La grande scarpa rossa all'ingresso dell'istituto Comprensivo Guido Dorso di Mercogliano, con i volti più noti tra le vittime di femminicidio e violenza sulle donne

A Mercogliano una gigantesca scarpa rossa con i volti delle vittime di femminicidio è stata realizzata dagli studenti. Sono ritratti i visi sorridenti e sereni di giovani piene di vita e di speranza, fotografate ancora ignare del terribile destino che le attendeva. Rappresentano un  imperituro monito contro la violenza di genere, ma soprattutto a difesa dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. L’installazione propone alcuni dei volti noti scelti tra le vittime della bestialità umana, che ha spezzato giovani vite innocenti ancora prima che potessero maturare consapevolezza di se stesse.

Il progetto realizzato nell’istituto Comprensivo di Mercogliano contro la violenza di genere e il femminicidio

L’opera campeggia all’ingressi dell’Istituto Comprensivo di Mercogliano. Una associazione, la “Noi per Napoli Art”, segnala un’opera che definisce il frutto di una grande sensibilità sociale. “‘L’addio della scuola è dominato  da un’enorme installazione artistica, che cattura l’attenzione di chiunque si rechi nella sede dell’istituto”, si legge. “Si tratta di una gigantesca scarpa stilizzata di un rosso intenso alta 3 metri e lunga 4 punteggiata da volti di donna, non donne qualsiasi, donne divenute tristemente famose perché vittime di femminicidio”, spiegano dalla associazione.

“Molte di loro possiamo riconoscerle subito per il clamore mediatico seguito alla loro tragica fine come Sarah Scazzi, Melania Rea e Yara Gambirasio”, ad esempio..”Sono donne raffigurate in pose e momenti felici col sorriso che le avrebbe sempre dovute contraddistinguere, un sorriso che è stato brutalmente spento per sempre”. L’associazione ricorda che “l’opera ha già ricevuto dei riconoscimenti al di fuori della scuola avendo vinto il primo premio del concorso ‘Be Help-is’, organizzato dalla Cooperativa sociale La Goccia di Avellino (www.cooperativalagoccia.it)”. Di seguito l’approfondimento che l’associazione ha fatto sull’iniziativa meritoria degli studenti di Mercogliano.

IL PROGETTO. Gli alunni delle classi terze della scuola secondaria di primo grado dei tre plessi dell’I.C. Mercogliano hanno lavorato in sinergia dopo la visita delle psicologhe e sociologhe de “La Goccia” nell’auditorium della scuola che, attraverso attività apparentemente ludiche, sono riuscite a trattare importanti temi sociali proponendo agli alunni la partecipazione al concorso sulla violenza di genere, concorso che ha poi visto la partecipazione di molte istituzioni scolastiche del comprensorio irpino. La scuola di Mercogliano è sempre stata sensibile e aperta alla diffusione di questi primari valori formativi come testimoniato dalla Dirigente Alessandra Tarantino e dalla Vicaria Anna Capossela. Gli alunni sono stati guidati nella realizzazione della grande scarpa tridimensionale dai docenti di Arte e Immagine dell’Istituto i professori Giuseppe De Maio e Alma Calabrese.

Il progetto molto ambizioso è stato possibile grazie all’entusiasmo e alla partecipazione degli alunni che hanno anche composto delle frasi dimostrando che il messaggio di sensibilizzazione è stato davvero recepito. Le frasi, a volte sotto forma di riflessione, altre di vero e proprio ammonimento, sono state intervallate alle immagini delle donne, rappresentando una speranza affinchè episodi tanto efferati non riempiano più i titoli dei telegiornali.

È significativo dunque sottolineare come in un periodo tanto difficile per gli adolescenti di oggi, dove sempre più spesso la fanno da padrone espressioni come “stese”, “paranza” e “baby gang”, la scuola riesca ancora a rappresentare un baluardo indispensabile nel contrasto a tutte le attività negative attraverso la diffusione di valori che possono essere racchiusi in un’unica parola…sensibilità.

CONCLUSIONI. Ogni volta che sentiamo parlare di argomenti importanti che toccano il sociale quali ecologia, legalità, cittadinanza ecc, troviamo sempre l’istituzione scuola in prima linea nel difficile compito di tracciare una strada rivolta verso la sensibilizzazione delle nuove generazioni. Spesso però questo si riduce a “sterili” e talvolta noiosi incontri con conferenzieri di professione che si limitano a snocciolare dati senza proporre esempi concreti.


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