Olio di Oliva. Coldiretti: il Governo intervenga anche in Irpinia

Il Presidente dell'Associazione Francesco Acampora fa luce sulla necessità di tenere il passo con i produttori europei e quindi incrementare la produzione e la resa di olio extravergine di oliva. Intanto evidenzia la priorità di arginare il problema Xylella.

Coldiretti chiede sostegno e attenzione dal Governo per gli olivicoltori dell’Irpinia, rappresentando il calo di produzione di questi anni, ma anche i rischi che possono derivare da una eventuale diffusione della Xylella, oggi circoscritta nel cuore della Puglia. Nuovi impianti, innovazione e formazione dell’imprenditoria agricola. Inoltre, prevedere per l’olio d’oliva extravergine nella futura riforma dell’Ocm  (Organizzazione del Mercato Unica) norme per aiutare la produzione a ripartire. Questi in sintesi i punti su cui concentrarsi per il rilancio del settore in Irpinia e in Italia. “Se la resa non cresce perdiamo in competitività sul mercato internazionale. Il rischio è che i colleghi europei ci travolgano. Altra faccenda, non meno importante, riguarda la Xylella. Batterio ancora attivo e prolifico in Puglia che sta salendo lungo il tacco dello stivale e “se dovesse arrivare a Foggia, praticamente è da noi”. Ne parla il presidente di Coldiretti Avellino, Francesco Acampora.

Lei ha partecipato all’appuntamento tenuto a Benevento sull’argomento con il Sottosegretario di Stato Alessandra Pesce. Cosa è emerso?

“L’obiettivo è stato quello di capire lo stato di salute della filiera olivicola. Individuare criticità e soluzioni. Prima fra tutte la Xylella, che non è un problema lontano. La patologia è arrivata ad Andria, quindi se non si provvede subito è vicino casa nostra”

Cosa fare?

“Occorre creare una zona cuscinetto in cui togliere piante e creare appunto uno spazio di rispetto che permette di isolare la zona contaminata. Poi bisogna agire sul vettore che è la cosiddetta ‘sputacchina’. Si nasconde nell’erba spontanea negli uliveti. Il batterio all’origine è arrivato dalla Costa Roca ma adesso è in Puglia, ed è vivo”.

Per il resto, che misure intende prendere il Governo e perché?

“C’è stato un calo della produzione del 60%. Si parla di misure di sostegno al reddito ma quello su cui bisogna battersi è la formazione, l’assistenza tecnica e l’innovazione. Penso alla corretta gestione della risorsa acqua, quindi agli allagamenti e ai periodi di siccità. E’ importante agire su questi tipi di azioni come pure sul tipo di potatura. Gli impianti devono essere intensivi (non super intensivi perché l’uliveto è anche paesaggio) e devono essere tanti, nuovi impianti”

Le attenzioni però anche in termini economici sono tutte sulla Puglia…

“E mi pare giusto. Il problema dal 2012 ancora non è stato risolto e va considerato alla stregua della peste. Non immaginiamo cosa può significare. Inoltre dobbiamo salire in produzione e resa”

Vi siete dati una tabella di marcia? non c’è il rischio che questi appuntamenti rimangano un po’ fini a se stessi?

“Non abbiamo concordato un cronoprogramma. Intanto la Xylella è come una patologia, non è semplice da curare ma va comunque affrontata. Ogni attore deve perseverare e agire. Noi abbiamo in Italia 64 varietà autoctone riconosciute che sono tante rispetto agli altri produttori europei. La tutela è fondamentale, quindi la biodiversità e poi è stata posta attenzione sull’OCM”.


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