‘Politica irpina unita contro il coronavirus’, De Luca: responsabilità

«POSITIVA LA CONVERGENZA SUL RECUPERO DELL'EX OSPEDALE MAFFUCCI PER FRONTEGGIARE L'EMERGENZA, MA SERVE UN PIANO». Il dirigente del Pd lancia un appello per «l'unità istituzionale a vantaggio della città di Ariano, che non può essere lasciata sola». E spiega: necessario sostenere chi oggi ha responsabilità nel dare risposte, a cominciare dai vertici di Asl e Moscati

Il dirigente del Pd Enzo De Luca lancia un appello per «l’unità istituzionale a vantaggio della città di Ariano, che non può essere lasciata sola», auspicando una «politica irpina unita contro il coronavirus». Nell’intervista che segue interviene sulle polemiche di questi giorni, spiegando che è il momento «di sostenere chi è in trincea a dare risposte a salvare vite, a cominciare dai vertici di Asl e Moscati, oggi alle prese con una emergenza senza precedenti, rispetto alla quale nessuno in Italia o in Europa ha modelli precedenti a chi ispirarsi». De Luca interviene anche sulla riorganizzazione e il potenziamento dei presìdi ospedalieri, apprezzando i consensi che sta raccogliendo la proposta di riaprire l’ex Maffucci di Avellino.

Enzo De Luca

De Luca, sono ore cruciali per il potenziamento del servizio sanitario in provincia di Avellino, mentre salgono i contagi al coronavirus in Irpinia e si avvicina il picco.  Ma negli ultimi giorni è sali la temperatura del confronto politico…
«La priorità in questo momento è dare risposte alla popolazione, non fare polemiche che non giovano alle famiglie di chi è contagiato, alle decine di migliaia di persone che vivono la paura del virus chiusi nelle proprie case, con il timore che l’emergenza possa portar via il lavoro. Serve la concordia tra le istituzioni, in un momento in cui la necessità di contenere il virus ha imposto di rinunciare allo stile di vita a cui si è abituati».

A una settimana dal provvedimento di contenimento deciso dal Governo e rafforzato dalla Regione Campania, i numeri dell’emergenza oggi mettono a dura prova il personale medico e sanitario. Si chiedono interventi urgenti per il rafforzamento delle strutture.
«In Campania il Governatore Vincenzo De Luca ha garantito sin dall’inizio un approccio efficace alla emergenza, intervenendo con misure necessarie per il contenimento del contagio sui territori e negli investimenti necessari a rafforzare il sistema sanitario. Dai nuovi posti letto per la terapia intensiva attesi in queste ore anche in Irpinia, all’ospedale modulare prefabbricato annunciato in queste ore insieme al test rapido sul Covid-19, fino alla quarantena imposta in cinque Comuni tra cui Ariano. In pochi giorni si farà quello che normalmente richiederebbe mesi e forse anni anche a Milano, ma c’è bisogno di collaborazione istituzionale».

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Si riferisce ai territori?
«Sul piano regionale il Governatore De Luca lavora gomito a gomito con la Protezione Civile e la Task Force, guidate da Italo Giulivo con un apprezzamento unanime, benché in una condizione emergenziale senza precedenti. Ricordiamoci che siamo in mare aperto: nessuno in Italia, come dimostra la situazione della Lombardia, in Europa o nel mondo, oggi può permettersi di dare lezioni sulla gestione del coronavirus: il nostro sistema sta distinguendosi per efficienza e dinamismo in uno scenario inedito. Ora i numeri dell’epidemia impongono massima responsabilità sui territori, tra la gente. Occorre una politica irpina unita contro il coronavirus».

Da domenica Ariano, la seconda città per numero di abitanti in Irpinia, è in quarantena per l’alto numero di contagi registrato. Sono attese risposte importanti e immediate dallo Stato nelle sue articolazioni. 
«I cittadini arianesi stanno vivendo una prova terribile con grande dignità, compostezza e coraggio, non meritano lo scontro politico, ma tutto l’aiuto di cui la politica, le forze sociali, le rappresentanze istituzionali, ogni cittadino, possono essere capaci. Lo Stato risponde ad Ariano Irpino, come lo sta facendo nel Paese. È responsabilità di tutti favorire soluzioni».

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Il potenziamento dell’ospedale basterà?
«Si tratta di un passo decisivo, ma non sufficiente. Occorre fare uno sforzo per comprendere la situazione in cui viviamo. La quarantena imposta ad Ariano Irpino dimostra la serietà della minaccia anche il coronavirus rappresenta anche sui nostri territori. In questo momento è necessario guardare all’emergenza con la concretezza necessaria a dare risposte immediate. Dobbiamo chiedere alla gente di modificare i propri comportamenti offrendo loro l’aiuto di cui hanno bisogno, ma nello stesso tempo vanno gettate le basi per una prospettiva futura».

In che modo? 
«Nel primo caso, occorre tenere presente la responsabilità enorme che grava sulle autorità ospedaliere e sanitarie, sui medici di medicina generale, sugli operatori: in particolare i vertici di Azienda Sanitaria Locale e Ospedaliera vanno aiutati a portare a termine un compito per certi versi storico e senza bussole di riferimento. Nel secondo serve un piano di riassetto ospedaliero e sanitario da tenere come riferimento nella azione».

