Poste, sciopero dei Cobas contro il riassetto. Servizi a rischio

Le organizzazioni contestano la gestione e la riorganizzazione aziendale, «fondata su basi fortemente speculative, con tagli del personale e sfruttamento del precariato». L'allarme: «In discussione il servizio pubblico postale universale della collettività»

Il cartello delle Poste Italiane all’ingresso di uno sportello

Oggi sciopero nazionale alle Poste Italiane, dichiarato dai sindacati della Base dei lavoratori di Poste Italiane (Cobas Poste, Slg-Cub Poste, SI Cobas Poste, Cub Poste). Le organizzazioni contestano la gestione e la riorganizzazione aziendale, «fondata su basi fortemente speculative,  che sta procedendo per tagli di personale e sfruttamento del precariato, conseguendo un disagio sempre maggiore nei lavoratori, con più stress, malattie e infortuni, e rendendo molto difficoltoso anche il diritto al servizio pubblico postale universale della collettività», si legge in una nota diffuso dalle sigle promotrici della protesta organizzata. Sevizi a rischio presso uffici e sportelli dove si registrerà l’adesione alla astensione dal lavoro proclamata dalle sigle. «Questo sciopero, ha già raggiunto il risultato di aver unito i lavoratori agli utenti», spiegano  con soddisfazione le rappresentanze delle sigle. I sindacati e l’ACU hanno inviato una lettera ai sindaci italiani (riportata integralmente di seguito) «per invitarli a condividere questa mobilitazione e, perciò, a non restare passivi».

Nelle scorse settimane i Cobas hanno lanciato un appello ai Sindaci chiedendo sostegno alla propria battaglia.


Il confronto dibattito sul futuro di Poste Italiane in programma a Milano ma visibile ovunque attraverso la diretta Facebook. Ecco l’avviso diffuso dal sindacato

Lettera aperta ai Sindaci. Il 3 giugno sciopero di Poste Italiane e presidio a Roma. Richiesta di condivisione ai contenuti della mobilitazione in corso

di SLG – CUB Poste | Sindacato Lavoro e Giustizia della Base dei Lavoratori

Egregio Sig. Sindaco,

la presente comunicazione viene inviata a tutti quei sindaci che si sono attivati in difesa del servizio postale giornaliero, contestando l’involuzione rappresentata dal cosiddetto servizio di recapito a “giorni alterni” e dalla riduzione degli uffici postali, con ovvi disagi per i cittadini-utenti.

I Sindacati della Base dei lavoratori di Poste Italiane, hanno dichiarato uno sciopero nazionale di 24 ore, per la giornata del 3 giugno p.v., con un presidio che si terrà a Roma, alle 11, davanti alla sede nazionale dell’Azienda, in viale Europa 175, poiché i “giorni alterni” e la chiusura degli uffici postali sono il frutto di una scelta speculativa economica, fondata sul taglio del 50% del personale, a cominciare dai portalettere.

Pertanto, considerate le gravi ricadute negative sugli utenti, l’ACU (Associazione Consumatori Utenti), perseguendo, da tempo, l’obiettivo del ritiro dell’incivile recapito a “giorni alterni”, per il ripristino delle consegne giornaliere, e opponendosi alla soppressione degli uffici postali, per la tutela del servizio pubblico universale, riconosciuto a livello europeo, ha condiviso la suddetta iniziativa sindacale.

Di conseguenza, ACU e le Organizzazioni Sindacali di Base, congiuntamente, invitano le Vostre Amministrazioni comunali a deliberare contro il modello organizzativo del recapito a “giorni alterni” e per la riapertura degli uffici postali soppressi, a promuovere la partecipazione delle Vostre comunità locali all’iniziativa in oggetto, sensibilizzandole e assumendo anche ogni altra azione che riterrà utile, a sostegno e a condivisione di questa mobilitazione.

Questo invito è un’esortazione a reagire, come lavoratori, cittadini e rappresentanti delle comunità, all’attacco dei diritti sociali dell’intera cittadinanza e, quindi, è importante il più ampio coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, invece di subire, come purtroppo è accaduto in occasione della “vicenda amara”, illustrata esemplificativamente nella scheda aggiunta alla presente.

Ringraziandovi per l’attenzione, si porgono cordiali saluti.


Scheda aggiunta alla lettera del 28/05/2019

Il caso Piemonte, una vicenda amara

Quanto avvenuto in Piemonte è noto: l’ANCI Piemonte, in rappresentanza di 20 comuni della provincia di Alessandria (Alfiano Natta, Balzola, Borgo San Martino, Camino, Cereseto, Cerrina, Coniolo, Frassineto Po, Gabiano, Mombello Monferrato, Morano sul Po, Odalengo Grande, Odalengo Piccolo, Ozzano Monferrato, Pontestura, Ponzano, Sala Monferrato, Serralunga di Crea, Solonghello, Villamiroglio), 12 comuni della provincia di Asti (Calliano, Casorzo, Castagnole Monferrato, Cerro Tanaro, Grana, Moncalvo, Montemagno, Piovà di Sacco, Piovà Massaia, Robella, Rocchetta Tanaro, Scurzolengo, Tonco) e 9 comuni della provincia di Cuneo (Argentera, Demonte, Entracque, Gaiola, Limone Piemonte, Pietraporzio, Roccasparvera, Sambuco Valdieri) propose al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ricorso contro l’introduzione del recapito a giorni “alterni e rarefatti”. Il TAR intravide nel servizio di recapito a giorni “alterni e rarefatti” … omissis “una problematica incompatibilità con la Direttiva Europea n. 97/67/CE“ e, proprio per questo, inviò gli atti per la decisione alla Corte di Giustizia Europea.

Una decisione, però, vanificata proprio dal ritiro degli atti da parte dell’ANCI Piemonte.

Ci chiediamo come mai l’ANCI Piemonte abbia fatto questa retromarcia.

La spiegazione potrebbe essere motivata dal fatto che, nel frattempo, Poste Italiane e l’ANCI Piemonte avessero sottoscritto un protocollo d’intesa, che ha ridotto da 850 a 400i comuni interessati dal recapito a giorni “alterni e rarefatti”?

Il seguito è noto: oltre che nei comuni autorizzati dall’AGCOM, il sistema di recapito a “giorni alterni e rarefatti” è stato introdotto, di fatto, seppur mascherato, anche nei comuni non autorizzati, compresa la città metropolitana di Torino.

 

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