“La vita che si ama. Storie di felicità” di Roberto Vecchioni

Ilde Rampino recensisce per Nuova Irpinia uno dei capolavori letterari del cantautore italiano

A cura di Ilde Rampino

Un percorso verso la felicità, “la felicità è una sfida, la voglio addosso come una febbre”, attraverso momenti significativi e attimi urlati con gioia, centellinando i ricordi e aprendo i cassetti dell’anima per ”riempire le valigie della memoria”. Le piccole storie che l’autore racconta con semplicità ma con profonda intensità emotiva esulano dal puro significato di ricordo, ma acquistano una valenza significativa: ogni particolare è latore di un messaggio del cuore,espresso in uno stile assolutamente originale e meraviglioso. E la “Casa” è lo specchio incrinato e affascinante di una famiglia apparentemente informe e insoddisfatta che, nonostante tutto, trova in quel luogo, scoperto assolutamente per caso, il loro posto in cui trovare un punto di riferimento.

Quel vivace microcosmo di persone, di artisti, che si riuniscono in quel luogo, dove vengono accolti con naturalezza, ognuno con la propria storia da raccontare, i propri gesti scaturiti dal nulla, le danno vita e valore. La Casa diventa una sorta di persona viva, con le braccia aperte, che non rifiuta mai nessuno e  condivide tutti i loro momenti e il loro tentativo, a volte assurdo, di ”incastrare i pezzi” delle loro esistenze frammentate e solitarie, ma al contempo, dense di passioni. L’autore cerca di spiegare le vicende della sua vita, la sua incapacità di gestire il dolore e il bisogno disperato di amore, giungendo anche ad ammettere le proprie colpe e rimpianti, come quello di “aver dato poco ai figli o non aver salvaguardato abbastanza la serenità di sua moglie. E un cammino di vita, in cui ondeggia tra le proprie insicurezze,perché vorrebbe sentirsi in grado di preservare la propria “solitarietà”, il suo bisogno a volte di estraniarsi dalle responsabilità o dalla vita di tutti i giorni: scrive una sorta di lettera d’amore alla casa, che egli considera come un testimone antico e presente della propria irrequietezza, esprimendo il profondo dolore di abbandonarla, quando sarà costretto, come farebbe con una persona che ama.

L’illusione di vivere attimi sempre diversi fa scaturire un originale concetto di tempo: il ”tempo verticale”in cui non vi è passato o futuro, ma la consapevolezza dei ricordi che diventano vivi. L’amore e la passione sono la cifra distintiva della sua esistenza, sia nel rapporto con i figli, che vorrebbe veder felici, qualsiasi scelta possano intraprendere o nei confronti di sua moglie, con la quale vive un amore pieno di passione e attesa, che dilania l’animo e che fa scaturire parole e il senso disperato dell’abbandono, quando la perderà. L’ intensità con cui egli affronta i più diversi sentimenti, a cui non si sottrae mai, definisce anche il suo lavoro di insegnante, il cui scopo è far entrare i ragazzi nel proprio mondo, anche tenendo conto delle loro difficoltà e delle loro ribellioni, portando avanti la propria passione per i classici e cercando di trasmetterla a loro.

L’amore e il dolore si riaccendono quando egli canta e si abbandona alla musica: a volte rivede nella sua mente eventi che sembravano dimenticati, si affollano ricordi di persone incontrate anni prima come “cartoline infilate in un libro”. Ma i rimpianti e le paure fanno parte di lui e , quando entra in contatto con un dolore inespresso di un ragazzo, qualcosa comincia ad urgere all’interno della sua anima e vorrebbe addirittura  “battere il destino”. Il segreto della vita che egli vuole trasmettere è sfidare l’impossibile e ricominciare sempre, perché un uomo deve vivere nella luce. La sua vita è frammentata attraverso varie sensazioni contrastanti, come il rapporto con la sua famiglia, con un padre amante del gioco, ma legato alla famiglia, pur con le sue avventure e serbando sempre il desiderio di essere rassicurato dell’affetto da parte dei suoi figli. Le sue origini napoletane da parte del padre lo portano a frequenti viaggi a Napoli, in cui gli incontri con la famiglia di suo padre, con il fratello così simile a lui gli riempie la vita , facendogli considerare Napoli come l’immagine della sua giovinezza. La libertà e la spontaneità che avvertiva in quella famiglia, vivace e originale, in cui “vivevano dei contrari” accresceva l’amore per suo padre e lo spingeva a fare tutto ciò che gli chiede, anche le cose più assurde, mentre il rapporto intenso con sua madre era fatto di poche parole, ma una profonda vicinanza del cuore.

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