“Sportelli in Ufita per giovani imprenditori”, Famiglietti: si finanziano le idee

Il 29 febbraio a Flumeri focus con Invitalia sulle opportunità per la nuova imprenditorialità locale. Il rappresentante dell'Unione dei Comuni Luigi Famiglietti anticipa l'iniziativa, in attesa del Piano per il Sud che oggi sarà presentato dal Governo

Saranno presentati a Flumeri gli Sportelli in Ufita per giovani imprenditori desiderosi du fare investimenti sul territorio. Dopo il primo incontro di novembre a Grottaminarda, dedicato ai contratti di sviluppo e alla grande industria, Invitalia torna in Valle Ufita per illustrare le misure di sostegno agli investimenti dedicate ai giovani. Lo annuncia Luigi Famiglietti, referente dell’Unione dei Comuni Terre dell’Ufita in materia di sviluppo e infrastrutture, alla vigilia della presentazione del Piano per il Sud da parte del Ministro Peppe Provenzano, e della nomina dei commissari per le Zone Economiche Speciali del Mezzogiorno. Impegnato nel piano di reindustrializzazione del comprensorio ufitano, l’ex deputato del Pd annuncia un nuovo incontro con i vertici dell’Agenzia Nazionale per l’Attrazione degli Investimenti e lo sviluppo d’impresa a Flumeri il 29 febbraio prossimo, per prospettare ai giovani gli strumenti disponibili per l’autoimprenditorialità. “L’analisi pubblicata da Svimez sugli indicatori Istat attesta con i numeri il crollo demografico e la crescente emigrazione dal Mezzogiorno: è urgente mettere in campo un piano che possa invertire la tendenza, attraverso la programmazione, la dotazione infrastrutturale e la coesione sociale”. Per Famiglietti “si dovrà favorire la costruzione di una rete a maglie strette di collaborazione e condivisione per chi ha scelto di restare”.

L’ingresso alla sede di Invitalia

SPORTELLI IN UFITA PER GIOVANI IMPRENDITORI. Le premesse per invertire la tendenza ci sono, osserva. “L’incontro di novembre con Invitalia a Grottaminarda è stato positivo: hanno partecipato 15 imprenditori, interessati al contratto di sviluppo, e ora i responsabili nazionali delle misure Resto al Sud, Cultura Crea e Smart and start illustreranno ai giovani i canali di progettazione e finanziamento per creare la cultura dell’impresa, e consentire a chi vuole, di impegnarsi per realizzarsi professionalmente qui da noi. A tal proposito stiamo immaginando di realizzare sportelli in Ufita per giovani imprenditori, attivati dai Comuni per la divulgazione di queste opportunità da cogliere sul territorio”, anticipa. La politica di rilancio degli investimenti, professata peraltro anche da Svimez, è il tema cardine dell’attività condotta dall’Unione dei Comuni, che guarda alla reindustrializzazione di Valle Ufita, favorita dall’arrivi dell’Alta velocità Napoli Bari con la stazione Hirpinia e dalle Zone Economiche Speciali. “Il Ministro Provenzano provvederà alla nomina dei commissari per le Zes, per accelerare i processi e mettere a sistema quella strategia di attrazione degli investimenti per gli sgravi contributivi e fiscali. Se abbiamo a che fare con l’aumento dell’età della popolazione, non escluderei investimenti sui servizi sociali, per trasformare un dato negativo in una opportunità da considerare in termini di bisogni da intercettare” sottolinea. Il Mezzogiorno dunque non è una causa persa, e nella visione illustrata da Famiglietti, è arrivato il tempo di riboccarsi le maniche per superare il ventennio berlusconiano che ha abolito la Questione Meridionale con l’azzeramento degli investimenti pubblici. “I dati Istat sullo spopolamento e la bassa natalità non ci possono sorprendere e l’argomento è noto fin dagli anni ’90. Oggi invece ci ritroviamo ad analizzare la correlazione fra lo spopolamento e la riduzione dei servizi, che soprattutto nelle aree interne aggrava la condizione di vivibilità e, oltre al divario Nord- Sud si accentua il divario fra aree interne e metropolitane. E’ chiaro che il calo demografico incide fortemente sullo sviluppo socio economico e nel Mezzogiorno bisogna evidenziare anche l’aumento della disoccupazione femminile, che non aiuta certo la natalità. Il Sud è tornato nell’agenda di Governo dal 2014, quando in qualità di parlamentare del Governo Renzi, ho fatto parte dell’intergruppo per il Mezzogiorno, mentre nel 2015 è stato predisposto il Masterplan per il Sud con l’allora Ministro De Vincenti”.

La stazione Irpinia nel rendering di Rfi

“UN MEZZOGIORNO FINALMENTE ATTRATTIVO”. Il Sud necessita di politiche specifiche e di strategie mirate a colmare il divario con il resto del Paese. Deve essere attrattivo per gli investimenti in un contesto economico che guarda al Mediterraneo e alle antiche rotte commerciali con l’Oriente. “Non è vero che al Sud non si può fare impresa, e i tanti buoni esempi devono diventare un faro per tracciare una nuova rotta, anche nel contesto di grande difficoltà in cui ci troviamo ad operare: dalla mancanza di infrastrutture all’emigrazione giovanile, dalla burocrazia alla pubblica amministrazione inefficiente e alla criminalità organizzata. Ma è altrettanto vero che il più alto numero di start up innovative è al Sud: Apple a Napoli e Huawei in Basilicata sono esempi positivi. A questo bisogna aggiungere la capacità di investimento sulla sostenibilità ambientale; il Meridione è una piattaforma green dove i vuoti creati con lo spopolamento possono trasformarsi in industrie ambientali, collocate in luoghi dove si innalza il livello della qualità della vita, dotati però di servizi essenziali e connessione” puntualizza.

Piano per il Sud, Provenzano in diretta con Il Mattino: venerdì la presentazione

I SERVIZI PUBBLICI. La riqualificazione dei servizi pubblici resta il nervo scoperto, soprattutto nelle aree interne, dove anche la programmazione del Progetto Pilota della Strategia Nazionale Aree Interne non è riuscita a sperimentare modelli innovativi di vivibilità, rileva. “E’ necessario incrementare la presenza dello Stato: i tagli lineari dei servizi decretati da calcoli ragioneristici non hanno prodotto benefici. Attendiamo il Piano per il Sud: il Ministro Provenzano ha annunciato di raddoppiare le risorse per le aree interne e investimenti statati in servizi, per attrarre nuovi abitanti migliorare la qualità della vita di chi resta. Bisogna anche incentivare i giovani ad iscriversi nelle università del Sud, per trattenere i talenti qui e fare in modo che possano essere assorbiti dalle aziende del posto”. Il tema dei temi resta l’aggregazione dei comuni, indebolita dai tentativi di costruire Unioni e Consorzi per l’aggregazione dei servizi e funzioni. “Non possiamo continuare ad avere comuni di 500 e mille abitanti” tuona Famiglietti. “Avere una scuola per comune significa condannare i figli a frequentare pluriclassi e a una penalizzazione generale. Si attendono le sperimentazioni sulla medicina, i taxi a chiamata per gli anziani, e una revisione della mobilità. Se tutti giochiamo in difesa però, resteremo con un pugno di mosche in mano” conclude.


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