«In politica e nella pubblica amministrazione le scelte vanno compiute valutando razionalmente le ricadute che avranno. Questo vale anche per le opere pubbliche e le infrastrutture». A parlare è il senatore dei Cinque Stelle, Ugo Grassi, che ha seguito da vicino la questione della Lioni-Grottaminarda, attivandosi per lo sblocco del cantiere, congelato da un provvedimento del governo gialloverde, oggi affidato alla Regione.

Sul completamento dei lavori dell’asse viario irpino, l’esecutivo Conte ed il M5S alla fine sono tornati sui propri passi. Cosa è successo?

«In realtà l’obiettivo generale del M5S era sospendere ogni procedura di tipo straordinario. Non vi è stato alcun giudizio negativo sull’operato del commissario che ha gestito la realizzazione dei lavori. Successivamente si è individuato l’ente che potesse concretamente garantire il completamento dei lavori. La Regione è il maggiore finanziatore dell’intervento, si è dichiarata disponibile a farsi carico della vicenda ed è in grado di portare a conclusione l’opera nei tempi più brevi possibile. La scelta più sensata, quindi, era andare in quella direzione». (Leggi l’articolo)

Il governo giallo-verde per raggiungere l’obiettivo si affida ad un acerrimo avversario politico, come il governatore della Campania, Vincenzo De Luca?  

«La priorità è assicurare l’interesse pubblico. Se ciò comporta l’affidamento di un ruolo ad un avversario politico, conta poco. Per quel che mi riguarda non penalizzerò mai la comunità ed il mio territorio per ragioni di competizione politica o elettorale. Le istituzioni debbono essere al di sopra delle parti».

Fin dall’inizio ha seguito la vertenza della Lioni- Grottaminarda, sostenendo la necessità di salvaguardare l’opera. Ritiene, quindi, che come è stato evidenziato da più parti, sarà effettivamente utile alla crescita dell’economia locale e rispondente alle esigenze dei cittadini?  

«In generale credo nell’utilità delle vie di collegamento per la crescita e la qualità della vita di un territorio. Per quel che riguarda il caso specifico, va detto che gran parte del tracciato è stato realizzato. Non c’era, dunque, da ragionarci molto sopra. Sarebbe stato irresponsabile non portare a termine i lavori. Personalmente ho visitato i cantieri e studiato i documenti, come bisognerebbe sempre fare, prima di assumere una decisione».

Le infrastrutture, dunque, potranno dare impulso allo sviluppo dell’Irpinia?

«Penso proprio di sì. La Valle Ufita e l’Alta Irpinia, in particolare, hanno bisogno di infrastrutture, per uscire dall’isolamento e creare le premesse necessarie all’insediamento di attività produttive concorrenziali. Inoltre, il Movimento Cinque Stelle è sempre stato un assertore dello sviluppo turistico del territorio, oltre che del rilancio dell’agricoltura di qualità. Ciò però è possibile soltanto se si garantiscono la mobilità ed i collegamenti interni. Insomma, non ci potrà mai essere un flusso turistico in un posto difficile da raggiungere. Bisognerebbe puntare soprattutto sulle strade ferrate».

Non a caso si è fatto promotore della proposta di costruzione di una bretella di collegamento tra Avellino e l’Alta Velocità.

«Ho raccolto una buona idea portata avanti dall’associazione “In Loco Motivi” e condivisa anche da altri sodalizi, che ho sottoposto ai vertici di Rfi. Si tratta di un’integrazione al progetto in corso di esecuzione per l’elettrificazione della linea Salerno-Avellino-Benevento. La realizzazione di una bretella in corrispondenza dell’intersezione tra la linea Codola-Nocera e l’Alta Velocità Napoli-Salerno».

Quale risultato si otterrebbe?

«Il collegamento diretto di Avellino con l’Alta velocità. L’attuale tempo di percorrenza Avellino-Napoli, inoltre, grazie ad altri interventi già programmati dalla società, potrebbe scendere sotto la soglia di un’ora, con una riduzione di circa 45 minuti. La bretella, poi, consentirebbe anche un’ulteriore possibilità di collegamento della linea Alta velocità/Alta capacità con un itinerario alternativo alla galleria S. Lucia, verso Salerno, che, in caso di interruzione accidentale, oggi produce l’interruzione del servizio verso sud. Questo, attraverso la costruzione di un baffo di collegamento in corrispondenza della stazione di Mercato San Severino».

Un’opportunità per il capoluogo irpino e per l’intera provincia.

«Sì, certamente. Un servizio per l’utenza ed un’occasione in più per la città. Se tutto andrà per il verso giusto, spetterà poi alla prossima amministrazione comunale riorganizzare e valorizzare la stazione ferroviaria di Avellino».

Verrebbe da dirle che sulla questione dell’Alta velocità lei è un “eretico” rispetto alla linea ufficiale dei Cinque Stelle, anche se probabilmente il contesto specifico della Tav Torino-Lione è differente.

«Spesso veniamo descritti come degli antimodernisti. La mia posizione, invece, è ampiamente condivisa. Ho avuto modo di approfondire il progetto della Napoli-Bari e sono convinto del ruolo positivo che potrà svolgere per la Campania e per le aree interne. L’Alta velocità al Sud avrebbe un effetto molto positivo sulla crescita del territorio. La Calabria, ad esempio, ha fortemente bisogno di essere connessa al resto del Paese. Ammetto, invece, di non avere documentazione adeguata sulla Lione-Torino, anche se mi dicono che è un’opera inutile. Il punto di fondo però è la razionalizzazione della spesa pubblica e degli interventi. Non sarebbe sbagliato, quindi, dirottare i fondi al Mezzogiorno. Il mio obiettivo, comunque, è un altro».

Dica pure…

«Dismesso il ruolo istituzionale e tornato alla vita ordinaria, vorrei avere la soddisfazione che l’impegno non è stato inutile, ma ha lasciato una traccia, migliorando le condizioni dell’Irpinia, almeno in termini di collegamenti».


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