“Basta picconare l’Alto Calore”, Cennamo attacca De Caro, Festa e Petitto

Il commissario provinciale del Partito Democratico irpino richiama all'unità tutte le sensibilità e le componenti ma, senza citarli, punta l'indice contro gli esponenti politici e istituzionali che con critiche sui media "minano la credibilità di chi opera per salvare la società idrica". Il suo intervento alla assemblea degli amministratori

Aldo Cennamo, commissario provinciale del Partito Democratico

“Basta picconare l’Alto Calore”, il commissario del Partito Democratico irpino, Aldo Cennamo, attacca senza citarli il deputato Umberto Del Basso De Caro, il Sindaco di Avellino Gianluca Festa e Livio Petitto. Lo fa diffondendo il testo della relazione da lui presentata alla assemblea degli amministratori locali, riunita a Mercogliano venerdi pomeriggio per disvutere il dossier alto Calore. Cennamo, nel sintetizzare le tappe che hanno scandito la crisi dell’azienda idrica in questi ultimi anni, sottolineando che l’attuale amministratore unico sta operando nel rigoroso rispetto degli indirizzi dettati dai soci, ha condannato chi esprime opinioni in libertà sull’Alto Calore, sottraendosi al confronto su quelle stesse opinioni nella assemblea promossa dal partito. L’attacco stizzito di Cennamo si conclude con un ulteriore appello alla ricomposizione interna. “Oggi più che mai il tema dell’unità assume nuovo valore, di fronte alle responsabilità di governo che ci siamo assunti per tentare di restituire fiducia e speranza ai cittadini italiani”, conclude. Di seguito, i contenuti della relazione di Cennamo, proposta in due parti distinte, anteponendo i passaggi politici a quelli di merito, per comodità del lettore.


Un momento della riunione di insediamento presso il Coordinamento provinciale del Commissario provinciale del Pd irpino, Aldo Cennamo. Nella foto, da destra a sinistra: Enzo De Luca, Gianluca Festa sindaco di Avellino, Giuseppe Di Guglielmo ex segretario provinciale, Michelangelo Ciarcia Presidente dell’Alto Calore Servizi, poi, Luca Cipriano

“Sull’Alto Calore occorre abbassare i toni e riprendere il dialogo”

di Aldo Cennamo | Commissario Pd Avellino

“Non posso non ricordare il fiume di dichiarazioni rilasciate durante tutto il mese di agosto in un clima di crescente intensità, che hanno reso più che rovente il dibattito”, ha premesso il commissario del Pd, Aldo Cennamo. “Il mio auspicio è, ed avrei gradito la presenza quest’oggi di tutti i protagonisti del dibattito agostano, che il confronto odierno serva ad abbassare la temperatura e a creare un clima di maggiore serenità”. Ciò nonostante, prosegue, “non posso non pormi la domanda: ma le ventilate ipotesi agostane di nominare un nuovo amministratore; portare i libri in tribunale; ipotizzare un nuovo assetto societario di ACS S.p.A.; far rientrare, non capisco quanto opportunamente, nel dibattito sulle vicende di ACS S.p.A. considerazioni relative a possibili future candidature al Consiglio Regionale; aiutano davvero la nostra ricerca di soluzioni condivise?”. E spiega: “Quelli appena ricordati sono solo alcuni brevissimi stralci tratti dalle circa 80 cartelle in cui ho raccolto le dichiarazioni di vari esponenti del PD, nelle quali ho potuto rilevare che poco ci si è preoccupati del danno, non solo d’immagine, procurato alla ACS S.p.A. ed anche al PD e soprattutto nessuno si è preoccupato del clima di instabilità prodotto che ha minato la credibilità sia della società agli occhi dei creditori e del sistema bancario, che dei sindaci azionisti rispetto ai cittadini-utenti della propria comunità”. E si chiede: “La vicenda dello spread ci insegna qualcosa?Lo dico con rammarico, dobbiamo riconoscere che nel dibattito agostano si sono registrati pochi toni pacati e troppi toni aspri, irrispettosi che non sono certo quelli propri di un confronto aperto e disponibile, ma piuttosto di uno scontro feroce”. Cennamo punta l’indice contro chi ha scelto sedi diverse da quelle del partito per esprimere le proprie opinioni su un tena che richiede responsabilità e concretezza. “In ogni caso non c’è nulla che possa giustificare la mancanza di rispetto verso le persone con le quali ci si confronta. Quando ciò avviene, come qui è avvenuto, chi pratica l’asprezza finisce con il mancare di rispetto in primo luogo a sé stesso”. E, oltre a ciò, “mi sorprende che non si consideri anche un problema di opportunità, poiché ogni persona impegnata in politica e chiamata all’esercizio della cosa pubblica che sia un’assemblea o una società, è consapevole di accettare in modo trasparente i controlli di legalità”. Cennamo ritiene un fatto positivo arrivare alla chiarezza in tutte le sedi, ma si ramnarica del fatto che nemmeno l’annuncio di una inchiesta ha contribuito a far abbassare i toni.  “L’apertura di un’indagine, alla quale guardiamo con fiducia, rispetto ed attenzione, da parte della procura sulla ACS S.p.A, fosse solo per ragioni di opportunità, avrebbe dovuto ispirare maggiore sobrietà in luogo dell’aspro confronto avvenuto”.