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Un piano di riassetto occorre tempo?
«No, perché non partiamo da zero. La risposta che i cittadini attendono comporta investimenti in apporti professionali e in posti letto e risorse strumentali nel sistema ospedaliero che si deve rimodulare rispetto ad una pianificazione già adottata. Il decreto Cura Italia consente le ulteriori coperture finanziarie necessarie, ma anche gli strumenti giuridici per operare. E lo si sta facendo. Sul piano dell’edilizia sanitaria occorre però agire in maniera ponderata».

Cioé?
«Occorre rafforzare i presìdi territoriali, badando a conservare equilibri di efficienza validi anche in prospettiva. Fortunatamente in provincia di Avellino ci sono strutture pubbliche disponibili al momento non utilizzate. Consentono di guadagnare tempo, evitando di ricorrere allo strumento della requisizione di immobili privati e al successivo adeguamento».

L’ex ospedale Maffucci di contrada Pennini ad Avellino

Il riferimento è all’ex ospedale Maffucci?
«Sono lieto che oggi si raccolga un consenso trasversale sulla possibilità di recuperare l’ex ospedale Maffucci di Avellino, oggetto di interventi di ristrutturazione e ammodernamento che dai primi anni Duemila la Giunta regionale guidata da Antonio Bassolino ha pianificato e realizzato. Da capogruppo della Margherita in consiglio regionale in quegli anni, ricordo le riunioni con l’allora assessore regionale Rosalba Tufano sulla programmazione degli investimenti, che oggi permettono di dare soluzione concrete all’esigenza di nuovi spazi per fronteggiare l’emergenza».

La ritiene una soluzione adeguata per fronteggiare l’emergenza in Irpinia?
«Ne sono convinto. Sull’utilizzo dell’ex Maffucci lo scorso 13 marzo ho avuto modo di sollecitare i vertici sanitari e ospedalieri irpini, che hanno la capacità e la sensibilità necessari per affrontare la situazione nei tempi giusti. Nel frattempo mi sembra che siano in corso interventi importanti ad Ariano e in Alta Irpinia».

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In questi giorni c’è stata una forte mobilitazione politica e istituzionale. Qualcuno ha addirittura parlato di possibili rivalità.
«Il territorio è uno e lo sta dimostrando l’azione coordinata di Regione Campania, Asl e Azienda Ospedaliera. In queste ore si concretizza l’impegno sui presìdi ospedalieri Frangipane di Ariano Irpino e Criscuoli di Sant’Angelo dei Lombardi, dove si sta lavorando per nuovi posti letto di terapia intensiva e sub intensiva, sul rafforzamento del personale e delle risorse strumentali. Naturalmente non si può pensare di rinunciare a curare le altre patologie. Servono spazio specifici per il coronavirus e spazi per tutte le unità operative».

Un particolare della struttura che ospita l’ospedale Landolfi

Con il Maffucci si potrebbe trovare la quadra?
«Credo si debbano trovare equilibri duraturi. Non sappiamo quanto durerà l’emergenza e, comunque, questa vicenda dimostra che si devono conservare presìdi dedicati alle emergenze anche epidemiologiche. Detto dell’ex Maffucci, ci sono molte soluzioni a disposizione di Asl e Azienda Ospedaliera per dare forma al riassetto. Penso per esempio alla parte retrostante dell’ex ospedale civile di viale Italia, penso alle potenzialità che il Landolfi di Solofra offre, tra l’altro in una posizione geografica importantissima per il bacino d’utenza che può raccogliere anche a ridosso della provincia di Salerno. Non va trascurato l’ex ospedale di Bisaccia, tuttavia occorre evitare scelte emotive, anche per questo, è inderogabile una politica irpina unita contro il coronavirus».

Ariano Irpino

Occorre arrivare ad una sintesi.
«Occorre canalizzare investimenti che in prospettiva dovranno restare al servizio delle nostre comunità. Per questo c’è necessità di scrivere tutti insieme una pagina di grande unità sul nostro territorio, mettendo da parte polemiche e giudizi sommari, ma dando una mano a chi oggi detiene responsabilità rilevantissime. Nostro dovere, mi riferisco a chi fa politica, a chi è nelle istituzioni, è sostenere chi deve dare risposte».

In queste ore l’Europa riscopre il cosiddetto modello italiano per il contenimento dell’epidemia nel frattempo diventata pandemia. Non essendoci un vaccino le parole d’ordine sono isolare il virus evitando assembramenti e rafforzare i presìdi emergenziali. Lei sembra convinto che la provincia di Avellino sarà all’altezza della sfida se sarà unita.
«È così. Da questa emergenza Avellino e l’Irpinia possono uscire più forti, esattamente come l’Italia, se sapremo tenere ben presente che l’obiettivo è sconfiggere il virus, salvare vite e dare a chi soffre con ogni mezzo certezze oltre che speranze. Per questo solo una politica irpina unita contro il coronavirus può trovare soluzioni per la gente, recuperando la sua funzione ».


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