Il Palazzo di Montecitorio, sede della Camera dei Deputati, in una suggestiva immagine pubblicata sul portale storico della Camera

Elezioni anticipate più vicine, al di là se in estate, in autunno o nella primavera 2020. Questa opzione ha già innescato tra i più avvertiti nei partiti un campanello d’allarme. Con il Movimento Cinque Stelle in difficoltà, preda dell’assalto di Alessandro Di Battista al fortino di Luigi Di Maio, gli strateghi nazionali fanno i conti con la logica del sistema elettorale in vista di elezioni anticipate. Nei collegi si vince un seggio a Montecitorio o al Senato con un voto in più. La lezione del 4 marzo 2018, quando la Lega ha fatto il pieno nel Centronord grazie ai voti di Forza Italia, di Fratelli d’Italia e dei centristi ex area Udc, è la base di tanti ragionamenti convergenti in tutti i campi politici. A Destra, Forza Italia rilancia l’asse del Centrodestra con Matteo Salvini, spiegando che l’elettorato moderato intercettabile in caso di coalizione aggiungerebbe voti a quelli che singolarmente i pezzi del Centrodestra prenderebbero da soli (Carroccio compreso). Nel Centrosinistra il linguaggio è cambiato in tutti gli attori principali. Nicola Zingaretti ritrova l’espressione veltroniana “vocazione maggioritaria” proprio mentre Massimo D’Alema sul magazine supplemento del Corriere della Sera, “7”, non fa mistero di ritenere conclusa l’avventura “autonomista” dal Pd. D’Alema parla della necessità di un Partito Democratico (ri)unito.


DAL MAGAZINE 7 DEL CORRIERE DELLA SERA | In edicola fino al 27 giugno

Il titolo dedicato dal Corriere della Sera all’intervista rilasciata da Massimo D’Alema al magazine “7” in edicola fino al 27 giugno

La Lega sfoglia ancora la margherita. La volatilità del voto italiano non garantisce certezze a chi in caso di voto anticipato non potrà parlare di immigrazione in campagna elettorale. Saltati i temi delle pensioni, la flat tax non farebbe presa sull’attuale elettorato di riferimento del Carroccio, i disoccupati, i precari, i residenti nelle periferie, i giovani sfiduciati dalla politica che non crea opportunità di crescita e lavoro. Quindi, al netto della necessità di mobilitare sul territorio le tante amministrazioni locali e regionali del Centrodestra, l’ipotesi della coalizione alla fine potrebbe risultare quella più prudente e vincente. Una mossa necessaria anche ad evitare convergenze fantasiose nell’attuale contesto, ma sempre possibili, tra una Forza Italia “abbandonata” e i Democratici.

Palazzo Chigi, sede del Consiglio dei Ministri e della Presidenza

UNITÀ INTERNA PAROLA D’ORDINE. In questo quadro, la concreta possibilità di elezioni anticipate per le Camere, che in Campania si mescolano a quelle regionali tra dieci mesi, impone all’interno dei singoli partiti e schieramenti di fare quadrato. L’estate porterà una intensa attività di riassetto e riposizionamento dei dirigenti e delle rappresentanze istituzionali.

L’aula del Parlamento europeo

Le conseguenze disastrose provocate dall’esito dell’ultimo voto politico del 4 marzo scorso, con una crisi politica che ha scosso dalle fondamenta gli equilibri nazionali delle istituzioni ed europee della stabilità finanziaria e monetaria, lasciano pensare che il prossimo turno elettorale avrà esiti sensibilmente diversi rispetto a quelli dell’attuale XVII Legislatura, peseranno le ricette economiche e sociali, partendo da una certezza: le forze dell’attuale governo in caso di elezioni anticipate non potranno tornare insieme dopo il voto. Ma in campagna elettorale dovranno trovare il modo per distinguersi sulle scelte di fondo. Le liti hanno coperto in questi mesi posizioni convergenti sulle vere questioni. La messa in discussione dei Trattati fino al punto da non escludere un ripensamento sulla indissolubilità della moneta unica, la collocazione dell’Italia nel contesto atlantico, i dubbi sulla linea nei riguardi di Mosca, con riferimento alla difesa dei confini europei in coincidenza con l’ex Patto di Varsavia e addirittura oltre con l’Ucraina, rendono le forze vincitrici del 4 marzo naturalmente antagoniste di chi ha governato nella Seconda Repubblica, da Silvio Berlusconi fino a Paolo Gentiloni. Curiosamente, ma non troppo, la Legislatura che avrebbe dovuto spingere sull’onda sovranista l’Italia in una orbita più larga e meno condizionata dall’Unione Europea, sta dimostrando la soverchiante spinta gravitazionale di Bruxelles e gli scarsi margini di disimpegno, se non in un quadro estremo di sabotaggio, al momento reso improbabile dall’attenzione americana. Su questi punti sia 5s che Lega dovrano portare nei comizi qualcosa di meglio di una linea che ha portato l’Italia fuori dai tavoli che contano nel Continente.

IN IRPINIA. In una provincia tradizionalmente considerata ‘bianca’, come quella avellinese, le rappresentanze moderate si preparano alla riscossa sia nei collegi che nelle circoscrizioni proporzionali. Nell’area del Centrosinistra paradossalmente è proprio la sentenza che ha sconfessato il congresso provinciale del Pd ad aver riacceso la speranza della prospettiva di un recupero unitario. Il commissariamento del partito traghetterà le diverse componenti verso l’approdo unitario. È finito l’alibi per tutti quelli che in questo anno hanno ottenuto risultati evidenti dalla separazione in casa. Sul fronte del Centrodestra, c’è attesa per comprendere gli sviluppi strategici che il braccio di ferro a distanza tra Salvini e Berlusconi produrrá. Forza Italia e la Lega, uniti sui territori, sono incompatibili tra i banchi del Parlamento Europeo, guidato nella passata legislatura da un fondatore degli Azzurri, Antonio Tajani, mentre il Carroccio siede con gli antieuropeisti all’opposizione.

Il palco montato dal Movimento Cinque Stelle in via Matteotti ad Avellino per il comizio del Vice Premier Luigi Di Maio accanto al candidato sindaco pentastellato Ferdinando Picariello

Ad unire per tutti gli schieramenti c’è la prospettiva delle elezioni politiche. Nel mirino di Democratici, Popolari e Forzisti, ma anche della Lega, ci sono i seggi strappati dagli attuali deputati, che a luglio o ad ottobre dovranno fronteggiare una battaglia elettorale ben diversa rispetto a quella di un anno fa. Nei risultati delle europee i Cinque Stelle si sono confermati il primo partito, seppur in calo, con la Lega l secondo posto, tanto in Irpinia che in Campania. Con il meccanismo dei collegi cambierà tutto. Conteranno le alleanze.


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