Whirlpool, Di Maio alza la voce. Cisl: basta chiacchiere

Vertice aggiornato fra sette giorni a Roma. Il Ministro dello Sviluppo Economico minaccia la sospensione dei finanziamenti pubblici all'azienda statunitense e la richiesta di un rimborso. Il sindacato attende invece una risposta concreta, lontana da soluzioni tampone. "L'azienda trovi un acquirente suo concorrente perchè è necessario salvaguardare l'indotto"

L’incontro di oggi al Ministero per lo Sviluppo Economico fra il Ministro Di Maio e i rappresentanti della Whirlpool è stato aggiornato a sette giorni. L’incontro si è rivelato meramente interlocutorio e la situazione resta congelata fino al prossimo aggiornamento, in cui il Ministro attende risposte concrete da parte del colosso americano. “Il Governo sta continuando a finanziare l’azienda e gli investimenti in Italia, ma in assenza di soluzioni il flusso si potrebbe interrompere e si potrebbe avanzare la richiesta di un risarcimento” spiega il segretario della Cisl Irpinia Sannio Mario Melchionna, di ritorno dall’incontro di Rma dove ha partecipato al fianco dei lavoratori e delle tre aziende irpine impiegati nell’indotto.

La soluzione di un acquirente degli stabilimenti di Napoli prospettata dai responsabili di Whirlpool italiani non viene vista di buon occhio dagli imprenditori dell’indotto, la cui produzione dipende al 100 per cento dall’azienda statunitense. I sindacati invece guardano alla salvaguardia dei livelli occupazionali e spingono per una risposta concreta. “Grazie alle esperienze pregresse già maturate in Irpinia, siamo determinati a dialogare soltanto con chi garantisce produzione e livelli occupazionali: l’indotto deve restare collegato e l’azienda madre deve assumersi ogni responsabilità” continua Melchionna.

“In questo stesso luogo, nell’ottobre 2018, le parti in causa avevano firmato un accordo grazie al quale la Whirlpool avrebbe rilanciato l’impianto e, per far ciò, avrebbe goduto di incentivi, sgravi fiscali e ammortizzatori sociali.

Gli incentivi statali sono stati incassati, ma senza nessun preavviso, la storica fabbrica di via Argine è stata cancellata dallo scacchiere produttivo. Tutto questo è inaccettabile, soprattutto a fronte dei risultati economici e di volumi che in questi anni il gruppo Whirpool sta avendo. Il dramma non è solo per gli oltre 400 operai. Nel vortice sono finiti anche i dipendenti dell’indotto, molti mono-commessa, che superano le mille unità nella nostra regione.

La chiusura di Whirlpool Napoli” aggiunge il segrrtario, “comporterebbe inevitabilmente la chiusura di queste aziende con la perdita di 250/300 posti di lavoro anche in provincia di Avellino aggravando ulteriormente l’impatto sociale di questo territorio, già martoriato ed a rischio spopolamento”. In settimana intanto, saranno organizzate delle assemblee informative in preparazione delle eventuali mobilitazioni per la tutela di tutti i livelli occupazioni in caso non venga ritirata la chiusura.

I lavoratori dell’indotto pagano, da tempo remoto, il prezzo delle nuove logiche di mercato, la chiusura sarebbe una tragedia per i lavoratori/lavoratrici e per le loro famiglie. La Cisl IrpiniaSannio unitamente alle Federazioni di settore chiedono al Ministero di prevedere la copertura di ammortizzatori sociali anche per i lavoratori dell’indotto e dell’Irpinia.

“Saremo in campo con ogni iniziativa possibile. Lo scontro è alto, ma restiamo disponibili e aperti al dialogo per trovare una soluzione. I Governo dal canto suo sembra determinato a fornire risposte ai lavoratori, anche se fino ad oggi non abbiamo mai ricevuto l’attenzione che questa terra merita. Non c’è rispetto istituzionale, nè per i lavoratori, nè per le leggi: il Mezzogiorno è ormai terra di conquista e non è più possibile fare a meno di una difesa del nostro tessuto imprenditoriale e produttivo” conclude.

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