La Sindone e la sezione aurea di Antonio Ausania

Ilde Rampino intervista l'autore del testo "La Sindone e la sezione aurea. Sigillo dell'armonia" presentato all'Accademia dei Dogliosi di Avellino. La Sindone, protetta dalla violenza della guerra nel monastero benedettino di Montevergine dal 1939 al 1946 è certamente la “manifestazione più misteriosa della bellezza e dell’armonia universale”

La Sindone e la sezione aurea

“La Sindone e la sezione aurea. Sigillo dell’armonia” di Antonio Ausania. Il testo è stato presentato all’Accademia dei Dogliosi di Avellino e riveste una valenza molto significativa in quanto tratta un argomento che ha affascinato da sempre l’uomo di tutte le epoche. L’autore, il valente medico e studioso Antonio Ausania ha affrontato il tema con grande dovizia di particolari, ma anche con estrema vicinanza emotiva al mistero di questo tessuto di lino a spina di pesce che reca le sembianze del Cristo. Il tema è stato ampiamente dibattuto a tutti i livelli e ha posto da sempre numerosi interrogativi. L’autore ci accompagna sulle tracce di una “testimonianza” , la cui importanza trascende il semplice oggetto per divenire qualcosa che turba l’animo dell’uomo e attraverso varie ricerche documentate  e analisi accurate che hanno dimostrato la presenza di pollini mediorientali  sul tessuto della Sindone si rende verosimile l’idea, anche attraverso le tracce ematiche, che quello sia il volto di Cristo. Molto interessante è la consapevolezza dell’autore che l’occhio percepisca come belli gli elementi che riprendono la costante di Fidia, presenti in alcune opere importanti e che la Sezione Aurea sia l’immagine della Divina Proporzione e l’impronta di Dio. La Sindone, protetta dalla violenza della guerra nel monastero benedettino di Montevergine dal 1939 al 1946 è certamente la “manifestazione più misteriosa della bellezza e dell’armonia universale”.  Il dottor Ausania, che, alla fine del testo ha inserito un interessante studio sull’immagine mariana della Madonna di Guadalupe, un volto achiropito, cioè non dipinto da mano umana, ha voluto trasmetterci, attraverso le sue parole, la valenza simbolica di un elemento così significativo.

Dottor Ausania cosa l’ha attratta nel mistero della Sindone?

“Come è chiaramente affermato nell'”incipit” del mio saggio sono da sempre un amante della storia, della teologia, della scienza e della bellezza che si palesa nell’arte. Solo apparentemente questi interessi possono sembrare disomogenei perché è stata proprio la mia educazione umanistica e religiosa a spingermi alla scelta di “fare il medico”. Il mistero della Sindone, nella sua vasta complessità abbraccia e contiene problematiche e temi che attengono a tutti questi interessi. Pertanto fin dalla mia adolescenza ne sono stato irresistibilmente attratto. Nella mia biblioteca conservo tutte le riviste di storia (centinaia) edite in Italia, e alcune anche all’estero fin da quando avevo 13 anni. La “Questione Sindonica” è stata oggetto di ricerche da parte di studiosi con diverse competenze e diverse impostazioni fonte inesauribile di domande culturali continuando ad essere con i progressi della conoscenza, sempre più stimolante, interrogando la storia, l’archeologia, la numismatica, la geologia, la biologia, la medicina, la fisica e con il mio saggio anche la matematica”.

Interessante è il suo confronto con la Sezione Aurea. Come si pone?

“Rispondo a questa domanda con le parole efficaci ed esaurienti del cardinale Martins, che ha onorato questa mia pubblicazione con la sua prefazione: “Come ebbe ad esprimersi un giorno Albert Einstein: la perfezione delle forme dipende dalla precisione delle formule. Ed è questa armoniosa perfezione che l’occhio intuisce in Gesù e Maria e che questo volume dimostra, ancorandola a quella formula matematica, la Sezione Aurea, la divina proporzione, che costituisce la base scientifica della bellezza”.

In cosa consiste l’attualità della Sindone dell’uomo del Ventunesimo secolo?

“Ad oggi, dopo secoli di dibattiti e di studi nessuno ha ancora potuto dire una parola definitiva sul mistero della Sindone, che rimane ancora una fonte inesauribile di domande. L’uomo del ventunesimo secolo non potrà evitare di interrogarsi di fronte a questa sfida, proprio in quanto uomo, e pertanto proiettato verso un destino di progresso. La vera essenza dell’uomo è riassunta nei versi Danteschi ‘Fatti no foste a viver come bruti, ma per seguir Virtute e Conoscenza’. La Sindone, icona della bellezza, icona del dolore, icona del mistero stesso, è forse destinata a illuminarci la via”.

Ricordando le parole di Einstein che diceva che ”quella del mistero è la più straordinaria esperienza che ci è dato vivere”, l’autore di questo bellissimo testo ci lascia con una frase molto significativa e intensa: “Dio è un gran signore, lascia sempre luce sufficiente a farsi vedere da chi lo vuol vedere e buio sufficiente da non farsi vedere da chi non vuol vedere”.

Ilde Rampino

 

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