RICHIAMO AL RISPETTO DELLE DIVERSE POSIZIONI. “La cultura politica a cui ci ispiriamo, e qui lo voglio ribadire, ci porta a considerare le persone che hanno idee anche molto diverse dalle nostre come avversari politici. Se questo è vero, attenti a non considerare nemici coloro che condividono le stesse idee e militano nello stesso partito. Se così fosse, è evidente a tutti, ci faremmo del male da soli. Così facendo non potremmo che avviarci, come le tristi vicende nazionali di questi giorni dimostrano e come il mito di Medea ci suggerisce, verso un progressivo, inevitabile, processo di autodistruzione.
Non è questo l’esito a cui pensiamo”.

“SERVE UNITÀ”. E’ un grave errore mantenere diviso il partito irpino ed è un errore ancora più grave la decisione di una scissione nazionale annunciata in questi gironi. La storia ci ricorda le tragedie vissute nel novecento, ma ci ricorda anche i gravissimi danni prodotti dalle scissioni avvenute nei movimenti progressisti in tanti Paesi europei. Dobbiamo avere tutti la consapevolezza che occorre contrastare questa pericolosa deriva allargando il confronto e uscendo dagli ambiti ristretti ed angusti dell’autoreferenzialità. Dobbiamo aprirci con sincerità e fiducia al dialogo, mettendoci alle spalle l’orgoglio delle proprie ragioni e praticare con convinzione una nuova solidarietà dell’appartenenza che può consentirci di ritrovare lealtà e serenità nel dialogo. Oggi più che mai il tema dell’unità assume nuovo valore, di fronte alle responsabilità di governo che ci siamo assunti per tentare di restituire fiducia e speranza ai cittadini italiani”.


La sede dell’Alto Calore Servizi in corso Europa ad Avellino. Il particolare degli uffici di presidenza

“Dossier acqua/Alto Calore, siamo vicini al momento delle decisioni”

di Aldo Cennamo | Commissario Pd Avellino

ACQUA: tutela delle risorse, universalità dell’accesso, servizio efficiente e di qualità. A questo incontro hanno partecipato sindaci, consiglieri comunali e provinciali, componenti degli organismi nazionali regionali e locali del PD, l’amministratore di A.C.S, Michelangelo Ciarcia, il vicepresidente della giunta regionale Fulvio Bonavitacola, gli ex presidenti di Alto Calore. Lo scopo offrire una sede per una riflessione su un tema di grande rilevanza per il territorio irpino. Se è vero che la risorsa più importante di questa realtà è costituita dalle sorgenti e dal valore vitale che l’acqua assume sia per l’Irpinia che per gran parte della Campania (Napoli, parte di Salerno, parte di Benevento, quasi l’intera provincia di Avellino) e che copre anche il territorio pugliese. Obiettivo offrire una sede… e ribadire una linea politiche, anche una relazione alla formazione del nuovo governo PD/M5S.

