Gianluca Festa

Strappo in segreteria provinciale: i rappresentanti della componente di Gianluca Festa lasciano l’organismo. Angelo D’Argenio, Assuntina Iannaccone e Pasquale Penza hanno inviato al numero uno del Pd irpino, Giuseppe Di Guglielmo, una lettera con la quale annunciano le proprie dimissioni: «E’ giunto nostro malgrado, il tempo di una decisione che abbiamo inutilmente rimandato, confidando in un cambio di rotta che però non c’è stato, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni. L’azione politica della Segreteria, anzi, è diventata negli ultimi tempi sempre più evanescente e confusa, probabilmente a causa di diktat spesso incrociati provenienti dal variegato mondo dei riferimenti istituzionali, che hanno di fatto dettato la linea, privandoti della necessaria autonomia».

Nella lunga missiva i tre, esaminando i passaggi politici interni degli ultimi mesi, criticano duramente l’azione e le scelte del segretario provinciale, sostenendo che esse siano il frutto di condizionamenti e volte a marginalizzare la componente festiana : «Non c’è stata occasione o riunione in cui e’ stato possibile un confronto serio e concreto che non fosse condizionato dal tatticismo eterodiretto, dalla necessità di assumere una posizione non perché utile al partito ma perché necessaria a neutralizzare le mosse degli oppositori interni, che via via sono diventati gli unici e veri avversari da battere e sconfiggere».

La sede del Coordinamento provinciale PD ad Avellino, in via Tagliamento

Gli esponenti del Pd, dunque, dichiarano che sarebbe stato impedito un dialogo vero tra le parti, anche rispetto alle scelte che si stanno consumando per le prossime amministrative in Città: «La parola unità, da tutti declamata ed invocata come soluzione ai mali del partito, si è rivelata uno slogan ingannevole, come la peggiore pubblicità commerciale. Quale unità si pretende, se si continua a costruirla partendo dalla riproposizione di alleanze che si sanno divisive?».

Si fa poi riferimento agli incontri tenuti presso la sede del Pd (Leggi l’articolo), ai quali sono stati invitati soltanto gli eletti ed i candidati della lista ufficiale del partito, non coinvolgendo i consiglieri comunali uscenti Gianluca Festa, Ugo Maggio e Giuseppe Negrone della lista civica Davvero, che sono comunque iscritti al partito: «Solo dalle cronache giornalistiche e da qualche messaggio in chat abbiano appreso della convocazione di tavoli (o forse caminetti), di riunioni con uno solo dei gruppi consiliari espressione del Pd alle scorse amministrative. Parliamo di coloro che hanno sostenuto concretamente la tua elezione alla carica di segretario provinciale, per la quale, allora, diversamente da quanto avvenuto lo scorso martedì, non hai esitato a chiedere il loro sostegno ed il massimo impegno congressuale».

Anche l’esito delle trattative per le elezioni provinciali sono state contestate dai tre: «Il modus agendi degli ultimi giorni ci sembra un dejà vu delle ultime provinciali, in occasione delle quali, se possibile, è andata ancora peggio delle comunali. L’unico risultato ottenuto è stata la mortificazione di alcuni storici e autorevoli esponenti del partito, che hanno commesso l’imprudenza di affidare la propria disponibilità a candidarsi».

D’Argenio, Iannaccone e Penza hanno quindi ufficializzato la loro decisione: «Pur confermando convintamente l’appartenenza al Pd, non possiamo più far parte di questo consesso che ha tradito la voglia e la necessità del cambiamento costruttivo, per diventare espressione della parte più conservatrice del partito, che, nell’affermazione autoreferenziale della propria leadership, mira all’autoconservazione a scapito delle ragioni ed i valori del Pd».

 

 

 

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