pescara (trentanovesima), con Enna “anomalia” siciliana al cinquantesimo posto. In Sardegna Sassari stacca nettamente le altre province. Anche su base provinciale si accentuano le differenze tra Nord e Sud Italia. Agli ultimi posti della classifica troviamo province sarde e siciliane: il Sud Sardegna, Oristano e Ragusa all’ultimo posto; Agrigento, Nuoro, Palermo, Siracusa e Trapani al penultimo. Questi «dati forse alimentano le ipotesi che oltre al peso indubbio della mobilità e dell’aggregazione, possa influire anche un collegamento tra il virus e le condizioni climatiche e ambientali», osservano dall’Unsic.


La tabella

Penetrazione Covid nelle province italiane. La tabella | (elaborazione Unsic su dati Istat e Protezione civile del 10 aprile 2020) | Nella grafica il riepilogo dei risultati relativa alla analisi compiuta dall’Ufficio comunicazione dell’Unsic, associazione datoriale, sulla penetrazione del Covid-19 nelle regioni e nelle province italiane. In questo quadro l’Irpinia è prima per Covid-19 in Campania, Cremona in Italia davanti a Piacenza, Lodi, Bergamo e Brescia.







LEGGI ANCHE:

In Campania i positivi al Covid-19 salgono a 3.517 (+75). «Contagi ancora alti», De Luca: a casa fino a maggio, poi mascherine

ARTICOLI CORRELATI