Il Premier Giuseppe Conte alla Camera interviene nel dibattito sulla fiducia al Governo sostenuto da M5s, Pd e Leu

CON IL NUOVO GOVERNO IL TEMA DELL’ACQUA AL CENTRO DELL’AGENDA NAZIONALE. Una linea politica che è stata sancita anche nel programma posto a base di questa nuova esperienza di guida del Paese, ovvero il c.d. governo Conte 2, dalla quale debbono scaturire per tutti noi coerenti comportamenti Un programma di governo nel quale viene ribadito “il governo pubblico dei beni comuni, a partire dall’acqua, che garantisca tutela della risorsa, universalità dell’accesso ad un servizio efficiente e di qualità” con la realizzazione degli interventi necessari.
A tale proposito oltre a ribadire, da parte di PD e M5S, che l’acqua è un bene pubblico, è stato assunto l’impegno di approvare un nuovo testo di legge sull’acqua pubblica, tenendo conto delle iniziative legislative in corso. Del resto è noto che è stata già avviata da parte della commissione ambiente della Camera dei deputati la discussione sulle proposte di legge a firma di Chiara Braga (PD) e Federica Daga (M5S) con l’intento di pervenire, contrariamente a quanto avvenuto nella prima fase della discussione sulle 2 p.d.l., all’unificazione in un solo testo da licenziare per l’esame dell’aula. Le linee politiche e programmatiche riguardano le scelte strategiche sul futuro del settore e noi non possiamo che partire da queste per delineare le nostre conseguenti azioni politiche. In modo particolare qui in Irpinia, per quanto concerne gli assetti della società preposta alla gestione del servizio idrico. A tale proposito occorre ricordare che dal 2003 lo status giuridico di Alto Calore Servizi è quello di Società per azioni alla quale partecipano in qualità di soci: 95 comuni della provincia di Avellino, 31 comuni di quella di Benevento, oltre alla stessa provincia di Avellino, mentre in passato la ACS S.p.A. è stata in un primo tempo consorzio interprovinciale.
Il bacino di utenza è costituito da una popolazione di circa 450 mila abitanti, a cui la ACS S.p.A. fornisce “servizio idrico integrato, più altri servizi – captazione – adduzione – distribuzione acque potabili – servizio fognario e depurativo”. Le difficoltà sotto il profilo finanziario di cui soffre ACS S.p.A. derivano principalmente dal debito accumulato nei decenni precedenti che ascende a circa 130 milioni di euro a fronte dei 45 milioni di fatturato annuo. Un debito “storico” che pesa sul futuro della società di cui i soci hanno piena consapevolezza poiché iscritto nei bilanci societari.

Michelangelo Ciarcia, presidente dell’Alto Calore Servizi spa

LA RELAZIONE DELL’AMMINISTRATORE MICHELANGELO CIARCIA: IN ATTUAZIONE GLI INDIRIZZI VOTATI DAI SOCI. Dalla relazione svolta dall’amministratore di ACS S.p.A. al tavolo istituzionale con Regione, Prov., Comuni e Oo.Ss. si rileva che:  “il debito storico dell’azienda è dovuto al crescente costo della spesa per il personale e dell’energia, oltre alla scarsità di finanziamenti concessi alla ACS S.p.A., dovuta alla precedente configurazione in due società che ha determinato nel corso di 12 anni ulteriori costi e duplicazioni; l’aspetto patrimoniale presenta un buon livello di solidità aziendale; sotto l’aspetto economico la società conserva la capacità di produrre ricavi in misura sufficiente ed idonea a coprire i costi di produzione ordinari, straordinari e le imposte; sotto l’aspetto finanziario la ACS S.p.A. è in forte sofferenza”, non riuscendo a far fronte in modo economico, tempestivo e programmato agli impegni finanziari programmati”. Le descritte, appena accennate, criticità hanno reso necessario l’adozione di un piano di risanamento già approvato dall’assemblea dei sindaci soci e, di recente, riproposto all’attenzione dell’opinione pubblica attraverso una nota inviata alla stampa dall’estensore del piano, il prof Pozzoli.

