Giuseppe De Mita

«In quella coalizione non c’è nulla di politico. Il Pd ha appaltato le sue prerogative ad un individuo. Il fatto che Gargani sia un alleato del centrosinistra è indicativo. Purtroppo c’è chi è sfuggito al confronto, per calcoli personali. Dopo le elezioni qualcuno sarà costretto a fare i conti con i propri errori». E’ il giudizio espresso dall’ex deputato Giuseppe De Mita, sulla coalizione di centrosinistra, guidata da Luca Cipriano, durante la conferenza stampa convocata, nel pomeriggio, dai Popolari, per annunciare ufficialmente che non presenteranno la lista elettorale al Comune di Avellino.

All’appuntamento era presente il segretario provinciale, Giuseppe Del Giudice, l’ex direttore generale dell’azienda ospedaliera “Moscati”, l’ex assessore comunale, Vittorio De Vito, candidato a sindaco in pectore della compagine centrista, che però non ha visto la luce, e Carmine Cardillo.

«Eravamo combattuti – ha spiegato De Mita – se partecipare alla sfida o tirarci fuori. Le posizioni interne erano articolate. Secondo qualcuno bisognava reagire alla situazione desolante alla quale abbiamo assistito. Abbiamo però voluto evitare non solo trattative opache, ma anche uno scenario da guerriglia. Una comunità non si ricostruisce con i veleni».

Nel mirino dei centristi l’identità della coalizione: «La gestione di un capoluogo è un fatto politico. Qui siamo di fronte ad una aggregazione civica, che risponde a singole individualità. Manca un ragionamento complessivo. Il rischio è che, in caso di vittoria, vada in scena un copione già visto. Foti è stato vittima innocente di un contesto, che si è creato intorno. Ma in realtà avranno un’amara sorpresa al ballottaggio. E’ evidente che a primo turno non vincerà nessuno».

Non è mancato un riferimento alla differente posizione assunta dal consigliere regionale, Maurizio Petracca, che ha deciso di allearsi con il Pd e sostenere la candidatura a sindaco di Luca Cipriano (Leggi l’articolo): «C’è chi non ha condiviso il nostro ragionamento. Diceva di voler costruire una forza centrista, ma poi ha scelto di confluire nel Pd. E’ singolare, comunque, che non ci sia stata nessuna spiegazione. Si è preferito sottrarsi al confronto interno, adattandosi al clima di transumanze politiche che stiamo vivendo. D’altra parte nessuno ha avvertito l’esigenza di dare uno straccio di spiegazione per le scelte compiute».

I demitiani però non resteranno del tutto alla finestra: «Costituiremo un comitato cittadino per dire come la pensiamo e sollevare i temi amministrativi che nessuno prenderà in considerazione. Cercheremo di lavorare per costruire una prospettiva per il dopo 9 giugno».

L’ex parlamentare dei Popolari ha quindi provato ad immaginare quale sarà il quadro politico dei prossimi mesi: «Quella costruita a via Tagliamento è un’operazione civica fuori tempo, che non è in grado di dare risposte ai problemi del territorio e del Paese. Le indicazioni di Zingaretti e di Annunziata sono di altro segno».

 

 

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