«Centro di ricerca sismica ‘Cima’ in Irpinia», Mario Sena: appello al Ministro Manfredi

L'INTERVISTA. «Fu il professor Manfredi attraverso la Federico II a volere l'apertura del Centro Irpino per il Monitoraggio Ambientale» poi chiuso dalla Regione Campania sotto la presidenza di Stefano Caldoro. L'ex consigliere regionale lancia un appello al Rettore dell'Università Federico II, da poco entrato nel Governo presieduto da Giuseppe Conte. E spiega: nell'edificio di Via Petrile restano solo le insegne, ma anche un grande potenziale

Mario Sena

«Riattivare il Centro di ricerca sismica ‘Cima’, chiuso dalla giunta regionale di Stefano Caldoro durante la stagione dei tagli lineari e indiscriminati del suo governo». Mario Sena chiama il neo Ministro dell’Università e della Ricerca scientifica Gaetano Manfredi, tra i più strenui oppositori della norma voluta dall’allora governatore della Campania nel 2012. Mario Sena sollecita il Rettore dell’Università Federico II, da pochi giorni entrato nel governo nazionale presieduto dal professor Giuseppe Conte, a gettare lo sguardo su una istituzione scientifica preziosa, la prima in Italia sorta a ridosso di un epicentro sismico di primo livello come Sant’Angelo dei Lombardi, cittadina quasi rasa al suolo il 23 novembre 1980 dal terremoto sviluppatosi tra Conza della Campania, Sant’Andrea di Conza e Casalnuovo di Conza.

Gaetano Manfredi, ministro dell’Università il Rettore della Federico II

IL CENTRO DI RICERCA SISMICA ‘CIMA’ NEL CUORE DEL CRATERE. Il Centro Cima fu voluto all’inizio del decennio scorso dal mondo scientifico campano per raccogliere, elaborare e fornire dati e informazioni utili a livello locale, ma anche nazionale e internazionale, per giungere a mitigare i rischi ambientali naturali e antropici. Non è un caso che questo presidio di ricerca fosse emanazione sul piano della attività di ricerca dell’Amra scarl, cioé della società consortile che unisce tutte le università della Campania, il Cnr e l’inge, Istituto di Vulcanologia e Geofisica, ente quest’ultimo che ha una sede a Grottaminarda. L’Amra ha nell’Università di Napoli Federico II il suo maggiore riferimento, con il 54% delle quote. «Di quella straordinaria iniziativa scientifica, autorevole al punto da dare lustro all’Italia oltre che alla Campania al cospetto della comunità accademica internazionale, oggi restano insegne e teche», spiega Mario Sena. La breve ma intensa vita del Cima di Sant’Angelo dei Lombardi è documentata dalla rassegna stampa ricca che il Centro ha lasciato dietro di sé. «Ancora oggi stupisce la decisione della Regione Campania nel 2012», osserva Sena. Pannelli depositati al piano terra dello stabile e un’apparecchiatura installata sul retro sono stabile regionale che faceva da sede al Centro. C’è chi però è pronto ad affermare che nei sotterranei del palazzo i sismografi sono rimasti in attività. Altri dicono che in realtà le risorse tecnologiche sono state portate via.

Il Palazzo della Regione Campania a Sant’Angelo dei Lombardi

«MANFREDI INTERVENNE UNA PRIMA VOLTA A LIVELLO UNIVERSITARIO». Fu proprio il neo Ministro per l’Università e la Ricerca Gaetano Manfredi, fra gli altri, «a sostenere allora la riapertura del centro Cima di Sant’Angelo dei Lombardi, destinando un finanziamento ‘irrisorio’ dall’alto valore simbolico ad un sito che oggi rappresenta l’ennesima cattedrale nel deserto», spiega Mario Sena, che indica nel Cima un esempio di sperpero. Gli ingenti fondi pubblici destinati all’acquisto di apparecchiature di una sofisticata tecnologia deputata al monitoraggio sismico e ambientale non hanno prodotto risultati per l’inattività forzata del presidio scientifico irpino, nonostante i tentativi ripetuti di rimetterlo in piedi. «L’ipotesi di recuperare il Centro Irpino per il Monitoraggio Ambientale è stata più volte caldeggiata nel tempo, e in ultimo nel 2016 quando sono stati annunciati finanziamenti pari a 100 milioni di euro da parte della Regione Campania, a valere sulle risorse della legge di stabilità regionale del 2017, con la misura ‘Azioni per il sostegno alla cultura diffusa’, ma l’annuncio non si è mai tradotto in fatti concreti». Ma oggi «tutto può cambiare, con la nomina a Ministro dell’Università e Ricerca di Gaetano Manfredi, già rettore dell’Università Federico II di Napoli e presidente del Crui», afferma Mario Sena. «Si riaccende la speranza di recuperare un progetto di elevato valore scientifico che lo stesso attuale Ministro aveva promosso quando era Rettore».

