Il rendering del biodigestore di Chianche

Il Biodigestore a Chianche si potrà realizzare. Dalla Regione Campania è arrivato un via libera “a condizioni”, che esclude il progetto dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, «su conforme parere della Commissione V.I.A., V.A.S. e V.I. espresso nella seduta del 24 luglio» scorso. Ora per io progetto, classificato «Impianto di trattamento anaerobico della frazione umida della raccolta differenziata (FORSU)», proposto dalla Comune di Chianche può riprendere il suo iter conclusivo, se opportunamente integrato. Il decreto dirigenziale numero 105 del 08/08/2019, emesso dalla Direzione Generale del Ciclo Integrato delle Acque e dei Rifiuti, in particolare dallo Staff “Tecnico-amministrativo – Valutazioni Ambientali”, impone al progetto di adeguarsi a precise condizioni ambientali:


Il Decreto dirigenziale regionale dell’8 agosto 2019 che sblocca il Biodigestore di Chianche | Scarica il documento in pdf


La targa all’ingresso del palazzo che ospita la Giunta Regionale della Campania, nella suggestiva zona napoletana di Santa Lucia

LE PRINCIPALI CONDIZIONI AMBIENTALI PER LA REALIZZAZIONE DELL’IMPIANTO A CHIANCHE. Nella fase progettuale cosiddetta ‘ante operam’ dovrà essere prevista, tra l’altro, «la completa saturazione della capacità edificatoria del PIP, con l’asservimento dell’intera area alla realizzazione dell’impianto». Dovranno essere utilizzati «pannelli fonoassorbenti all’interno del capannone per il trattamento rifiuti ed all’esterno in corrispondenza delle principali fonti di inquinamento acustico per il rispetto dei parametri anche delle classi acustiche inferiori (quali quella agricola)». Ancora, si impone la «piantumazione di essenze locali di alto fusto lungo il perimetro del piazzale dell’impianto allo scopo di mitigare l’impatto visivo ed acustico del complesso oltre al rimboschimento – sempre di essenze autoctone quali querceto a roverelle – dell’intera area del PIP non interessata dalla realizzazione del piazzale su cui è distribuito l’impianto». Preventivamente si dovrà procedere con la verifica idraulica del corpo idrico ricettore individuato nel Rio Fiele (affluente del fiume Sabato), parte integrante della documentazione AIA. Si dovranno verificare gli scarichi «con il loro effetto sulle acque del Sabato, prevedendo – eventualmente – un ulteriore trattamento a membrane nell’impianto di depurazione». Inoltre, occorrerà una dettagliata mappatura del suolo e del soprasuolo vegetale anche con determinazioni analitiche con verifica della qualità degli ecosistemi in assenza dell’impianto. Per la Regione Campania si dovranno applicare «tutte le migliori tecniche esecutive ed i sistemi di monitoraggio già delineati nel progetto preliminare per ottenere il massimo livello di protezione ambientale». In particolare, «il progetto sarà sviluppato tenendo conto degli aggiornamenti delle norme di settore. Tra le altre prescrizioni: dotare l’impianto di sistemi di trattamento delle emissioni in atmosfera, in modo da assicurare l’abbattimento delle sostanze odorigene durante qualsiasi fase del ciclo». La Regione Campania prevede un monitoraggio costante dell’impianto per ottimizzarne l’impatto ambientale. «Nel caso di superamento dei valori consentiti di impatto acustico si procederà alla individuazione delle fonti di emissione ed alla loro insonorizzazione con ulteriori adeguati sistemi di fonoassorbenti anche all’interno del capannone» e «verranno periodicamente ripetuti i monitoraggi ambientali eseguiti nella fase ante operam per dimostrare le assenze di impatti conseguenti all’esercizio dell’impianto».

L’impianto di compostaggio altrimenti definito biodigestore

IL CICLO PRODUTTIVO: «PRODURRE SOLO COMPOST DI QUALITÀ». In questo quadro, «sarà attuato un dettagliato piano di monitoraggio da applicare in fase di esercizio volto al controllo della qualità», si legge nel provvedimento. Saranno monitorate: «le materie in ingresso (FORSU e frascame) al fine di produrre un compost di qualità e secondo le definizioni di cui alle Linee Guida della regione Lombardia – BORE del 13 maggio 2003 – supplemento straordinario allegate come riferimento al DM 29 gennaio 2007»; il compost in uscita», che dovrà essere «rispondente alle disposizioni del D.Lgvo n. 75/2010 in materia di ammendante compostato misto; gli scarichi nella rete fognaria e nei corpi idrici ricettori finali». Infine, «al termine della vita utile dell’impianto si prevede il ripristino dello stato dei luoghi con la verifica – attraverso analisi ambientali – del livello di contaminazione delle aree interessate dall’attività al fine di provvedere eventualmente alle operazioni di messa in sicurezza e ripristino del sito nel rispetto delle normative vigenti in materia di bonifica dei siti contaminati».

La marcia dei trattori contro il programmato Biodigestore di Chianche

PER LA REGIONE L’IMPIANTO È  OMPATIBILE CON LA VOCAZIONE AGRICOLA DEL DISTRETTO. Il progetto dell’impianto di trattamento anaerobico, il cosiddetto Biodigestore, ricade in un’area a destinazione industriale «secondo il vigente PRG del Comune di Chianche che ha recepito un PIP ex L. 219/81 approvato nel 1986, ad oggi non attuato se non per la presenza di una stradina di accesso ed un piazzale», si legge in premessa nel provvedimento, con il quale si afferma la compatibilità con la vocazione agricola dei luoghi, in armonia con gli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti. Si ricorda, infatti, che «il sito di impianto è prossimo al fiume Sabato e ricade in un contesto prevalentemente agricolo-naturalistico classificato nel PTCP di Avellino come territorio con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui all’art. 21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, nella fattispecie a DOGC per la produzione vitivinicola».

Ato Rifiuti. La sede dell’ente d’ambito di Avellino nel complesso della Regione Campania sulla Collina dei Liguorini

I PROSSIMI PASSI. Ora il Comune di Chianche dovrà procedere alla integrazione progettuale e all’avvio subito dopo dell’iter necessario per il definitivo sblocco dell’opera. L’ente attende lo sblocco delle risorse per procedere alla gara. Nel frattempo, l’Ato dei Rifiuti, al momento non coinvolto dalla Regione Campania nell’iter progettuale, resta alla ricerca di una soluzione alternativa, che però non potrà tardare. A questo punto, i tempi per l’appalto del programma di Chianche appaiono ridotti a pochi mesi.


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