Crisi Whirlpool al tavolo del Mise a Roma

Crisi Whirlpool torna al Mise per risolvere definitivamente la questione della permanenza a Napoli della fabbrica. Sul tappeto il futuro di 1030 operai (tra azienda e indotto), 150 dei quali operanti in tre stabilimenti irpini (con Cellublock, Scame Mediterranea e Pasell). Alla vigilia dell’incontro convocato a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo economico, annunciato ancora una volta come decisivo, interviene la Cisal. «Bisogna evitare che la vertenza della Whirlpool di Napoli si impantani nel gioco dei rinvii e delle disponibilità senza riscontri concreti», scrive Giovanni Centrella. «È tempo che i vertici dell’azienda chiariscano in maniera inequivocabile le loro intenzioni, precisando obiettivi, criticità ed investimenti, che effettivamente si intende mettere in campo». Dopo una serie di riunioni infruttuose, iniziate con l’annuncio di un passaggio di mano, proseguite con la marcia indietro degli americani di fronte al rischio di una revoca deigli aiuti del governo italiano, l’azienda non ha finora sciolto la riserva. Chiede la collaborazione di tutti, ma non ha proposto fino ad ora una soluzione in grado di salvaguardare il lavoro.

CRISI WHIRLPOOL, «DAL 2018 INTESE MAI CONFERMATE NEI FATTI». La Cisal mette in discussione la reale volontà della Whirlpool di restare a Napoli. «Nonostante le potenzialità dello stabilimento campano, gli impegni assunti nell’ottobre 2018 non sono stati mantenuti ed addirittura si è prospettata la dismissione di un impianto produttivo con una lunga storia alle spalle, che determina un notevole indotto in tutta la regione, ed in particolare in provincia di Avellino, che oggi rischia seriamente di essere compromesso», ricorda Centrella. «Finora la multinazionale ha potuto beneficiare di un consistente intervento pubblico, che avrebbe dovuto assicurare una prospettiva all’azienda e ai lavoratori, ma i fatti dimostrano che così non è stato». In questa situazione, «auspichiamo che non abbia inizio un lungo ed intollerabile stancheggio, al solo scopo di spostare in avanti il momento delle decisioni. Per quel che ci riguarda, abbiamo espresso, da subito, preoccupazione per i reiterati rinvii del tavolo istituzionale, consapevoli che l’unico modo per affrontare e gestire i problemi è assumersi le responsabilità, mettendo nero su bianco le questioni all’ordine del giorno». E conclude: «Riteniamo, quindi, che anche per il governo nazionale questo debba essere un metodo imprescindibile. Soltanto così è possibile individuare le soluzioni per salvaguardare i livelli occupazionali della struttura industriale partenopea e dell’indotto ad essa collegato».


 

Il manifesto pubblicitaria della Whirlpool riscritto dagli operai, che protestano contro quello che vedono un concreto rischio di chiusura dello stabilimento

A RISCHIO 430 POSTI DI LAVORO A NAPOLI E 600 DI INDOTTO (150 IN IRPINIA). Nel frattempo i lavoratori della Whirlpool di Napoli hanno messo in scena una nuova forma di protesta. Hanno riscritto i manifesti pubblicitari della multinazionale. Con l’aiuto degli attivisti di «Potere al Popolo!» hanno attaccato per la città e fuori alcuni punti vendita dei manifesti particolari, in vista del prossimo incontro al Mise previsto per domani 24 luglio. Sotto il marchio della azienda americana si sponsorizza battaglia degli operai d contro la chiusura della fabbrica. Un modo per scaldare l’atmosfera per ricordare al governo le possibili conseguenze della crisi Whirlpool in Campania.


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