«IL TERRITORIO SI UNISCA INTORNO AL CENTRO DI RICERCA SISMICA ‘CIMA’, ORA SERVE UN APPELLO ISTITUZIONALE». L’ex consigliere regionale Mario Sena accompagnò la nascita del Centro Cima di Sant’Angelo dei Lombardi dai banchi del consiglio regionale insieme all’allora docente di ingegneria Gaetano Manfredi e all’assessore regionale alla ricerca scientifica Luigi Nicolais. «Credo che la nomina di Gaetano Manfredi alla guida del Dicastero dell’Università e della Ricerca sia un’ottima notizia per la Campania e per il Sud, in particolare per l’Alta Irpinia e per i comuni del Cratere», sostiene Mario Sena. «La ricerca è il motore dello sviluppo in tutti i segmenti dell’economia che si avvalgono della tecnologia e delle scienze, e che necessitano di investimenti per essere competitivi sul mercato globale. Manfredi ha già annunciato investimenti nella ricerca nel Mezzogiorno, e a lui mi rivolgo per sottolineare la sua presenza a Sant’Angelo dei Lombardi all’indomani del sisma del 1980, quando giunse per analizzare i rischi sismici, capire come si potesse dare una risposta a quei disastri e, come mettere in campo la prevenzione» spiega.

«Sono davvero orgoglioso di averlo conosciuto: il neo Ministro Manfredi insieme a Luigi Nicolais quando era assessore regionale alla ricerca scientifica, e con la partecipazione di Gasperini e di tutte le università campane fu il promotore della nascita del Cima di Sant’Angelo dei Lombardi. Tutti gli attori avevano interesse a mettere in campo uno studio del territorio per analizzarne i rischi e valutare azioni di prevenzione. Tutto nacque con il supporto della Regione e con l’allora presidente Bassolino e grazie alla disponibilità degli spazi degli uffici regionali dislocati in Alta Irpinia, che furono concessi all’Università; senza contare il contributo importante di uomini e mezzi, fra apparecchiature modernissime, sensori installati lungo i pendii più a rischio, computer, strumenti di analisi ed altre. Fino a qualche tempo fa questi macchinari, oltre all’arredamento giacevano nei sotterranei del palazzo, ma oggi non resta più nulla: solo un enorme ufficio vuoto, dove resistono le etichette davanti alle porte delle sale” denuncia l’ex consigliere regionale».

Rilevatore installato sul retro dell’edificio a piano terra

«IL CENTRO DI RICERCA SISMICA ‘CIMA’ ERA DIVENUTO RIFERIMENTO SCIENTIFICO IN POCHI MESI». Il Centro acquisì notevole importanza anche grazie al contributo dei professionisti che vi prestavano servizio. «Grazie all’impegno di grossi scienziati e di giovani laureati dell’Alta Irpinia dall’ingegnere Augusto Penna ad altri di Guardia Lombardi, Lioni, Sant’Angelo e Calabritto, il sito emetteva un bollettino periodico delle attività e si interfacciava con l’Ingv, le università europee e americane per elaborare dati e scambiare conoscenze. Il parterre scientifico universitario e la popolazione del cratere aveva la sicurezza di un controllo del sottosuolo da vicino, e oggi non ci resta che il rammarico di una chiusura immotivata. Oltre alle spese iniziali per l’allestimento, il Centro offriva lavoro almeno a 10 professionisti con un appostamento di 100mila euro all’anno». Il Cima ospitava convegni istituzionali e scientifici, corsi di specializzazione scientifica post lauream, promossi da Amra. «Questo Centro ha chiuso per carenza di risorse e a nulla è valso il mio appello alla attuale Presidente del Consiglio Regionale Rosetta D’Amelio, perchè tutto è rimasto lettera morta. Già nel 2011, con la nomina dell’assessore Guido Trombetti dell’esecutivo Caldoro mi impegnai a chiedere un potenziamento del centro, che mi fu garantito, ma solo a parole, perchè di lì a poco il sito fu chiuso».

Pannelli del Centro depositati lungo i corridoi del palazzo

La nomina di Gaetano Manfredi alla guida del Ministero per la Ricerca, riaccende i riflettori sulle potenzialità inespresse del Centro Cima, che gode tutt’oggi di una struttura dedicata e di nuovissima costruzione. Riaccendere le luci è l’obiettivo non solo dell’ex consigliere regionale Mario Sena, ma anche di altri. «Ho ricevuto un messaggio da parte di Luigi Nicolais che condivide la necessità di monitorare la sicurezza sismica dell’Alta Irpinia. La chiusura del Cima è scandalosa, e complice è stata l’inerzia degli amministratori locali, che avrebbero dovuto esporsi per impedirne la chiusura. Altrettanto scandaloso è l’abbandono del manufatto realizzato in prossimità del Quadrivio e destinato a sede della protezione civile, con un intervento di 1 milioni di euro: oggi è un rudere abbandonato, mentre doveva essere sede di coordinamento della protezione civile in caso di calamità», polemizza Sena, e conclude: «Con la nomina di Manfredi apriamo il cuore alla speranza e ci auguriamo che il neo Ministro possa guardare nuovamente alle nostre realtà; gli amministratori locali avranno certamente un punto di riferimento importante a cui rivolgersi, anche per mettere in campo politiche che sappiano alimentare la speranza dei giovani a restare», conclude.


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