Biodigestore, l’Ato esclude Chianche. Tropeano: ma Teora non basta

MESSAGGIO A BIANCARDI: IL COMPITO DELLA PROVINCIA E' FINITO, SU IRPINIAMBIENTE DECIDERANNO I SINDACI. Il presidente dell'ente d'ambito prende atto dei dubbi sollevati in sede di valutazione ambientale sulla ubicazione di un impianto nell'areale del Greco di Tufo, e apre alla collaborazione con sindacati e comitati.

A destra il Presidente dell'Ato Rifiuti, Valentino Tropeano. Accanto, il sindaco di Teora, Stefano Farina

Il Biodigestore a Chianche appare meno probabile anche per l’Ato dei Rifiuti di Avellino, spiega il Presidente. “Alla luce della richiesta da parte della Regione della Via (Valutazione di Impatto Ambientale) sull’impianto di Chianche, non possiamo più sperare in un margine di interlocuzione: non c’è più la serenità tale per discutere ancora sulla possibilità di costruire in quel sito”. Così Valentino Tropeano, presidente dell’Ato Rifiuti di Avellino e sindaco di Montefredane, che si pronuncia a seguito della conferenza stampa convocata dalla Uil ieri mattina per discutere dell’accelerazione del processo che regola la definizione del ciclo integrato dei rifiuti in provincia. “Bisogna lavorare ad una soluzione alternativa con la Uil e con i comitati: colgo di buon grado le affermazioni del sindacato sull’affiancamento al lavoro del consiglio dell’Ato, e confido nella capacità delle associazioni e dei comitati di collaborare per arrivare ad una soluzione condivisa. Bisogna lavorare al superamento di Chianche: ormai è chiaro che non ci sono le condizioni per andare avanti” continua.

Il rendering del biodigestore di Chianche

Allontanata l’ipotesi di costruire un impianto a Chianche, però, Tropeano scarta l’opzione di un secondo impianto nelle aree industriali dell’Alta Irpinia, al contrario di quanto auspicato nei giorni scorsi da esponenti di associazioni e comitati, che avevano indicato Nusco e San Mango sul Calore quali ubicazioni secondo loro idonee. “L’Asi è stata chiara: non ci sono aree disponibili e le ipotesi formulate nei giorni scorsi non sono attendibili, nè confermate per una serie di valutazioni già ragionate. Altra questione invece, sarà l’apertura di un confronto con l’assemblea e con i sindaci, che sarà convocata a breve, non appena saranno conclusi i lavori di valutazione del consiglio dell’Ato e del direttore generale sull’impiantistica”.

Stefano Farina, sindaco di Teora, sede dell’unico impianto di compostaggio pubblico operativo in provincia di Avellino, e Nicola Boccalone, amministratore delegato della società Irpiniambiente

QUELLO DI TEORA NON PUÒ ESSERE L’UNICO IMPIANTO IRPINO”. Mentre l’Ato lavora ad una proposta da sottoporre ai sindaci, per ottenere la massima condivisione possibile su tutto il territorio provinciale, il presidente Tropeano frena anche l’ipotesi del presidente della Provincia Domenico Biancardi, per il quale si potrebbe destinare interamente all’impianto di compostaggio di Teora la lavorazione della frazione umida prodotta dall’Irpinia. “Biancardi è stato inopportuno, perchè su Teora non è il caso di forzare la mano. Il sindaco Stefano Farina si è esposto oltremisura e non trovo opportuno trasferire tutta la responsabilità ad un unico comune. Il fabbisogno provinciale prevede due impianti, sia per una questione di economia generale sul territorio, che deve snellire i costi del trasporto e quindi ridurre le tariffe, sia per una questione ambientale”. Ma tra Ato e Provincia si preannuncia la necessità di un confronto anche su altri temi. “Discuterò con il Presidente Biancardi anche di Irpiniambiente”.

Palazzo Caracciolo, sede della Amministrazione Provinciale di Avellino

LA FUTURA GESTIONE AMBIENTALE NEI CENTRI URBANI. Qui sta il vero nodo della partita. Tropeano rivendica il protagonismo dell’Ato Rifiuti nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti e ridimensiona il ruolo della Provincia, che la legge regionale di riforma supera, nonostante l’ente resti ad oggi azionista unico della società. “Sarà l’Ato ad affidare la gestione del ciclo integrato dei rifiuti, guiderà il processo interamente, redigerà il piano industriale e stabilità la tariffa, non la Provincia”. Per Tropeano il nuovo assetto si costruirà ordinatamente, al di là di singoli episodi, destinati ad essere risolti con la riorganizzazione del ciclo integrato. Il riferimento è alla scelta del Comune di Pratola Serra, che proprio ieri ha annunciato la disdetta del contratto con Irpiniambiente per “l’eccessivo costo dei servizi”, come ha fatto sapere il Sindaco Emanuele Aufiero. Tropeano sottolinea come “tanti altri comuni hanno invece rinnovato il contratto con la società provinciale”, relegando la scelta del Comune “a questioni dirette fra l’amministrazione comunale e Irpiniambiente, in attesa del nuovo corso”. E cita il caso dei Comune di Avellino, che ha rinnovato il contratto qualche mese fa. “Ma quando l’Ato Rifiuti entrerà nella piena gestione dei poteri, tutti i contratti si riterranno azzerati” sottolinea il presidente. “Con i sindaci sul territorio intanto ho riscontrato una posizione unanime: Irpiniambiente è un patrimonio di esperienza e conoscenza tale da non poter essere buttato fuori dalla sera alla mattina. Potrebbero prospettarsi soluzioni che vanno al di là della società provinciale, ma non credo che abbia molto senso. Si può valutare l’affidamento di una gestione in house”. Il dibattito sul futuro di Irpiniambiente intanto torna con prepotenza. Partecipata al 100% dalla Provincia e non dai Comuni, si dovrà valutare come procedere e dovranno farlo i Sindaci, spiega in sostanza.

Luigi Simeone, segretario della Uil di Avellino

“POSITIVA LA DISPONIBILITÀ DELLA UIL AL DIALOGO”. Una bozza di piano industriale e una rosa di proposte costruite per l’individuazione della sede del secondo biodigestore, saranno al centro del dibattito dell’assemblea che il presidente Tropeano convocherà a breve. A questo proposito il Presidente dell’Ato valuta positivamente l’apertura e la disponibilità della Uil al dialogo istituzionale sul tema dei rifiuti. Per Tropeano sindacato e associazioni dovranno essere interlocutori dei Comuni nella fase di ridisegno ormai non più rinviabile, sia per quanto riguarda la gestione che l’individuazione dei siti dove costruire i nuovi impianti. La Uil martedì ha amnesso che l’attuale assetto va profondamente rivisto e migliorato soprattutto sotto il profilo dei costi. Se i crediti vantati dal gestore nei confronti dei Comuni ammontano a decine di milioni di euro, è stato detto, probabilmente l’attuale impostazione non è sostenibile, soprattutto a causa delle spese necessarie al trasporto fuori regione delle frazioni differenziate. Di qui la disponibilità e la necessità ad aiutare il superamento del regime instaurato dieci anni fa dalla fase di transizione, partendo dalla costruzione immediata degli impianti occorrenti per completare la filiera del ciclo integrato.


LEGGI ANCHE:

Pratola Serra licenzia Irpiniambiente: verso nuovo gestore. Il Sindaco: contratto insostenibile

 

 

ARTICOLI CORRELATI