Il commissario prefettizio di Avellino, Giuseppe Priolo

Si fa luce sui conti di Piazza del Popolo. Dopo un’approfondita e faticosa ricognizione, a fare chiarezza su una questione intricata ci ha pensato il commissario straordinario, Giuseppe Priolo, insieme al subcommissario, Francesco Ricciardi, e al commissario vicario, Silvana D’Agostino. (Leggi l’articolo)

Della delicata situazione finanziaria del Comune di Avellino se ne discute da anni, ed in particolare dal 2018, dentro e fuori le istituzioni, con giudizi differenziati e mutevoli, ma spesso senza una precisa ed esatta cognizione.

La questione è stata tema di campagna elettorale, anche quando le urne erano ormai chiuse e sarebbe stato più opportuno e ragionevole cercare soluzioni, più che argomenti di propaganda. Ed ancora una volta c’era chi era pronto ad utilizzarla come una clava, senza alcuna considerazione per la comunità.

La gestione oculata e razionale delle finanze è e resta una necessaria norma di condotta per un’amministrazione pubblica, tanto più quando si è in presenza di criticità, condizione nella quale si trovano purtroppo la quasi totalità degli enti.

Ma l’esame dei bilanci del Comune consegna oggi anche un dato differente: le opportunità che, pur in presenza di una mirata e intensiva terapia di risanamento – o forse proprio grazie ad essa – possono aprirsi per la Città. Insieme alle difficoltà, meno gravi rispetto a quanto si credesse o dicesse, ci sono anche potenzialità da esprimere, per effettuare investimenti e riorganizzare la macchina burocratica, attraverso un piano di assunzioni di dirigenti e funzionari. Un’eventualità impossibile in caso di dichiarazione di dissesto, definita una irresponsabile scorciatoia dalla struttura commissariale.

Anche l’associazione Controvento, che ha convocato una nuova assemblea per domani pomeriggio alle 17, presso il centro sociale “Samantha Della Porta” (con l’obiettivo di costruire una coalizione progressista), ha focalizzato l’attenzione sulla situazione finanziaria dell’amministrazione del capoluogo, come premessa per la definizione degli interventi, ma anche come cifra dell’approccio di governo, invocando un cambio di passo, rispetto a presunte pratiche clientelari e alla logica delle convenienze.

Fermo restando la opportunità di una gestione il più trasparente possibile, la prossima amministrazione potrà concentrarsi sulla programmazione, soprattutto se si riuscirà a reperire risorse esterne, in particolar modo dall’Unione europea.

Non, dunque, un mandato ingessato dai conti, ma piuttosto l’avvio di un nuovo corso, supportato da una rigorosa azione di risanamento, senza il timore di prospettive catastrofiche.

Il vero nodo da sciogliere, invece, sarà la capacità esattiva. Dal monitoraggio effettuato infatti emerge che se nel 2012 i residui passivi ammontavano a 4,7 milioni di euro, nell’anno successivo ed in quello dopo si raggiunge quota 8, mentre nel 2015 si registra un’impennata a 32,8 milioni. Nonostante gli affidamenti esterni, peraltro molto chiacchierati, il livello di riscossione è pari al 35% dell’intero ammontare delle potenziali entrate tributarie.

La capacità di indebitamento dell’ente, invece, è sottoutilizzata: la soglia massima che è possibile raggiungere è il 10% delle uscite, mentre oggi si è al di sotto del 5%. Il che significa che possono essere contratti mutui per nuovi investimenti.

Le giacenze della tesoreria allo scorso 31 dicembre sono di 9 milioni di euro, 4 milioni in più rispetto all’anno precedente ed uno in meno rispetto al 2016. Nonostante la riserva di liquidità, i tempi di pagamento sono eccessivamente ed inspiegabilmente lunghi.

Il fatto di non essere mai ricorsi ad anticipazioni di cassa è uno dei fattori che esclude la possibilità di una dichiarazione di dissesto, in presenza di un livello di indebitamento relativamente contenuto. Altro punto a favore il basso livello di spesa per il personale, ormai numericamente ridotto.

Il piano di riequilibrio, quindi, non prevede nessuna svendita di beni del patrimonio immobiliare, anche se resta il problema dei costi di manutenzione e della redditività delle strutture.

Sarà, invece, dato corso al piano assunzioni per le figure apicali, ridotte all’osso (3 dirigenti sugli otto previsti dalla pianta organica): 2 unità nel 2019, 1 nel 2020, 1 nel 2021.

 

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