La targa dell’Alto Calore Patrimonio, società consorella dell’Alto Calore Servizi, riassorbita nel 2014

RICAPITALIZZAZIONE: CDP O SOLUZIONE ALTERNATIVA. Il suddetto piano: 1. esclude l’ipotesi di fallimento della ACS S.p.A. per varie ragioni, quali: il danno per i comuni in quanto verrebbero azzerate le quote azionarie ed i crediti che i comuni vantano nei confronti di ACS S.p.A.; • il danno per i cittadini, per noi rilevante sul piano etico, in quanto il fallimento penalizzerebbe i piccoli creditori, mentre i creditori più forti come i ceditori d’energia, presumibilmente reagirebbero proponendo in futuro l’aumento delle proprie tariffe;
• fine della gestione pubblica dell’acqua in quanto la normativa in vigore (L. Madia) prescrive che il fallimento d’una società pubblica non consentirebbe in futuro una nuova società in house, impedendo di fatto la partecipazione del territorio alla gestione pubblica dell’acqua in favore di altri soggetti che, è noto, essendo società quotate devono necessariamente rispondere in primo luogo ai loro azionisti. richiede un necessario aumento di capitali perché mancano le risorse. 2. prevede una manovra di riequilibrio gestionale che è già in atto attraverso scelte di semplificazione, eliminazione degli sprechi e duplicazioni societarie. In questo senso il piano di risanamento ha già prodotto primi risultati come la lotta alla morosità, il riequilibrio tra entrate e uscite di cassa in un periodo determinato (cash flow), misure necessarie per la riduzione del debito, così come è avviata, in accordo con le organizzazioni sindacali, una riduzione di personale per il triennio in corso utilizzando le agevolazioni previste dalla normativa vigente. 3. Ha dato avvio ad una politica di investimenti, prima carenti, grazie allo straordinario impegno della Regione Campania che è determinata nel sostenere il sistema idrico irpino. Investimenti che avranno effetti sulla qualità del servizio e consentiranno di aumentare i ricavi riducendo i costi di gestione, mentre è in corso di approvazione la delibera da parte della Regione Campania già approvata dall’ente idrico campano che prevede 49 interventi relativi a comuni irpini gestiti da ACS S.p.A. per circa 54 milioni e consentiranno un abbattimento delle perdite con una specifica riduzione della dispersione idrica. Vale qui sottolineare il particolare impegno di Fulvio Bonavitacola. Ci sono punti di rilievo del piano, come il tema della ricapitalizzazione, che presentano difficoltà non di poco conto per la loro attuazione. Come ad esempio le difficoltà che incontrano tutti comuni e in particolare quelli più piccoli in relazione ai costi dell’operazione. Un problema su cui è legittimo interrogarsi per tentare di individuare percorsi praticabili per il reperimento di nuove risorse. È del tutto evidente che la rilevanza che assume il tema richiede che l’assemblea dei sindaci-soci che, come ricordato, ha già approvato il piano di risanamento, in caso di esito negativo di un nuovo intervento su cassa depositi e prestiti esamini anche nuovi possibili percorsi. Di fronte a questo quadro di problemi, alla complessità che emerge, è più che legittimo e necessario che da qui si sviluppi ulteriormente il confronto, e ciò non può che avvenire dentro le linee che indirizzano la strategia generale, da tutti condivisa, di voler perseguire l’obiettivo di mantenere la gestione pubblica dell’acqua.


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